Gelli rivuole i soldi svizzeri
Gelli rivuole i soldi svizzeri Gelli rivuole i soldi svizzeri ROMA — Con un atto di diffida presentato dai suoi difensori, gli avvocati Maurizio e Claudio Di Pietropaolo, Licio Gelli sta tentando di riottenere la disponibilità dell'ingente somma di denaro, circa 130 miliardi di lire, che dal 1982 è sotto sequestro presso due istituti bancari svizzeri. Gelli ha fatto notificare l'atto ai liquidatori del Banco Ambrosiano perché revochino la costituzione di parte civile ai suoi danni e rinuncino alle azioni di sequestro proposte davanti al tribunale di Ginevra, in seguito alle quali sono stati bloccati i suoi conti in terra elvetica. La richiesta dell'ex capo della loggia P2 sì basa su una disposizione del Codice civile (art. 1304), in base alla quale se uno dei debitori in solido fa una transazione sull'importo complessivo con il creditore, l'atto ha effetto anche per gli altri se dichiarano di volerne profittare. Secondo questa interpretazione, le pretese risarcitorie che i liquidatori dell'ex Banco Ambrosiano di Roberto Calvi vantano nei confronti di Gelli ed in base alle quali tengo¬ no bloccati i suol conti correnti in Svizzera, dovrebbero considerarsi decadute in seguito all'accordo di transazione stipulato nel maggio del 1 984 tra lo Ior, lo stesso Banco Ambrosiano e una holding del Lussemburgo. Con quell'operazione lo Ior estinse le proprie obbligazioni per il fallimento dell'Ambrosiano. La transazione, che avrebbe ottenuto il visto della Banca d'Italia, prevedeva che metà della somma pattuita, circa 125 miliardi, andasse al Banco Ambrosiano; altri 125 miliardi dovevano essere versati alla holding costituita dalle banche estere, anch'esse creditrici per il «crack». Secondo l'accusa contestata a Gelli dai giudici istruttori milanesi Pizzi e Brichettl, Gelli avrebbe ottenuto soltanto una «tangente» di circa otto milioni e mezzo di dollari dalle operazioni di trasferimento di capitali che determinarono il dissesto finanziario della banca di Calvi. Come tutti gli imputati, però, Oelli dovrebbe essere chiamato a risarcire in solido tutto il danno cagionato, calcolato in circa mille miliardi di lire. (Ansai
Persone citate: Gelli, Licio Gelli, Pietropaolo, Roberto Calvi
Luoghi citati: Ginevra, Lussemburgo, Roma, Svizzera
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