Generali vinta la battaglia Midi di Enrico Singer

Generali, vinta la battaglia Midi Determinante l'appoggio della compagnia all'assalto condotto dalFAxa Generali, vinta la battaglia Midi Sconfitto Bernard Pagézy - Bébéar e gli italiani dispongono di 8 consiglieri su 14 - Assemblea drammatica, quasi una rissa nel finale DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — L'ultima battaglia della lunga guerra per la Compagnie du Midi si è decisa ieri alle 12 in punto, quando Eugenio Coppola di Canzano, con un discorso di pochi minuti, ha annunciato davanti all'assemblea degli azionisti che le Generali avrebbero votato assieme a Claude Bébéar e ai suoi alleati in nome non di patti segreti, ma di una 'Strategia comune'-, fare della Midi un gruppo di assicurazioni con grandi ambizioni europee. In quel momento, Bernard Pagézy, il presidente che fino all'ultimo istante aveva manovrato per conservare un potere esercitato per vent'anni, ha preso atto della sua sconfitta ormai senza appello ed è nato una specie di «direttorio» franco-italiano. Ma se questo è il risultato di quasi sei ore di discorsi, di schieramenti e di votazioni, lo scontro è stato duro, anche drammatico. Una vera bagarre è divampata alla fine dell'assemblea tra Bernard Pagézy ed Eugenio Coppola di Canzano. L'amministratore delegato delle Generali, appena nominato anche amministratore della Midi, ha raggiunto il presidente battuto per stringergli la mano. Doveva essere uno scambio di cortesie: si è trasformato in uno sfogo, violento, dello sconfitto. Pagézy è scattato contro Coppola di Canzano: 'Il suo comportamento è stato scandaloso. E' inutile che si nasconda dietro arguzie italiane, francesi o triestine: lei ha fatto di questa assemblea il luogo di un complotto. Ha voluto prendere il potere all'arma bianca. L'immagine delle Generali in Francia rimarrà offuscata per sempre. Non posso avere che una sensazione di profondo disprezzo'. Ma Coppola di Canzano non ha perso la calma. «Chi ho perso le staffe è Pagézy. Non mi è sembrato molto educato», ha detto per chiudere subito la polemica. Quello che conta è la sostanza. La «guerra dei capi» tra Claude Bébéar e Bernard Pagézy doveva concludersi con un vincitore e con un vinto. Le Generali, con il loro 17 per cento delle azioni di Midi, erano l'ago della bilancia: se hanno scelto Bébéar lo hanno fatto per una 'Convergenza di obiettivi e di interessi'. E gli schieramenti erano apparsi chiari sin dalle prime battute dell'assemblea degli azionisti che doveva pronunciarsi su tre mozioni-chiave. Su una soltanto tutti erano d'accordo: l'ingresso dei due rappresentanti delle Generali nel consiglio di Midi. Lo aveva proposto a sorpresa Pagézy due settimane fa per tentare un'estrema mediazione. Lo aveva accettato Bébéar. Così, Eugenio Coppola di Canzano e Antoine Barnheim (della banca Lazard e vicepresidente di Mediobanca) sono stati eletti con quasi il 99 per cento dei voti. Per le Generali, che da un anno reclamavano il riconoscimento di quello che Coppola di Canzano ha definito «un impegno di portata strategica', è stata una prima vittoria. Ma il vero scontro si è deciso sulle altre due mozionichiave. Da una parte, c'era quella di Pagézy che chiedeva la conferma del mandato di due amministratori della sua «cordata». Dall'altra, quella di Bébéar che proponeva l'ingresso di tre nuovi amministratori in rappresentanza del suo gruppo. Due mozioni in contrapposizione netta: la conferma dei vecchi amministratori avrebbe mantenuto un equilibrio favorevole alla presidenza Pagézy, la nomina dei nuovi lo avrebbe rovesciato. E' a questo punto che si sono contati i voti e i rapporti di forza. Con il 28,6 per cento del capitale Midi, più il 4,5 di autocontrollo, Bébéar pote¬ va già disporre da solo del 33,1 dei voti. Con il 17 di Generali e Lazard è balzato oltre il 50 per cento. Ma la sua vittoria è stata ben più larga perché nella maggioranza nata ieri all'interno di Midi sono entrati tutti gli azionisti istituzionali del gruppo: da Paribas (3 per cento) alla Caisse des Depóts (6 percento), fino a Uap (1 per cento). n risultato è che il «direttorio» franco-italiano controlla adesso con otto membri (due di Generali e sei di Bébéar) il consiglio d'amministrazione di Midi che ne conta 14 in totale. E la nuova maggioranza sembra destinata a rafforzarsi nelle prossime ore perché è attesa una valanga di dimissioni. Quelle — scontate — di Bernard Pagézy che dovreb¬ be lasciare la poltrona di presidente a Claude Bébéar. Ma anche quelle, considerate molto probabili, del presidente della Peugeot, Jacques Calvet, che è membro del consiglio pur senza essere tra i grandi azionisti. Calvet, che negli ultimi mesi aveva tentato di conciliare la «guerra dei capi», ieri è intervenuto in assemblea contro Bébéar e contro le Generali. Ha definito 'Sorprendente' l'alleanza franco-italiana, ha ripetuto che i suoi sforzi di mediazione erano diretti a creare un 'grande gruppo francese, guidato da francesi e che difende interessi francesi'. Un'altra prova di quanto la battaglia per la Compagnie du Midi sia stata dura. Enrico Singer

Luoghi citati: Canzano, Francia, Parigi, Uap