«Palermo decide da sola» di Giuseppe Zaccaria

«Palermo decide da sola» Il sindaco Orlando: no a diktat romani sulle sorti della giunta «Palermo decide da sola» «Saranno i dirìgenti locali dei partiti a pronunciarsi sull'ingresso dei comunisti nell'esecutivo» «Il vecchio comitato d'affari sembra volersi nuovamente impadronire della città: riaffiorano resistenze, siluri, minacce» - Accuse e intimidazioni per le perquisizioni annunciate in Comune DAL NOSTRO INVIATO PALERMO — Se la giunta è anomala, il sindaco rischia di trasformarsi in eretico. Sarà un'impressione, sarà magari il frutto di un clima che nel giorno decisivo torna di colpo a farsi rovente, ma l'Orlando che (proprio mentre a Roma si decidono le sorti della sua maggioranza) parla alle telecamere di una tv privata, stavolta sembra furioso davvero. A piazza del Gesù Rino La Placa, plenipotenziario della de palermitana, attende da Arnaldo Forlani segnali sulla sorte della maggioranza pentacolore, del cartello antimafia, della «giunta da marciapiede», come adesso sta dicendo il sindaco con amarezza. L'incontro va avanti fino a tarda sera, ma prima ancora di conoscerne i risultati Orlando lancia un messaggio che potrebbe tramutarsi in segnale di rottura. A decidere se la giunta si allargherà ai comunisti o dovrà cadere, dice, non saranno Forlani né Craxi né Occhetto: -Sarà a Palermo, e solo a Palermo, che i partiti valuteranno l'opportunità di certi coinvolgimenti'. Roma è avvertita, l'uomo simbolo di quel «rinnovamento» che due settimane fa sembra essersi fermato fra le tribune dell'Eur si abbandona a dichiarazioni che parrebbero annunciare scelte anche clamorose. -E' finito il tempo in cui a Palazzo di Città si ricevevano solo ordini dall'esterno — continua il sindaco —, Palazzo delle Aquile non è più il terminale di decisioni prese altrove, intorno a tavoli extra istituzionali, tavoli cui a volte sedevano non solo i politici ma anche dei criminali. Il vecchio comitato d'affari sembra volersi nuovamente impadronire della città, riaffiorano resistenze, siluri, intimidazioni, minacce, fughe di notizie: tutto per creare un clima di ingovernabilità che rischia di riportare la città al passato». Se la giunta di Palermo davvero deve tramutarsi in banco di prova del «nuovo corso» forlaniano, sembra ormai chiaro che la battaglia produrrà molte più vittime, molte più lacerazioni, fratture molto più profonde del previsto. n «tutto contro tutti» che Palermo aveva vissuto fino a qualche mese fa si ripropone di colpo raggrumato intomo ai destini di una giunta che è «anomala» per troppi motivi, n pei, è chiaro da tempo, non ci sta più a sostenere il peso di una maggioranza cui deve rimanere estraneo. Senza l'appoggio dei comunisti, ecco il secondo elemento, la giunta Orlando cadrebbe in pochi giorni. Ora si tratta solo di decidere se l'ultimo passaggio del sillogismo sia valido o meno. La domanda è: senza la giunta Orlando sarebbe credibile a Palermo, nella gestione degli appalti, nei rapporti con la gente, nella gestione del quotidiano una seria politica antimafia? Molti, al di là dello Stretto, rispondono «sì». Invece da ieri, a Palermo, a ribattere che senza giunte «anomale» la grande anomalia mafiosa non può essere rimossa sono perfino alcuni esponenti del «grande centro» su cui Forlani basa la sua forza. La frattura avanza, zigzagando fra tutti i gruppi politici: questa volta, ad affermare pubblicamente che Orlando e i suoi hanno fatto un buon lavoro e meritano di governare Palermo con una maggioranza rafforzata (magari da psi e pei), sono addirittura due consiglieri regionali che si riconoscono nella linea di Oava. Franz Gorgone e Nicolò Nicolosi, proprio alla vigilia del grande appuntamento romano, hanno reso pubblica una posizione sottoscritta da altri esponenti locali: «Sarebbe grave, e costituirebbe un pericoloso segno di arretramento, se gesti affrettati, inconsapevoli e rispondenti soprattutto a interessi di parte dovessero bloccare, e quindi annullare, un processo di avanzamento della politica e della città». Tensioni, avvertimenti, spaccature, e sullo sfondo il fantasma di clamorosi salti di campo. Fra i mali ormai cronici della situazione palermitana, in momenti come questo c'è il tentativo di tramutare la Procura in braccio armato di uno schieramento o dell'altro. Un anno fa era toccato a due cronisti della Repubblica e dell'Unità: adesso, secondo alcuni, dovrebbe essere il turno del Giornale di Sicilia, da tempo irriducibile avversario di Orlando e della maggioranza che lo sostiene. Due giorni fa il più antico quotidiano della città aveva anticipato (col Giornale Nuovo) la notizia di una perquisizione al Comune che in realtà si sarebbe svolta soltanto il mattino successivo, e serviva solo ad acquisire documenti su un appalto che da tempo erano a disposizione del giudice. Un incidente cui ieri si è tentato di porre rimedio con una rettifica pubblicata in prima pagina. Mezza Palermo però continua a vederla diversamente: quella notizia anticipata con tanta enfasi viene considerata l'ennesimo tentativo di sgambetto a Leoluca e ai suoi, l'infortunio occorso a un giornale che del «garantismo» aveva fatto la sua bandiera diventa occasione per rivincite a lungo covate. Ieri i giudici hanno interrogato due ufficiali dei carabinieri: da quel poco che si sa, i militari hanno seccamente escluso che la «soffiata» possa essere giunta da loro. E' possibile, allora, che fra le interessate «talpe» della Palermo di questi mesi si nasconda un magistrato? Prima o poi lo si dovrebbe scoprire, ma nel frattempo dalla Procura si pretende lo stesso rigore manifestato un anno fa quando si trattò di punire, addirittura con un'accusa di peculato, rivelazioni di segno opposto. Mai in questi anni, nonostante tutto quel che è accaduto, la contesa a Palermo era parsa cosi aspra. Fin dove potrà spingersi, lo si capirà oggi. Rino La Placa, il plenipotenziario, torna da Roma con le prime, caute indicazioni di Forlani. n segretario della de aveva preannunciato che prima di ogni decisione sarebbero stati ascoltati «gli organi locali». Si avvicina il momento dello splash down. Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Arnaldo Forlani, Craxi, Forlani, Franz Gorgone, Nicolò Nicolosi, Occhetto, Rino La Placa