Decreti-bis di Eugenio Palmieri

Decreti-bis Decreti-bis presidente della Confindustria, Pininfarina, in un incontro a quattr'occhi, l'ultimo della ricognizione avviata dal presidente del Consiglio che martedì aveva tenuto nel suo studio un consulto con economisti di varia estrazione per avere idee più chiare sui settori da aggredire: la sanità, i trasporti, i beni che lo Stato potrebbe vendere. Il pericolo di una ripresa inflazionistica su larga scala è molto serio, tanto che ieri il governo ha confermato il congelamento per due mesi delle tariffe dell'assicurazione auto. Anche Pininfarina è stato esplicito: «Approvo pienamente il piano di De Mita sui tagli alla spesa pubblica, ma non è più possibile tollerare ritardi nell'applicazione della politica del rigore-. E qui la faccenda si complica per le manovre politiche che sui «tagli» si possono innestare nella maggioranza, con le ricorrenti voci di un governo arrivato al capolinea. Sempre che il nuovo decretane fiscale — per 1*89, secondo il disegno originario, avrebbe dovuto assicurare entrate per oltre 10 mila miliardi.— abbia in Parlamento quella accoglienza favorevole finora mancata, che i capigruppo del pentapartito hanno assicurato (almeno a parole) nei colloqui a Palazzo Chigi. L'analisi compiuta dai tecnici del Bilancio e firmata da Fanfani non lascia spazio all'ottimismo. L'economia italiana crescerà quest'anno più di quanto previsto appena 5 mesi fa, con un ritmo del 3,5 per cento, e questo consentirà un aumento dell'I per cento dell'occupazione. I guai vengono da altri fronti: l'inflazione viene alimentata dai costi, dalle imposte indirette, e anche da una domanda sotto pressione. Ma la questione centrale è il fabbisogno del Tesoro, per il quale non si azzardano più neppure previsioni: «Stimato in 118 mila miliardi appare oggi, a pochi mesi di distanza, non certo inferiore a 121 mila miliardi-. Eugenio Palmieri

Persone citate: De Mita, Fanfani, Pininfarina