Il revival non è più di moda
Il revival non è più di moda Alle stilate di Milano una donna più matura e rigorosa Il revival non è più di moda MILANO — Moda a tutti i livelli, moda che invade la città. Alla Fiera a specchio di un'interpretazione del nuovo gusto del prezioso, del più profondo eclettismo nel disegno solare di Pier Luigi Pizzi, è aperto il Modit, 200 aziende che segnano l'incontro fra le idee più raffinate ed il mercato più esigente. Fra il prestigio del prèt-à-porter industriale e l'immaginario, attigua, nel Palazzetto dello Sport l'avanguardia di Contemporary sceglie la moda per consumatori diversi, non tanto per età e reddito, ma per costume e vita. Al Modit la cultura dà spettacolo con la mostra «Nastri e falpalà», panoramica del gusto, della decorazione nella civiltà del vestire, dal barocco all'India, fino al neovittorianesimo imperante nelle collezioni della moda attuale e negli accessori. Si cambia porta nel complesso Fiera e c'è un altro universo di abiti e di stile, i 400 espositori di Milanovendemoda che compie 20 anni e fedele alla sua vocazione di segnalare voci nuove dello stilismo internazionale ha organizzato l'altro venerdì al Piccolo Teatro Studio una sfilata di emergenti. Star di questo gruppo di Neocollezioni, Sam Ray, già noto per la fortunata linea «Pour toi». Poi due incontri concomitanti, con inevitabile scelta. Al Palatrussardi, Nicola Trussardi: sfilata del sarto-finanziere e manifestazione dedicata alle Foreste Tropicali, al disastro ecologico della loro.distruzione, al fine di raccogliere fondi utilizzabili dal wwf. E Mariella Burani al Circolo della Stampa, in una sfilata che sarebbe augurabile potesse divenire il modello di quelle di Milano Collezioni. Una sfilata sintetica, quella di Mariella Burani, quaranta top model per altrettante proposte di abiti veri dedica¬ ti a donne vere, niente colonna sonora spacca timpani, ma il pianoforte di Sellani e la conduzione di Romano Battaglia. Stile confidenziale per sottolineare camicie in seta fiorita di bianco e di nero, dai colli strani e prepotenti, l'aria dandy di tailleur, vita stri, ata con leggiadria e gonne a calla, completi in velluto o in ottoman con bottoni cammeo. E rose, immense e sfogliate, arabeschi di rubini e perline sulle giacche da sera, trasparenze in nero totale o intenso bordeaux. La moda per l'autunno-invemo '89-90 segna una svolta tanto nella 'creatività più equilibrata che nell'avanguardia. Si punta meno sui revival e più sulla tradizione con gusto evoluto, l'eccentricità trova, nella nuova maturità della donna rispetto al vestire, limiti rigorosi. Innegabile che la linea trapezio o a piramide, volumi geometrici, forme asciutte, spalle pic¬ cole, richiamino precise stagioni di ieri; ma c'è un intervento decorativo che muta la severità di strutture molto nitide anche se morbide e fluide, a cominciare dei tessuti felpati e screziati, i tweed multicolori, i boucle mischiati e muschiati. Spirito britannico nelle giacche country antracite e carbone della donna di Motivi, rischiarate da bluse in azzurro cipriato; gusto di Irlanda nei blazer stilizzati e colorì indiani, arancio, rosa, e la cangiante tavolozza dei bordò e viola. L'orlo scende liberamente dal ginocchio in giù, 1 pantaloni si amplificano, il tailleur pantaloni è in velluto liscio, color terracotta. L'alternativa è la linea matita, il movimento assicurato dalle pieghe cucite o stirate, in lane secche, sete fruscianti e veli trasparenti, scivolati su fodere scure per una sera tanto sobria. Lucia Sollazzo
Persone citate: Lucia Sollazzo, Mariella Burani, Nicola Trussardi, Pier Luigi Pizzi, Romano Battaglia, Sellani
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