I segreti delle dolci Marchesi E se non è Paradiso questo
Visita accurata alle dodici isole dell'arcipelago del Pacifico Visita accurata alle dodici isole dell'arcipelago del Pacifico / segreti delle dolci Marchesi E se non è Paradiso questo... L, ARCIPELAGO deUe . Marchesi è soprattutto lontano: dodici isole sperdute nell'Oceano Pacifico. Tahiti, da cui occorre partire per raggiungerle, è situata 1500 km più a Sud. La parte meridionale dell'arcipelago era stata scoperta nel 1595 dall'esploratore spagnolo Alvaro Mendera de Neyra, che battezzò questa serie di isole «Marchesi», in onore della Marchesa di Mendoza, moglie del viceré del Perù e organizzatrice della spedizione. In seguito, dal 1774 al 1791. gli esploratori Cook, Ingraham e Marchand erano approdati alle isole situate a Nord. Nel 1842, con un trattato concluso tra la Francia e i capi locali, le Marchesi sono divenute protettorato francese. Solo sei dì queste isole d'origine vulcanica sono popolate. Pur dipendendo politicamente ed economicamente da Tahiti, gli abitanti delle Marchesi se ne distinguono come lingua e come cultura. Forti nel corpo e nello spirito, dediti un tempo all'ela- Is»Ie M boratissima arte del tatuaggio, abili nella scultura, i 6550 abitanti di queste terre hanno un carattere più «primitivo» dei loro fratelli tahitiani. Le Marchesi devono essere visitate in sordina, senza fretta, richiedono intimità e solitudine. Queste isole dalle coste ripide e frastagliate, selvatiche e selvagge, coperte di giungla e cascate a strapiombo, popolate di piante tropicali, capre, maiali e cavalli in libertà, o si arc hesi, la spiaggia di Nuku Hiva amano o si rifiutano. Ho visto qualche turista ritornare alla dolce Tahiti, deluso da ciò che aveva trovato qui. Alle Marchesi il sogno del paradiso perduto si può anche infrangere. Il problema è che si tratta appunto di un paradiso autentico — con tutti i lati scomodi della vita naturale — e molti preferiscono rivivere le isole dei sogni in qualche meraviglioso hotel, piuttosto che nella realtà. Le Marchesi sono raggiungibili da Tahiti con un aereo che atterra ogni settimana all'aeroporto dell'isola Nuku Hiva, proseguendo poi in voli intemi per Hiva Oa, Ua Huka e Ua Pou. Dall'aeroporto di Nuka Hiva, per giungere al villaggio, pricipale dell'isola, occorre ancora percorrere una mezz'oretta in bus e circa tre ore in battello. Dopo aver costeggiato le scogliere rocciose e i faraglioni a precipizio della cosiddetta Terra Deserta, al fondo di una grande baia spunta Taioahe, capoluogo dell'arcipelago, sede del porto e centro economico e ainrriinistrativo delle Marchesi. A Taioahe si può dormire all'hotel Keikahanui Inn, oppure scegliere la sistemazione cosiddetta «chez l'abitant» dove, per una cifra contenuta una famiglia polinesiana offre una stanza, a volte la prima colazione, più l'uso del bagno e della cucina. Noleggiando un fuoristrada (con autista, vista la condizione delle strade), si possono compiere delle escursioni all'altopiano di Toovii, regno di cavalli e capre sel¬ ♦ vagge, da cui con un colpo d'occhio si domina tutta la baia sottostante, oppure risalire le montagne fino al villano di Taipivai e dopo la sosta per la notte, raggiungere sulla costa Nord la splendida baia di Hatieheu e il suo minuscolo villaggio: una riga di case colorate in faccia al mare. Qui si possono passare un paio di piacevoli giorni in compagnia della signora Yvonne Katupa che, oltre a svolgere l'attività dì sindaco, ha organizzato insieme al figlio il ristorante «Hinakonui» e tre bungalows confortevoli per i turisti di passaggio. All'arrivo mensile della nave da crociera «Aranui», che compie il periplo dell'arcipelago. Yvonne allestisce per i passeggeri il classico «tama'ara'a», il banchetto polinesiano ed è sempre lieta di intrattenersi con i turisti. L'isola di Hiva Oa e invece conosciuta soprattutto per una ragione: è nel cimitero del capoluogo Autona che in una semplice tomba di pietra è seoolto Paul Gauguin. Era approdato qui negli ultimi anni della sua vita inquieta, ormai insoddisfatto dalla troppo modernizzata Tahiti, che non rispondeva più all'ideale di un mondo primitivo per cui era stato spinto ad abbandonare per sempre l'Europa. A pochi metri di distanza immersa nel verde, si nota una tomba più recente: è quella del cantante belga Jacques Brel. Quest'isola ricoperta da giungle rigogliose e percorsa per tutto il perimetro da coste frastagliate e inaccessibili, accoglie in tutto 1552 abitanti, sparsi nelle 6 vallate principali. Nella valle di Puamau, sulla costa nordorientale, famosa anche per la sua incantevole spiaggia, si trova il sito archeologico più importante dell'arcipelago: è qui che si può ammirare il gigantesco tiki Tekaii, alto 2 metri e 35 centimetri. Le altre isole raggiungibili anche per via aerea sono Ua Pou e Ua Huka. Ua Pou appare dominata da due inconfondìbili picchi circondati quasi perennemente da un anello di nuvole: è questa la montagna di Oave che spunta dalle verdissime di-
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