I pionieri del design

I pionieri del design I pionieri del design DA vent'anni il nuovo design italiano è il più famoso nel mondo. Ma non è semplice ricostruirne la storia, dalla nascita negli Anni 60 alla sua affermazione attraverso tre decenni di cultura italiana. E' riuscito in questo intento Giuseppe Raimondi, nel suo libro dal titolo emblematico Abitare Italia (fabbri, 288 pag., 350 ili., 75.000 lire), nel quale condensa, coordina e organizza un materiale vastissimo, accompagnando la documentazione sulle singole personalità o gruppi emergenti con esempi di arredamenti da essi progettati. Il libro, che si avvale di interni magistralmente fotografati da Carla De Benedetti, analizza la cultura dell'arredamento in trent'anni di storia italiana, dal periodo pionieristico dei primi Anni 60 di Albini, Caccia Dominioni, Magistretti, fino a oggi con Nanda Vigo. Gae Aulenti, Ettore Sottsass e To- ni Corderò. A latere, ampiamente documentata l'attività delle riviste, delle mostre, delle Triennali, dei Compassi d'Oro, che hanno accompagnato la progressiva ascesa del -made in Italy- parallelamente all'instaurarsi di un modo nuovo di usare la casa. Il punto focale del libro è l'analisi a largo raggio del processo di trasformazione dell'habitat domestico, nelle sue connessioni con le arti visive, la moda, l'industria, il cinema, la musica, la TV, la sua tendenza a divenire, nel nostro frammentato tempo quotidiano, sempre più mutevole e legato alle più svariate valenze culturali. Un accurato studio di progettazioni urbanistiche d'avanguardia del primo 900 è documentato nel catalogo Max Fabiani — Nuove frontiere dell'architettura a cura di Marco Pozzetto (Marsilio, 190 pag., 150ill.,s.i.p.),perla mostra tenutasi alle Scuderie del Parco di Miramar a Trieste. Fabiani, nato a San Daniele del Carso e morto a Gorizia ne'. 1962, è state un grande architetto e urbanista di cultura mitteleuropea, diplomatosi al Politecnico di Vienne, e collaboratore di Otto Wagner. Nel volume sono soprattutto pubblicati e studiati da vari specialisti i piani regolatori e urbanistici da lui progettati nel 1895 per Lubiana, distrutta in parte da un terremoto; nel 1920 per Gradisca, e nel 1921 per Gorizia, avendo l'incarico di ricostruirla, dopo le devastazioni della prima guerra mondiale. In questi lavori, è particolarmente rilevante la sua atten¬ zione, pionieristica, al restauro e alla conservazione dei centri storici, e alla salvaguardia del carattere tipologico delle città. Nel fiorire degli studi sul Futurismo, segnaliamo il libro di Anna D'Elia L'Universo Futurista — una mappa dal quadro alla cravatta (Dedalo, 240 pag., 82 ili, s.i.p.). L'agile pubblicazione sintetizza la complessa sfaccettatura dell'estetica futurista, privilegiandone le anticipazioni sull'arte d'oggi, all'interno di una vastità di linguaggi, dalla pittura, scultura, architettura, alla moda e alla scenografia. Attraverso questa mappa variegata, viene messa in evidenza la nuova figura dell'artista futurista che agisce in una dimensione comportamentale, precorritrice dell'arte della strada, dell'estetica della finzione e di quella polisensoriale dei mass media. Mirella Bandini

Luoghi citati: Carso, Gorizia, Italia, Lubiana, San Daniele, Trieste