I sogni e le bugie del dottor Bulgakov di Lia Wainstein

I sogni e le bugie del dottor Bulgakov LA PRIMA BIOGRAFIA SOVIETICA RIVELA ASPETTI E MOMENTI IGNOTI DI UN COMPLESSO PERSONAGGIO I sogni e le bugie del dottor Bulgakov A Mosca è uscita nel 1988, una biografia di Michail Bulgakov, un fatto che, a prescindere dal valore intrinseco dell'opera, assume un'importanza eccezionale per una serie di motivi: innanzitutto è la prima biografia sovietica di uno dei maggiori scrittori russi di questo secolo, ed è un'opera storico-critica la cui autrice, Marietta Cudakova, che da anni si dedica allo studio di Bulgakov, si attiene a rigidi criteri scientifici Dell'attuale Descrizione della vita di Michail Bulgakov (Zizneopisanie Michaila Bulgakova, Ed. Kniga, 493 pagine In caratteri piccoli) è uscita una versione abbreviata nel mensile Moskva (nn. 10, 12; 1987 e nn. 11, 12; 1988). Nello stesso periodo è stata finalmente pubblicata la raccolta, curata più di vent'anni or sono, da Elena Bulgakova, vedova dello scrittore e da S. Ljandres, con una postfazione della Cudakova, dei ricordi dei parenti, di attori ed amici (Vospominanija o Michaile Bulogakove, ed. SovetsldJ pisatel, Mosca, pagine 526). E sempre in quel fortunato 1988 è uscito in Italia un volume con tre romanzi di Bulgakov — La guardia bianca, Romanzo teatrale, 17 Maestro e Margherita — con un saggio introduttivo di Vittorio Strada e una Nota biografica di Mariella Cudakova (Einaudi). Con la sua enorme documentazione. U libro della Cudakova colma, trascorso quasi mezzo secolo dalla morte dello scrittore (1940), una vistosa lacuna in un Paese come lTJrss in cui, a perestrojka e glasnost già proclamate, il nuovo Dizionario letterario enciclopedico (1987) lasciale voci 'Gumilev' o »Mandelstarti' o 'Pasternak' o «C/iodaseviC' prive di 'letteratura sullo scrittore'. Nel caso di Bulgakov, benché in Urss vi siano vari articoli e saggi di Paustovsldj, Kaverin, Laksin, ecc. il Dizionario cita un'unica, poco attendibile opera sovietica, La via creativa di M. Bulgakov di L. Janovskaja (1983). A metà degli Anni Sessanta, quando uscirono, dopo decenni di silenzio, il Romanzo teatrale e II Maestro e Margherita, a molti sovietici, secondo la Cudakova, lo scrittore 'Sembrò il modello a lungo bramato, un oggetto degno di fede e reverenza. Vari strati della società gli attribuirono i propri valori, ai quali nella sua persona s'inchinarono. La società aveva bisogno di una leggenda...'. E siccome mancava ogni cenno sulla vita di Bulgakov, le opere stesse, lette ora per la prima volta — il Romanzo teatrale, con il suo carattere ovviamente autobiografico, e gli spazi offerti alle identificazioni biografiche nel Maestro e Margherita — suggerirono un simile atteggiamento. Fioccarono le valutazioni bell'e pronte, imposte dall'alto a fini inibitori, nel tentativo di mitigare la netta preferenza del pubblico per questo «nuovo» scrittore degli Anni Venti e Trenta, a danno dei suoi contemporanei dall'autorevolezza ufficializzata Molte furono le deformazioni introdotte in questa biografia appena iniziata. In conformità con l'usanza, invalsa nell'ultimo quarto di secolo, di narrare la storia patria ricorrendo alle allusioni ricorda la Cudakova — gli ammiratori di Bulgakov si sono abituati ad esporre la sua biografia in un modo ambiguo. E' quindi necessario ammonire i lettori sovietici di «non cercare allusioni in questo libro' e di tener presente che esso si fonda esclusivamente sui fatti. Un materiale abbondante è stato fornito dall'archivio di Bulgakov, che la tersa moglie, Elena, vendette allo Stato a metà degli Anni Sessanta, e che la Cudakova venne incaricata di riordinare. La Cudakova ebbe inoltre molti incontri con ia vedova dello scrittore, rintracciò la prima moglie, una sorella di Bulgakov, numerosi amici ed attori. Dal fitto intreccio delle testimonianze —i diari di Elena a partire dal 1933, le lettere dello scrittore, appunti, memorie, conversazioni, brani inediti delle opere — integrato da commenti e giudizi della