Il Rajasthan in festa per sua maestà il cammello

IlRqjasthan in festa IlRqjasthan in festa per sua maestà il cammello IL Rajasthan, letteralmente «Terra del Re», è lo stato più ricco di colore nel subcontinente, la regione che più corrisponde all'India dei nostro immaginario. Nella nostra città più remota. Jaisalmer, calata nel cuore del deserto del Thar, ha luogo dal 18 al 20 febbraio il Festival del Deserto. Le mura e i bastioni in terra che avvolgono l'intera città dovevano apparire come un miraggio ai mercanti arabi ed europei che nei secoli scorsi la raggiungevano, tappa obbligatoria sulla via delle spezie, della seta, dell'oppio. La città, che ha 11 colore dell'ambra in un deserto di dune e di terra rossa, ospitò per secoli il più grande mercato di granaglie d'Oriente. Camminando per le sue strade si precipita nel Medioevo, in vie percorse da dromedari, strade come piste nel deserto se non fossero arricchite dalla grazia di case i cui balconi ridondano di ricami nell'arenaria, di preziose decorazioni che testimoniano i fasti del passato. Colori della terra da cui si staccano violente le tinte accese dei sari delle donne: verdi, blu; rosa, gialli, tinte forti quasi a esorcizzare l'inospitalità naturale del loro Paese. Donne con giacche, borse e gilet ricamati con specchietti e perline e coperte di gioielli dalla testa ai piedi. Grandi anelli alle orecchie e al naso, talvolta fra loro congiunti spettacolarmente da altri anelli o catene da cui pendono pietre dure. Davanti alle mura hanno luogo le esibizioni del festival: corse di dromedari, danze; musiche folcloristiche accompagnano ballate che raccontano le vicende degli uomini del deserto, spettacoli di burattini e cantastorie narrano le gesta eroiche dei mitici cavalieri Rajput. Cammellieri in gara Le gare di velocità fra «cammelli a una sola gobba» sono il centro della manifestazione. Vi partecipano militari del Corpo dei Cammellieri di Bikaner, una città situata più a nord nell'area più arida del Thar, e il corpo dei Cammeyieri di Jaisalmer. Anacronistiche guardie di frontiera che percorrono a dorso di dromedario i bordi del vicino Pakistan, custodi di terre separate da conflitti secolari, appaiono irreali nel loro vagare nel deserto, per ritornare alla fortezza che racchiude questa città da «Mille e una notte-, in attesa di un nemico che non arriverà mai. Partecipano alle corse anche nomadi del deserto convenuti per l'occasione. Sono uomini alti e asciutti, dallo sguardo fiero sottolineato da lunghi baffi, con turbanti abilmente confezionati con cinque metri di stoffa dalle tinte sgargianti: rosso, giallo, rosa shocking. Stringono un bastone nelle mani, indossano orecchini dorati e talvolta anelli al naso, masticano le stimolanti noci di betel e altre erbe aromatiche. Equilibrismi in velocità In otto corse di otto dromedari ciascuna si svolge la gara vera e propria, una prova di velocità, ma a lato hanno luogo spettacolari esibizioni nelle quali i conducenti saltano in corsa da un animale all'altro, galoppano in tutte le posizioni immaginabili, in piedi, sdraiati lungo un fianco del cammello, sotto la pancia, sulla coda ed eseguono, sempre al galoppo, audaci esercizi ginnici. Gli animali sono adomati con il «gorbandh», una fitta maglia tessuta dalle donne e ricoperta di perline di vetro colorato e specchietti. Una manifestazione ricca di suggestione ma poca cosa se confrontata con il più grande festival del Rajasthan, la «mela» di Pushkar. Si svolge ogni anno durante il plenilunio di novembre, la prossima avrà luogo dal 10 al 13 del mese. Per l'occasione la cittadina più santa dell'India viene invasa da duecentomila persone, si mescolano sacro e profano, commerciale e spirituale. E' stato inaugurato questa settimana a Conerò Est. sull'autostrada Taranto-Bologna, in corsia nord, un punto di ristoro di concezione innovativa e destinato a una clientela particolare, che passa molto del suo tempo lungo le strade italiane. Nel ristorante -Al Cambioè stato ricavato un nuovo locale studiato