Stupro carcere per chi non interviene di Francesco Santini

Stupro, carcere per chi non interviene La Camera introduce il reato di omissione di soccorso in caso di violenza sessuale Stupro, carcere per chi non interviene Da 3 mesi a 5 anni - Non c'è bisogno che l'abuso si verifichi, basta la situazione di perìcolo - Il sottosegretario alla Giustizia: «E' un paradosso da non accettare, chi assiste ad un omicidio e non fa nulla rischia solo una multa» ROMA — Chi non interviene o non avverte le forze dell'ordine di fronte ad un tentativo di violenza sessuale o ad uno stupro rischia di finire in carcere. Nasce così un nuovo reato: l'omissione di soccorso in caso di violenza sessuale; e non c'è bisogno che lo stupro si verifichi, è sufficiente una situazione di pericolo. Con un emendamento a sorpresa del parlamentare «verde» Gianni Lanzinger, la Camera, che sta votando la nuova legge sulla violenza, modifica il codice penale. Introduce infatti l'articolo 593 bis, con pene pesanti: da tre mesi ad un anno di reclusione per chi vede e tace; da sei mesi a due anni se c'è una lesione personale; da due a cinque anni in caso di morte della persone che subisce violenza. Pene ancor più severe sono previste se l'omissione è del genitore, del tutore, dell'adottante, del coniuge o di un pubblico ufficiale. L'innovazione è importan¬ te, di quelle che fanno discutere. Dicono alla Camera: «Si vuol scuotere la coscienza collettiva, va risvegliata l'assuefazione di quanti tirano dritto e negano assistenza a chi è in pericolo o sta già subendo lo stupro». Il Parlamento vota sull'onda dell'emozione una norma che aprirà polemiche e contenziosi a non finire. Spiegano i tecnici del ministero di Grazia e giustizia: 'Si arriva al paradosso, con una sanzione più grave per chi non interviene nell'ipotesi di violenza sessuale rispetto a chi non impedisce un omicidio». La Camera applaude gli oratori e approva: 433 presenti, 329 voti a favore, 103 contrari, un'unica astensione. Sull'omissione di soccorso si compone una maggioranza eterogenea. Ma tutto andrà ratificato dal Senato e molte sono le resistenze annunciate. Dice Gianni Lanzinger che ha proposto il nuovo articolo-.'L'obiettivo della norma è la prevenzione dello stupro». Ma il sottosegretario alla Giustizia, Castiglione, commenta: «Se qualcuno assiste senza intervenire o darne avviso alle autorità al palpeggiamento di una persona che subisca anche un graffio nel resistere, potrebbe essere punito con la reclusione da sei mesi a due anni. Se la stessa persona assiste senza intervenire o avvertire la polizia ad una uccisione, alla tortura o a una sevizia, può essere punito soltanto con una multa». Il codice penale in vigore, all'articolo 593, prevede per l'omissione di soccorso, una multa di 300.000 lire o la reclusione fino a sei mesi. Castiglione aggiunge: "Questo sistema irrazionale di introdurre nuove sanzioni penali non può essere condiviso dal governo che si vedrà costretto, al Senato, a chiedere quanto meno una correzione, con evidente ritardo nell'approvazione della legge». Il nuovo articolo rende senza dubbio più difficile l'iter legislativo della nuova normativa sulla violenza sessuale. Ieri la Camera ha accantonato i problemi più scottanti e ha rinviato il voto a martedì 7 febbraio. I nodi da sciogliere restano due: la procedibilità d'ufficio e il riconoscimento del diritto alla sessualità tra i minori di 14 anni. Sulla procedibilità il partito comunista sembra ammorbidirsi. Potrebbe, infine, essere ratificata la norma già approvata al Senato che ammette il «doppio regi- NELLO SPORT me». Si tratta di stabilire se all'interno della coppia la donna possa essere lasciata libera di scegliere la via della querela di parte per difendersi dalla violenza o debba intervenire d'ufficio l'autorità giudiziaria come vogliono i comunisti. Dice Tina Anselmi: "Sappiamo tutti che la legge sulla violenza sessuale passerà soltanto con il compromesso del doppio regime». Ma subito aggiunge: «Ricordate però che il problema dei minori viene prima». Sono in corso colloqui e incontri. Si spera di arrivare ad una soluzione. Stessa situazione per il discusso articolo 10 soppresso l'altra notte. C'è la possibilità di un accordo per ammettere le organizzazioni femminili nel ruolo di parte civile nel processo. La democrazia cristiana chiede che le associazioni siano riconosciute da almeno due anni e non abbiano scopo di lucro. Francesco Santini

Persone citate: Castiglione, Gianni Lanzinger, Tina Anselmi

Luoghi citati: Roma