Giornalisti crumiri a Bonn
Giornalisti crumiri a Bonn Scioperano i poligrafici contro la proposta del lavoro festivo Giornalisti crumiri a Bonn DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Tredici quotidiani tedeschi su 375 non sono usciti venerdì, un'altra dozzina ha mancato ieri l'appuntamento con le edicole e gli abbonati. Fra i maggiori la Frankfurter Rundschau, il Weser-Kurier, le Bremer Nachrichten. Molti altri giornali sono usciti in dimensioni ridotte. E' una situazione inconsueta in Germania, e nasce da un'agitazione dei poligrafici. Lo sciopero è stato proclamato daU'/j? Druck und Papier, uno dei diciassette sindacati raccolti sotto l'ampia cupola del Dgb, la lega sindacale tedesca. L'Jp Druck raggruppa 165 mila dipendenti delle imprese di stampa. La ragione del contendere è quella che viene definita 'banalizzazione del lavoro festivo: Si tratta del progetto delle imprese di estendere alle tipografie ordinarie quel lavoro nelle giornate di sabato e domenica che finora si è fatto soltanto dove si stampano quotidiani. La polemica si iscrive in un dibattito che da tempo è in corso: soprattutto dopo che Oskar Lafontaine, capo del governo regionale della Saar e vicepresidente del partito socialdemocratico, ha lanciato l'idea del lavoro festivo generalizzato come sistema per far girare le macchine superando i tempi morti. In questo modo si possono tecnicamente finanziare, nella visione di Lafontaine, riduzioni di orario individuali capaci, a parità di salario, di assorbire la disoccupazione. La proposta del vicepresidente deìl'Spd ha suscitato una tempestosa polemica fra il partito e il sindacato: al tempo stesso accreditando l'ambizioso dirigente come un possibile candidato alla Cancelleria federale per le elezioni in programma nel dicembre dell'anno prossimo. Sul tema del lavoro domenicale hanno preso posizione anche le Chiese: sia i cattolici sia i protestanti sono istituzionalmente contrari all'introduzione del «settimo giorno» nella normale routine produttiva, se non come eccezione legata alle particolarità di certi settori, come quelli legati al turismo o alla ristorazione o ai trasporti. Fra Ylg Druck e i rappresentanti delle imprese editoriali è in corso il rituale tentativo di composizione, caratteristico della prassi tedesca in materia di relazioni industriali. Un primo incontro si è svolto venerdì a Magonza senza successo, un altro è in programma domani. Ma il sindacato ha fatto sapere che contemporaneamente riprenderà lo sciopero. Dunque i giornali usciranno regolarmente domani (e anche oggi saranno in edicola i domenicali): ma le edizioni di martedì subiranno prevedibilmente lo stesso destino di quelle di venerdì e sabato. Una polemica aggiuntiva si è sviluppata attorno all'atteggiamento dei giornalisti. In alcuni quotidiani, come la Frankfurter Allgemeine Zeitung o la Sueddeutsche Zeitung, le redazioni sì sono date da fare per ridurre al minimo le conseguenze dell'agitazione dei poligrafici. Ma le due principali associazioni che rappresentano i giornalisti tedeschi, la Djv e la Dju, hanno invitato la categoria a scioperi di solidarietà che gli editori considerano illegali. Molto caute le forze politiche. Ieri il gruppo parlamentare dei Verdi ha reso pubblico un comunicato di solidarietà con gli scioperanti. Costringere la gente a lavorare il fine settimana, fanno sapere i deputati ecologisti, è «un clamoroso attacco alla convivenza culturale e sociale». Su questo punto la posizione dei Verdi è diametralmente opposta a quella dell'ala socialdemocratica che fa capo a Oskar Lafontaine. a. v.
Persone citate: Bremer, Lafontaine, Oskar Lafontaine
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