Un canadese contro Francis di Giorgio Barberis

Un canadese contro Francis Hanno avuto inizio a Budapest i Mondiali di atletica, ma anche in Ungheria tiene banco il causo Johnson li velocista Desai Williams, accusato dall'allenatore: «Non so perché ha fatto il mio nome» - Sarà regolarmente in gara - Ieri Floris ottimo quarto sui 200, oggi speranze per Andrei e la Salvador (marcia) * n DAL NOSTRO INVIATO BUDAPEST — Le rivelazioni di Charlie Francis, ex allenatore dei velocisti canadesi, che coinvolgono — oltre a Ben Johnson — Desai Williams, Tony Sharpe e Angella Issayenko, scuotono la prima giornata dei mondiali indoor di atletica, festeggiata da Sandro Floris con un Insperato quarto posto sul 200, mentre Tonino Viali e Ileana Salvador sono volati verso le odierne finali degli 800 e della marcia. Prima le polemiche. La Iaaf, per voce del proprio segretario generale, il britannico John B. Holt, prende le distanze da Francis annunciando che, comunque, i regolamenti non prevedono di invalidare le gare archiviate. A sua volta lo svedese Ame Lungqvist, presidente della commissione medica e vice di Nebiolo alla Iaaf, oltre a ribadire che «per combattere il doping sono più importanti i controlli durante gli allenamenti' non esclude che Johnson potesse esser positivo anche ai Mondiali di Roma: «Lo stanozolol per il quale Johnson è stato trovato colpevole all'Olimpiade è molto difficile da individuare e non tutti i laboratori ci riescono'. Per la cronaca va ricordato che gli esami antidoping di Roma '87 vennero effettuati presso il laboratorio del Coni. Intanto la delegazione canadese non pare dar troppo peso alle parole di Francis. Desai Williams, chiamato in causa, mostra stupore: 'Non so proprio perché Charlie abbia fatto il mio nome, né a che gioco voglia giocare. Appena posso, gli telefono perché credo mi debba delle spiegazioni. A me non risulta di aver mai preso nulla di proibito». Sulla posizione di Williams, che domani gareggerà nei 60, interviene Bruce Savage, membro della commissione medica canadese, a Budapest, capo delegazione: «C'è un'inchiesta in corso, un interrogato ha detto certe cose, ma finché non vengono avallate dalla commissione, non rappresentano altro che una testimonianza da verificare. Non c'è dunque motivo perché Desai Williams non gareggi regolarmente'. . Chiamato in causa, seppu¬ re in modo marginale per spiegare altre situazioni, anche Pierfrancesco Pavoni non ha granché da aggiungere. -E' vero quanto sostenuto da Francis — dice — e cioè che quando Johnson si infortunò il dottor Astaphan era in Italia. Io lo avevo conosciuto nel periodo trascorso in Canada a cavallo tra il dicembre '87 e il gennaio '88. Anzi, posso dire che gli devo molto in quanto mi ha guarito del malanno che lamentavo alla schiena. Ma per il resto niente: proposte di assumere anabolizzanti non me ne ha mai fatte». Sotto accusa, a questo punto, potrebbero venir messi gli amminoacidi di cui molti atleti fanno uso: ma finora nessuna norma ne vieta per ora l'uso. Intanto i mondiali indoor, il cui dato di partecipazione ufficiale è di 391 uomini e 183 donne in rappresentanza di 64 Paesi, hanno assegnato i primi tre titoli confermando, rispetto a Indianapolis '87, soltanto Nellie Cooman al bis sui 60. La finale più bella è stata indubbiamente quella maschile degli ostacoli che ha ripetuto, ai primi due posti, l'arrivo di Seul con Kingdom davanti a Jackson. Lo statunitense ha compiuto una gara in gran rimonta, visto che il britannico era schizzato fuori benissimo dai blocchi, al pari del sovietico Kazanov. Mai in gara, praticamente, invece il campione uscente, l'altro statunitense Campbell. La finale dei 200 è stata quella più sofferta in quanto vedeva, in terza corsia, il cagliaritano Sandro Floris (24 anni il prossimo 12 giugno), che ha confermato i progressi delle ultime gare: quinto due settimane fa agli Euroindoor in Olanda, quarto ieri (grazie anche alla squalifica di Caetano Da Silva per invasione di corsia): davanti a lui i britannici di colore Regis e Mafe e lo statunitense bianco (una rarità per la velocità americana) Little. Avesse avuto una corsia più estema forse Floris poteva anche ottenere il bronzo. Pazienza, c'è la concreta speranza che per l'Italia l'appuntamento con la medaglia sia rinviato soltanto a oggi, con Andrei e Salvador. Giorgio Barberis Un canadese contro Francis