Un pirata nel computer del Pentagono: il Kgb di Alfredo Venturi
Un pirata nei computer del Pentagono: il Kgb Tre esperti arrestati in Germania, uno è drogato Un pirata nei computer del Pentagono: il Kgb Saccheggiati anche ì segreti militari dell'Italia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Un po' di soldi, un po' di droga, un po' di minacce: è bastato poco al Kgb, il servizio segreto sovietico, per avere accesso ai più delicati segreti dell'Occidente. Tre giovani esperti tedeschi di informatica gli hanno fornito le chiavi elettroniche per saccheggiare le banche-dati più preziose. In quello che viene definito il più importante caso di spionaggio scoperto in Germania dopo l'affare Guillaume, si fa l'elenco dei santuari violati. Si va dagli archivi elettronici del Pentagono a quelli dei laboratori atomici di Los Alamos, dall'ente spaziale americano Nasa a quello europeo Esa, dalla banca-dati del gruppo industriale franco-italiano Thomson fino alle memorie computerizzate di importanti istituzioni scientifiche: come il Cern di Ginevra, l'istituto Max Planck per la fisica nucleare di Heidelberg, l'acceleratore di particelle Desy di Amburgo. La notizia è venuta fuori improvvisa ieri sera dal Norddeutscher Rundfunk, una delle emittenti radiotelevisive pubbliche tedesche. La Ndr ha citato Alexander Prechtel, portavoce della Procura federale di Karlsruhe. Costui parla dell'arresto di tre persone, e del sospetto che grava loro addosso di -essersi procurati illegalmente informazioni attraverso la pirateria elettronica e di averle cedute dietro compenso a un servizio segreto orientale». Ma oltre ai dati avrebbero ceduto anche qualcosa di più: il modo di procurarsene sistematicamente altri. Cioè codici, programmi, parole d'ordine: tutto l'armamentario indispensabile per penetrare nelle memorie elettroniche. Avrebbero fornito ai sovietici, in particolare, il modernissimo software CAD/CAM, e persino i piani di fabbricazione dei più aggiornati microchips occidentali. Più tardi nella serata lo stesso ministero federale dell'Interno ha confermato l'arresto di «alcune persone» a Amburgo, Hannover e Berlino, precisando che gli arresti sono il punto d'arrivo di indagini che il controspionaggio conduceva ormai da parecchi mesi. Dettaglio sconcertante: uno dei tre tedeschi coinvolti in questa vicenda è un tossicodipendente. Tutti e tre sono stati avvicinati a Hannover, tre anni fa, da due altri cittadini federali, agenti del Kgb. Pochi mesi più tardi, era l'estate dell'85, i dettagli di questa fruttuosa cooperazione sono stati messi a punto a Berlino-Est, in una sede che il Kgb ha nella Leipzigerstrasse. E da quel momento in avanti una quantità di dati ultrasensibili e segretissimi sono stati regolarmente forniti alla vorace curiosità dei russi. Fra le provenienze si elencano Stati Uniti, Giappone, Gran Bretagna, Francia, Italia, Svizzera, Repubblica Federale. Relativamente modesto il prezzo: centomila marchi, poco più di settanta milioni di lire. h'Ndr riferisce che il Bka, la polizia federale, assieme alle polizie di numerosi Laender coordinate dalla procura di Karlsruhe ha perquisito almeno sei abitazioni a Berlino e Hannover, sequestrando una quantità di materiale. Ovviamente si ritiene che la rete di spie sia molto estesa, le indagini continuano non soltanto in Germania. Ancora citato dall'emittente il capo del controspionaggio tedesco, Gerhard Boeden, ha sottolineato come l'accaduto confermi una realtà preoccupante: i sistemi informatici dell'Occidente non sono abbastanza difesi contro il rischio dell'accesso illegale. Nata quasi per gioco, la pirateria elettronica ha sviluppato tecniche raffinatissime. Il suo impiego da parte del grande spionaggio era inevitabile, forse anche atteso. Alfredo Venturi
Persone citate: Alexander Prechtel, Gerhard Boeden, Heidelberg, Thomson
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