Trapianti a grappolo

Trapianti a grappolo Trapianti a grappolo SERGIO QUINZIO Nel breve giro di tre o quattro giorni l'equipe del prof. Raffaello Cortesini ha eseguito a Roma due clamorosi trapianti «a grappolo». Il «grappolo» è impoeticamente costituito, in questi casi, da un pacco di visceri estratti da un cadavere: fegato, pancreas, duodeno, intestini. Qualche settimana fa i giornali portavano, dall'America, la notizia di altri trapianti simultanei multipli, esapli per l'esattezza: cuore, reni, polmoni, fegato. Il trapianto di un organo, che ben pochi anni fa sembrava un'audacia al limite della follia, si avvia a diventare un intervento di mutine. E intanto aspettiamo le prossime tappe. Ci sono dei trapianti, come quelli di rene, che garantiscono ormai risultati validissimi. Di altri si sa molto meno. Non capita facilmente di leggere statistiche in proposito, e agli esiti infausti i mass-media non dedicano i titoli trionfali con i quali annunciano interventi sempre più avanzati. In un'intervista pubblicata ne // Giornale del 28 febbraio con il titolo «Il miracolo di Roma nelle parole del suo artefice: "Siamo entrati nell'era del trapianto a grappolo"», il prof. Cortesini spiega che la via aperta, quella dei «trapianti in oncologia», è destinata a «superare la barriera della inoperabilità». I malati finora inoperabili verranno svuotati e riempiti con i visceri di un cadavere. Io credo che sia molto difficile dare giudizi, o anche soltanto esprimere sensate opinioni su una prospettiva del genere. Troppo facile demonizzarla, ma troppo facile anche esaltarla come una magnifica conquista. Il prof. Cortesini è un illustre chirurgo non solo — mi dicono — di formazione ma di attiva militanza cattolica, e dichiara di aver proceduto dopo che il comitato etico costituito presso il suo centro ospedaliero aveva deciso, all'unanimità, per il sì. Verosimilmente, nel chiuso dell'ospedale, a decidere non saranno stati solo dei medici; ci sarà stato, im magino, almeno un teologo moralista. Pecca to non poterne sapere di più. E' vero comunque che i moralisti cattolici — perfsempio padre Perico, che per il Dizionario enciclopedico di teologia morale delle Paoli ne ha compilato la voce relativa — incorag giano per lo più gli entusiasmi dei più'audàci trapiantisti. Ma ci sono anche non trascurala li eccezioni, come quella rappresentata dal cardinale Martini, secondo il quale fra le «di verse tecnologie esistenti nel campo sanitario le meno costose sono quelle che salvano più vite... I trapianti di organi, per il loro costo elevato e per la carenza di risorse, conducono di fatto a una dolorosa selezione dei pazien ti... Occorre risparmiare in quelle tecnologie che si applicano per puro prestigio o per la loro novità, ma che non sono utili o adeguate secondo l'equazione costo-efficacia». Quanto alla suprema gerarchia ecclesiastica, tace: anche qui un silenzio-assenso? L'impressione prevalente è che i cattolici memori forse dei pronunciamenti antiscientifici del passato, si mostrino più realisti del re, approvando a priori con euforico consenso anche ciò che, in rapporto all'accanimento terapeutico e al fatale rischio del commercio d organi, suscita dubbi e riserve nei laici più pensosi.

Persone citate: Cortesini, Perico, Raffaello Cortesini

Luoghi citati: America, Roma