appositamente per le necessita di ristoro degli autotrasportatori. Nell'architettura ricorda un cascinale di campagna, al centro c'è un grande camino, la cucina è quella tradizionale italiana, con grandi pi;.iti di pastasciutta e pietanze preparate -a vista». quella di Jaisalmer. Il dromedario non è solo il mezzo di trasporto delle plaghe più aride ma nel caso dei maschi, anche un animale da tiro, come si può vedere in tutte le città della regione, utile per il trasporto di merci, o ai contadini, per attaccarci l'aratro. La fiera è il più imponente mercato di bestiame dell'Asia Centrale, vi confluiscono i nomadi del deserto del Thar con le loro mandrie: cavalli, capre e almeno cinquantamila dromedari. Si accampano ai margini della città, creano uno scenario insolito dove al movimento continuo degli ammali si inframmezza il vivace gioco dei colori, che sembrano rubati all'arcobaleno, degli abiti di uomini e donne. Si svolgono le contrattazioni, migliaia di animali passano di mano ogni ora, e anche qui come a Jaisalmer danze, canti e fra saltimbanchi e buffoni si improvvisano gare di velocità di cammelli o di carri trainati da cavalli Sudditi del monsone Il vero despota del Rajasthan è il monsone che ignora sempre più frequentemente la ragione, il deserto avanza anche qui, l'attività dei contadini specializzati in aridocultura diventa sempre più ardua e il previsto -canale del Rajasthan» che avrebbe dovuto garantire l'approvvigionamento idrico nella regione di Jaisalmer è rimasto fino a questo momento soltanto un progetto. Il lago sacro di Pushkar. il primo specchio d'acqua ragiungibile dalle tribù delle terre aride, diventa un miraggio, un simbolo di fertilità. Pushkar, narra la mitologia, è il luogo prediletto da Brahma. Il dio dalle quattro teste e dalle quattro braccia, lasciò scivolare sulla Terra un fior di loto che formò il lago, la sede in cui la divinità fece incontrare i signori delia vita e della morte. La «mela- assume cosi anche un carattere spirituale, pastori, contadini e mercanti contenuti visitano i templi e si riversano sui ghat, le scalinate che degradano al lago, per mondarsi nelle sue acque. La cittadinanza (15 mila abitanti) è per tutto l'anno meta di pellegrinaggio. I fedeli dopo essersi segnati la fronte con il «tilak», le polveri colorate, praticano il rito del «Puja-, le offerte alle divinità. Sia gli uomini che le donne visitano sei templi della città, fra cui quello di Brahma, di fronte a ognuno fanno l'elemosina a sadhu e mendicanti, e acquistano fiori e incenso da offrire alla divinità, fiori che saranno poi scambiati dal brahmino all'interno del tempio. Il pellegrino conserva i fiori ricevuti e si reca sui ghat, di fronte allo specchio d'acqua, prega racchiudendoli fra le mani giunte insieme a spezie e olio, li getta nel lago e termina il rito bevendo l'acqua sacra del lago e poi immergendovisi in un bagno purificatore. A Pushkar si incontrano due mondi, quello dei nomadi e quello dei sedentari, gli allevatori del vicino deserto del Thar e i contadini della pianura attorno a Jaipur. la capitale del Rajasthan. Il Marusthali (in sanscrito significa la terra della morte) è la parte indiana di questo deserto, la landa di sabbia (poco più piccola dell'Italia) che separa la valle del • l'Indo dal bassopiano del Gange. Un deserto che deserto non è, bastano pochi giorni di pioggia perché il Marusthali si trasformi in un pascolo verde, ricoperto di erbe, perché ritorni quello che è in realtà, una steppa popolata di pastori e delle loro mandrie. La terra dei dromedari ma anche di altri animali come capre, buoi e cavalli. I dromedari del Rajasthan viaggiano a sedici chilometri all'ora, ininterrottamente per cinque-sei ore, sono più lenti dei loro parenti sahariani ma, di taglia più grande, si rivelano ben più resistenti. Le più veloci sono le femmine non ancora accoppiate e la razza migliore è Marco Moretti

Persone citate: Marco Moretti, Puja

Luoghi citati: Asia Centrale, Bologna, Conerò Est, India, Italia, Pakistan, Pushkar, Taranto