L'alleanza Axa-Generali mette Parigi sotto choc

L'alleanza Axa-Generali mette Parigi sotto choc La Francia si interroga, secondo Le Monde un'epoca è al tramonto L'alleanza Axa-Generali mette Parigi sotto choc Liberation parla di «golpe franco-italiano»; Le Figaro titola: «Da un capitalismo all'altro» PARIGI — «/I capitalismo francese è in piena trasformazione. Per la seconda volta in un anno, dopo Moet Hennessy - Louis Vuitton, il presidente di una società quotata è stato messo in minoranza dai suoi azionisti». Questa la reazione di Le Monde all'epilogo della dura battaglia assembleare che ha visto l'asse Axa-Generali (ma tutti i giornali francesi minimizzano l'apporto, pur determinante, della compagnia triestina) prevalere su Bernard Pagézy. E Le Figaro, organo dell'opposizione al governo socialista? n titolo suona «Da un capitalismo all'altro- e si legge, tra l'altro: «Se il tempo delle consorterie di amici non è ancora finito, va comunque detto che la piccola oligarchia che si scambia posti da un consiglio all'altro è ormai sempre di più rimessa in discussione». E si può chiudere la minirassegna stampa con Liberation: 'Il golpe franco-italiano è riuscito». Insomma, in tutto lo schieramento dell'opinione pubblica francese il successo del gruppo Axa-Generali ha prodotto una sensazione notevole. E questo per vari motivi. Innanzitutto, perché non erano in pochi a credere che Vestablishment avrebbe, alla fine, trovato una soluzione a favore di Pagézy o, comunque, un compromesso. E a Parigi provoca un certo choc vedere gli uomini-guida del capitalismo transalpino, tipo Jacques Calvet, patron della Peugeot, spendere il peso del loro prestigio invano con un intervento in assemblea. Secondo, perché stavolta le alleanze tradizionali si sono frantumate secondo la logica degli interessi più che del censo o dei precedenti favori. Ha fatto scalpore, in questa chiave, l'intervento di Robert Lion, direttore generale della Caisse des depóts a favore di Bébéar, aggressore. La Caisse finora si era com- portata da prudente investitore istituzionale e, per giunta, pochi mesi fa Lion e Pagézy si erano trovati dalla stessa parte nella partita per la Société Generale. 'nfine, perché anche stavolta fa capolino nelle grandi partite finanziarie di Parigi la politica. Lo sconfitto Pagézy sostiene di essere intervenuto nella battaglia per la Generale (aggressore, almeno all'apparenza, di matrice socialista contro una privatizzata da Chirac) e minaccia grandi rivelazioni di fronte alla magistratura o alla Cob, la Consob francese. E Bébéar, che tra qualche set- Umana affronterà le elezioni municipali a Rouen come numero due della lista centrista di Lecanuet, non fa mistero che lo strappo con l'antico alleato in funzione anti-Generali ha avuto origine proprio in questa battaglia. Insomma, la partita per Midi ha rivelato una volta di più che la Francia sta conoscendo una profonda evoluzione dei suoi costumi industriali e, soprattutto, finanziari. Non a caso Le Monde titola in prima pagina 'Il capitalismo misto» e scrive: «Per quanto oscuri possano essere i movimenti di questi mesi, essi non mascherano la vera partita in gioco in mezzo a tanta agitazione: la creazione di un vero sistema finanziario, in grado di assicurare lo sviluppo, la protezione e la perennità delle imprese francesi». E pochi giorni fa Alain Mine, grande regista di Cerus, teneva a sottolineare come la Francia resti il Paese più aperto d'Europa alle offensive finanziarie, al contrario della Germania, ove il potere bancario fa da scudo a scorrerie indesiderate, o dell'Italia, ove, secondo Mine, vigono regole non scritte ma ferree. E Claire Blandin, in un lungo commento su Le Monde, nota che Uap, seconda società pubblica francese, dispone di una capitalizzazione in Borsa che equivale a un quarto della Allianz o delle Generali. La cronaca delle reazioni alla battaglia per Midi può finire così. Adesso si attende la notizia delle scontate dimissioni di Pagézy. E Bébéar assieme alle Generali già disegna l'asse di un'allenaza tutta assicurativa che può avere grossi riflessi in Europa e anche in Italia (non è certo un caso che Antoine Bemheim di Lazard sieda in consiglio Midi per conto della compagnia triestina). La prima impressione, però, è che lo sconcerto regni a Parigi. N u;b. Cluude Bébéar, presidente dell'Axa, e Bernard Pagézy, presidente della Compagnie du Midi, al tempo dell'alleanza anti-Generali