Decreti-bis ma tagli rinviati di Eugenio Palmieri
Decreti-bis, ma tagli rinviati Governo De Mita in difficoltà sulla manovra economica Decreti-bis, ma tagli rinviati Le banche aumentano il costo del denaro - Introdotte le norme concordate con il sindacato sul fiscal drag - Tetto al 22% solo per i mutui della seconda casa - Sanatoria per l'Iva, sparisce il condono ROMA — A poche ore dalla scadenza del decretane fiscale, il Consiglio dei ministri è riuscito ieri sera con difficoltà a riconfermare le norme già varate a fine anno, aggiungendovi la parte concordata con i sindacati su fiscal drag e oneri deducibili. Ogni decisione sui tagli alla spesa pubblica, in una situazione resa più difficile dalla presa di posizione del governatore della Banca d'Italia Ciampi e dall'aumento di mezzo punto del costo del denaro attuato dai più importanti istituti di credito, è stata rinviata. Per oggi è in programma un nuovo Consiglio di Gabinetto. Per il governo De Mita ieri è stata una giornata sofferta, nel tentativo di uscire dalle difficoltà della manovra economica. Dopo giorni di discussioni e di litigi fra i ministri, il Consiglio dei ministri alla fine ha concordato alcune novità, aggiunte nei nuovi decreti-legge varati ieri. E' stato inserito nel testo l'accordo con Cgtt, Cisl e Uil per la restituzione automatica del fiscal drag e fissato un «tetto» del 22 per cento agli oneri deducibili, che però viene limitato ai mutui non riguardanti la prima casa e alle erogazioni liberali per istituti, enti, cinema e spettacolo. Per la prima casa, le spese mediche, le polizze assicurative resta tutto come prima. Sparisce invece il condono, che viene sostituito da una riapertura dei termini per il pagamento delle pendenze passate. In base a questo meccanismo chi ha presentato denunce Infedeli potrà mettersi in regola con il fisco pagando quanto integralmente dovuto, ossia, senza «sconto», come inizialmente previsto, in un periodo di quattro anni. C'è già chi fa notare che difficilmente gli evasori si «pentiranno» tenendo presente, come ha fatto rilevare ieri il riirettore dei superispettori fiscali, Virgilio, che con l'attuale macchina tributaria il rischio di un controllo è di una volta ogni 350 anni. Comunque la nuova normativa prevede anche una sanatoria per errori formali nelle dichiarazioni dei redditi pari a 500 mila lire e da qui potrebbe venire un cospicuo gettito poiché, secondo alcuni calcoli, si tratterebbe di un contenzioso superiore al milione di pratiche. Per le dichiarazioni Iva il regime forfettario si ferma a 18 milioni, mentre da 18 a 360 milioni è prevista la contabilità semplificata e sopra tale limite l'obbligo dei libri contabili. Altra importante novità è lo slittamento al primo gennaio del 1990 dell'Iva al 4 per cento su giornali e libri, che per tutto l'89 non saranno quindi soggetti alla tassa. Sono inoltre rese più stringenti, rispetto al testo approvato al Senato, le norme antielusione. Il governo ha deciso inoltre che l'acconto Irpef venga pagato in due tranches: il 40% a maggio e il 60% a novembre. Pertanto entro 3 mesi i contribuenti dovranno versare il saldo dell'88 e l'acconto del 40% dell'89. H decretane bis è solo un primo passo verso il risanamento. I campanelli di allarme si moltiplicano tanto che il presidente del Consiglio è intenzionato a stringere 1 tempi, ora che almeno uno spezzone essenziale per il contenimento del deficit pubblico è stato rispedito al Parlamento dopo l'Infelice cammino dei due mesi passati. Oggi, infatti, si terrà un altro Consiglio di Gabinetto per avviare la discussione sui «tagli» alla spesa, mentre il sistema creditizio si sta muovendo autonomamente con il rialzo del costo del denaro. E non è certo un buon segnale. Che la situazione sia ormai oltre i livelli di guardia lo conferma la relazione al Parlamento, assai preoccupata per l'andamento dell'inflazione, del ministro del Bilancio Fanfara. Un verdetto lapidario: la manovra va completamente ripensata. Un richiamo significativo dopo il monito di Ciampi: «£' ormai assolutamente necessario che il governo dia al mercato una inequivocabile dimostrazione della volontà di non recedere dal proseguire nel risanamento-, afferma il vecchio leader democristiano. La stessa preoccupazione è stata espressa a De Mita dal Eugenio Palmieri (Continua a pagina 2 In quinta colonna)
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