Dura stretta al credito

Dura stretta al credito Il Tesoro aumenta il tasso di sconto dal 12,50 al 13,50 Dura stretta al credito L'intervento sollecitato da Ciampi per arginare l'inflazione - Passivo record della bilancia commerciale: 4289 miliardi a gennaio - In Italia un costo del denaro fra i più alti del mondo ROMA — Nell'aria da giorni, la stretta creditizia è arrivata. Da lunedì il denaro costerà di più. Il ministro del Tesoro Amato, su proposta del governatore Ciampi, che ha voluto «bruciare» i tempi, ha deciso ieri di aumentare di un punto il tasso ufficiale di sconto (il denaro prestato da Bankitalia alle banche), che sale cosi dal 12,50 al 13,50 per cento, una quota tra le più ale nel mondo. La precedente variazione risale al 25 agosto '88, quando il tasso fu elevato dal 12 al 12,50%. La misura (che non è piaciuta alla Confindustria) è stata presa per stroncare le aspettative inflazionistiche, ma avrà conseguenze sull'attività produttiva e l'occupazione. Non è stata una decisione -presa a cuor leggero", ha detto Amato. Ma i ripetuti richiami di Ciampi non lasciavano spazio. Il «governatore» ha voluto «bruciare» i tempi: il disavanza pubblico viaggia verso i 140 mila miliardi, l'inflazione a febbraio ha sfondato il «tetto» del 6,3%, la bilancia dei pagamenti ha avuto a gennaio un «buco» di 1300 miliardi. E proprio ieri, il colpo di grazia, il dato del deficit commerciale di gennaio: 4289 miliardi, una cifra senza precedenti negli annali statistici. (Servizi a pagina 10)

Persone citate: Ciampi, Tesoro Amato

Luoghi citati: Italia, Roma