Andreotti «salva» Roma e Lazio di Massimo Gramellini
Andreotti «salva» Roma e Lazio Andreotti «salva» Roma e Lazio Il ministro risolve i problemi delle due squadre convincendo Gaucci a diventare presidente biancazzurro e Bocchi a finanziare i giallorossi ROMA — Gran ribaltone nel calcio romano: Gaucci lascia la Roma e diventa presidente della Lazio, Bocchi smette di finanziare la squadra dei Calieri e si trasferisce, con la stessa mansione, sotto le bandiere di Dino Viola. Tradimento? Tutto il contrario, perché il «romanista» Gaucci fin da ragazzino delirava per la Lazio, così come Bocchi non ha mai nascosto il vero colore del suo cuore: giallorosso. Un'operazione tanto suggestiva e ingegnosa non poteva portare che una firma: quella di Giulio Andreotti, regista occulto delle trattative che hanno cambiato faccia alle due società della capitale. Il ministro degli Esteri, tifoso romanista e da sempre -patrono» del football capitolino, non poteva sopportare oltre il declino delle sue due «assistite», ultime a pari merito nella classifica del 1989 e duramente penalizzate dall'imminente chiusura dell'Olimpico, che le obbligherà a giocare per un anno e mezzo nell'inospitale e piccolo Flaminio. La previsione di incassi mediocri avrebbe potuto portare a uno smembramento della Lazio, sottoposta all'assalto dei grandi club del Nord, affamati di Qregucci, Di Canio e Rizzolo. Situazione ancor più triste in casa giallorossa, dove Viola piangeva miseria e rischiava di perdere Ivic, l'allenatore prenotato per la prossima stagione, non essendo in grado di soddisfare le sue richieste di potenziamento, che passano attraverso i nomi -carissimi» di Mikhailichenko e Amoros. Che fare? Niente paura, ci pensa -sor Giulio». Il quale sa che Gaucci, socio di Viola alla Roma, ha dodici miliardi freschi da spendere nel calcio. Solo che l'ex-bigliettaio della Stefer (un'azienda di trasporti della capitale) è stufo di restare nell'om¬ bra: vuole finalmente appagare la sua vanità e l'ambizione di apparire sui giornali e in tivù. In una parola, vuole la presidenza. Una musica che le orecchie di Viola, che di quei dodici miliardi avrebbe bisogno come il pane, si rifiutano di sentire. Gaucci abbozza e quando il senatore Viola chiede ai soci di aumentare il capitale, si rifiuta di versare la sua quota, annunciando di fatto le sue dimissioni. E 1 dodici miliardi? Niente paura, sono sempre lì, pronti all'uso. Andreotti lo sa e concepisce il gran ribaltone. Sia Bocchi che Gaucci sono uomini suoi e si prestano di buon grado al gran ribaltone: Gaucci verserà il gruzzoletto nelle tasche di Bocchi, impossessandosi della maggioranza azionaria della Lazio e emuli dandosi per la presidenza, a spese del Calieri. Bocchi, dal canto suo, smisterà I soldi ricevuti da Gaucci nelle ea.s.se roimiiilnte. portando boccate d'ossigeno lille niUUtiSC dell'ingegner Viola, padrone Analmente (Il costruire la Roma del suol sogni, Ma chi sono 1 due protagonisti principali della trattativa, che verri) ulTlelull/./.ata nel prossimi giorni? -Andreott limi- di ferro, di cevamo. E uomini di vertlco della nuaiv/.a capitolina. Gaucci è il De Finis di Roma: In sua Impresa di pulizie fottura 20 miliardi l'anno. Possiede una scuderia, la -Whlle Star», per la quale ha corso Tony Blu. da poco ceduto ad allevatori giapponesi per 7 milord!, Renato Bocchi è un potente uimn/.loiie, che vanta contatti importanti con rII ebrei della capitale: da queste parti lo chiamano -il cassiere dei giudll-. E' il leader della -Pacchetti» e dell'-Europroirramme», due società di consulenze Immobiliari o finanziarie. Massimo Gramellini
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