biografa, emerge il ritratto a tutto tondo dello straordinario personaggio che fu Bulgakov. Lo vediamo nell'ambiente famigliare a Kiev, nelle città di provincia dove esercitò la medicina, a Mosca mentre si dibatte tra mille difficoltà con la censura, i teatri, i critici. Nel 1929, trovandosi in una situazione disperata, Bulgakov scrisse a Stalin e a sei altri membri del governo, e dopo la telefonata del dittatore ottenne il posto di aiuto-regista al Mehat, il Teatro d'arte di Mosca, diretto da Suinislavsldj. Vari fatti significativi, tuttavia, come si apprende ora, rimasero a lungo sconosciuti, in parte per colpa dello stesso Bulgakov. mosso dall'istinto di autoconservazione. Quando per esempio scrive: -Ad autunno inoltrato, mentre viaggiavo su un treno sgangherato, decisi di abbandonare la medicina' Bulgakov 'Omette la circostanza che sta viaggiando con le spalline di un medico dell'Esercito bianco, e che solo il tifo, cui soccombette, gli impedi, come allora per lui sarebbe stato naturale, di seguire l'Esercito bianco, all'inizio del 1920 costretto a ripiegare oltre i monti del Caucaso'. Corse quindi un rischio gravissimo quando i comunisti occuparono Vladikavkaz. Era credente, ma dopo la sua morte ( 1940) la messa funebre, dati i tempi, si dovette celebrare a Kaluga, in provincia, e non a Mosca. Queste circostanze e la sua integrità morale rendono sconcertante il progetto, realizzato nel 1939, di scrivere un dramma su Stalin. I teatri sovietici si premuravano allora di dare qualche dramma ispirato al ruolo storico del dittatore, e al Mehat, teatro modello, si pensò che l'autore più indicato fosse Bulgakov "poiché non avrebbe scritto un testo banale o falso... Gli dissero che un simile lavoro avrebbe significato una completa svolta nella sua situazione... poteva egli forse non sognare la rinascita delle sue opere?-. Sceglie dunque come argomento Stalin il giovane rivoluzionario, impulsivo, franco e cocciuto, che si fa espellere dal seminario di Tiflis, si butta nel lavoro rivoluzionario, dirige lo sciopero di Batum (1902) ed è poi deportato nella regione di Turuchansk. Non gli avevano permesso né di recarsi all'estero, né di trasferirsi in un appartamento di quattro camere, e nemmeno di far venire da fuori una macchina da scrivere... E le speranze riposte nel dramma Batum falliscono: dall'alto arriva un secco «no», non è le¬ cito raffigurare Stalin in una situazione immaginaria, è proibito recitare e pubblicare Batum, e per giunta si accusa Bulgakov di aver voluto gettare un ponte al fine di migliorare l'atteggiamento delle autorità nei suoi confronti. Qualche illusione la deve pur aver nutrita. Tra gli appunti della moglie vi sono certi racconti comici improvvisati sull'amicizia con il dittatore, che convoca Bulgakov al Cremlino, vedendolo scalzo gli regala gli stivali di Molotov, ordina al Mehat di recitare e pagare un'opera di Bulgakov e diventa suo amico. Almeno in parte, la fantasia non è poi tanto lontana dalla realtà, a tratti sembra che nella Mosca di Stalin, incupita da processi, delitti, repressioni. Bulgakov conduca proprio la vita di un drammaturgo sulla cresta dell'onda. Frequenta l'opera, dà delle cene raffinate, è ospite dei diplomatici americani. D 23 aprile 1935 (quell'anno vennero abolite le tessere alimentari e le limitazioni per chi non era di origine proletaria, e furono ripristinati i gradi nell'esercito e le feste di Capodanno) i coniugi Bulgakov si recano al ballo all'ambasciata. -Nella sala con le colonne si balla, dietro la rete che separa l'orchestra vi sono degli uccelli vivi e dei fagiani. Si cena ai tavolini nell'enorme sala da pranzo, in un angolo vi sono degli orsacchiotti vivi, dei capretti e dei galli in gabbia... la tavola con i piatti delle vivande era coperta di una stoffa verde trasparente e illuminata dall'interno: Qualche particolare si ritroverà ne II Maestro e Margherita. Lia Wainstein Bulgakov con Elena e il figlio Sergej dieci giorni prima di morire

Luoghi citati: Italia, Kiev, Maestro, Mosca, Urss