Cravero: «E adesso tocca a noi» di Curzio Maltese

Cravero: «E adesso tocca a noi» Cravero: «E adesso tocca a noi» DAL NOSTRO INVIATO ASTI — «D'accordo?». L'urlo liberatorio di Wanna Marchi, pardon, del commercialista Zunino, che ha risolto l'inquieta asta Intorno al Torino, è giunto con tarda eco alla squadra. Rintanati a Valle Benedetta, angolo dolce di Monferrato dove difficilmente si apprenderebbe anche dello scoppio di una guerra termo-nucleare, Cravero e compagni hanno saputo della novità all'alba dal giornalisti e dal giornali. Si sono scambiati la notizia in un tam-tam frenetico tra i corridoi, hanno avuto conferma da Claudio Sala, informato nella notte da un amico di amici. La prima sensazione è di sollievo. La teoria di personaggi ('alcuni un po' strani» ammette Sala) che sfilava da mesi alle porte della società, imprenditori veneti e re delle carni, oscure cordate e Berlusconi di provincia, cominciava a dare sui nervi alla truppa. E più d'uno temeva che la scena finale dell'asta sarebbe stata quella, indimenticabile, di Guido Angeli vicino alla sedia vuota del caro defunto (il Torino, non Alazzone). Dallo spogliatoio granata rimbalzano le stesse domande che si fanno i tifosi: da dove viene il nuovo presidente? Quanti soldi ha e quanti vuole investirne nel Torino? E, tanto per cominciare, venderà Cravero? La conferma del capitano è lo spartiacque nel giudizio del popolo granata. Ma lui, Cravero, sarà contento poi di restare in granata? 'Eccome — dice subito Roberto — ho un contratto fino al '92, al Toro ci sto benissimo da sempre, tanto più ora che si scorge finalmente la possibilità di uscire daltunnel. Tra l'altro non penso che uno prenda il Torino e per prima cosa, come biglietto da visita, venda il capitano. Le pare?». Gian Mauro Borsano, per lui è poco più di un nome, un viso intravisto in tribuna: «E' venuto domenica per la prima volta allo stadio e abbiamo vinto. Ci ha portato fortuna. Lo invitiamo a Bergamo, dove di fortuna avremo tanto bisogno: Si dice che nella riffa finale sia stata la longa manus della Fiat a pescare il bussolotto col nome del piemontese Borsano, opposto agli 'Stranieri: n sussurro non scuote il cuore granata di Cravero, che fa spallucce: 'Circolava la stessa voce a proposito di Sergio Rossi, che poi si è rivelato un dirigente grande e appassionato. E non mi pare che telefonasse ad Agnelli quando aveva un buon giocatore. La mia speranza è che la nuova dirigenza sappia ripartire proprio dal Torino di Sergio Rossi, Nizzola e Moggi. Quella di Gerbi e De Finis, per loro stessa ammissione, era una parentesi. Se hanno sbagliato, non è stato in malafede. Alla fine mi pare abbiano fatto il possibile per lasciare la società in buone mani, come avevano promesso: Sorvoliamo sul silenzio (stampa) degli altri e arriviamo al buonumore di Claudio Sala: 'Ho letto che il presidente ha soltanto un anno più di me. Bisogna ammettere che ha fatto ben altra carriera... Scherzi a parte, avere un presidente giovane e torinese, anzi torinista, mi sembra un gran colpo, dopo le ultime voci di cordate un po' curiose. Un presidente venuto da fuori, per fare un affare, avrebbe creato qualche preoccupazione. Il Torino conserva un lato romantico, sentimentale, che si può anche sentire come superato. Ma fa parte del suo fascino e va rispettato. Ora tutto torna nella regola, la chiusura di questa vicenda dev'essere uno stimolo in più per tutti. E' stata una settimana positiva: la vittoria sulla Lazio, ora il riassestamento della società. Sento nell'aria una svolta importante. Ma dipende tutto da loro...» conclude Sala, indicando i ragazzi che sfilano dopo il pranzo e tornano a caccia di giornali, in attesa di avere notizie dalla conferenza stampa dei nuovi padroni. La morale è affidata ancora a Cravero: 'Prima è saltato l'allenatore, ora è toccato al presidente. Cosi ci siamo giocati anche l'ultimo alibi. Rimarrebbero da cambiare i calciatori, ma non si può. Cerchiamo almeno di cambiare testa, come già è in parte successo: la salvezza è ancora lontana'. Chiaro, no? Curzio Maltese

Luoghi citati: Bergamo, Lazio, Monferrato