Lo scolapasta

Lo scolapasta Da Fasolino fino al 28 febbraio Lo scolapasta NON capita spesso che una mostra abbia per titolo un numero. Con «555» la galleria Gabriele Fasolino propone otto giovani artisti che, all'insegna dell'eclettismo espressivo, spaziano in quel serbatoio di storia dell'arte contemporanea, diventato negli ultimi anni fonte inesauribile di ispirazione delle ultime generazioni. Fra gli artisti in mostra, presentati da Edoardo Di Mauro, alcuni si ispirano a un criterio di serialità con una ripetizione modulare, che si concretizza nei lavori esposti. Nelle geometriche forme metalliche di Mario Luigi Tozzi, appese in successione alla parete con il titolo «Punto linea superficie e fede», e negli ovali, sempre a muro, di Satprakash, quanto detto sopra è particolarmente evidente. Lo scultore riminese Nicola Cucchiaro concepisce mostri metallici che sembrano destinati a mondi perduti nello spazio. In mostra ci imbattiamo in una sua fantascientifica quanto vo¬ luminosa «Rosa tropicale», che del fiore ha soltanto il nome ma non l'aspetto. Santo Leonardo e Ettore Libralato assemblano oggetti quotidiani, dallo scolapasta ai fiori di plastica, dall'insegna sottratta a una cabina telefonica ai modellini di aerei giocattolo. Il risultato è un ironico Kitsch, non privo di una certa durezza. Nicola Sani, attento alle qualità di trasparenza dei materiali, usa prevalentemente il vetro, n suo lavoro sulla percezione visiva analizza le possibilità, quando non le ambiguità, dello spazio attraverso la luce. Anche Massimo Lai svolge la sua ricerca nel campo della percezione, la sua opera in plexiglas, composta di più strati sovrapposti di questo materiale trasparente, gioca sugli effetti ottici e formali. Infine, Luisa Protri, promettente artista milanese, ha portato da Fasolino un'opera in metallo e lana di vetro che rivela una notevole raffinatezza espressiva. Elisabetta Toiosano