Il mare delle piogge c'è solo sulla Luna di Piero Bianucci

Il mare delle piogge c'è solo sulla Luna Tutto sul nostro satellite, dai miti degli antichi ai viaggi spaziali: una guida di Piero Bianucci Il mare delle piogge c'è solo sulla Luna PIÙ' di ogni altro secolo, questo nostro ha portato attenzione alla Luna e ne ha arricchito la conoscenza. A partire dal 1959, per una quindicina di anni di poi, Unione Sovietica e. Stati Uniti hanno gareggiato nel mandarvi sù macchine di esplorazione, a girare intorno ad essa, a schiantarvisi o posarvisi sopra; per instudiarne la topografia, il campo gravitazionale, il magnetismo, la composizione del suolo. I nomi delle sonde sovietiche Luna e Zond, come di quelle statunitensi Pioneer, Ranger, Surveyor, Explorer, Orbiter diventarono popolari; lo stesso accadde per alcuni dei mari (che mari non sono) del nostro satellite: della Fecondità, delle Piogge, delle Nubi, della Tranquillità. Un numero stragrande di fotografie ci fanno oggi conoscere la scabra superficie lunare, con montagne, pianure, crateri, il tutto con maggiore evidenza forse di quanto si conosca la superficie del nostro pianeta. Gli Stati Uniti — com'è noto — si spinsero molto oltre, fino a sbarcarvi uomini: facendosi guidare nell'incredibile impresa dal genio un poco folle del costruttore di -razzi (e preda di guerra) Wernher von Braun. Un sogno divenuto realtà, grazie anche a un insieme di circostanze: la gara di prestigio accesasi tra Stati Uniti e Russia, una profusione di mezzi senza precedenti, la tenace sapienza tecnica e organizzativa della nazione americana. Lo sforzo culminò con lo sbarco sulla Luna dei luglio 1969 seguito dalle ripetute e fortunose puntate esplorative conchiusesi nel '72. Per chi voglia seguirne i particolari tecnici e gli aspetti umani rimandiamo al diligentissimo, bene documentato e illustrato libro di Piero Bianucci, La Luna. In questo, è detto, e con ottima scrittura, non solo delle esplorazioni sul nostro satellite, ma altresì, del culto di cui, in antico, l'astro fu oggetto; poi di quanto ne pensarono gli astronomi e di quel che ne vide Galileo col suo cannocchiale. Della summenzionata esplorazione strumentale e umana, se è lecito aprire una parentesi, chi scrive questa nota fu già, in anni passati, indaffarato commentatore, proprio su La Stampa,- e fu altresì testimone della brusca caduta d'interesse, che si manifestò per queste imprese, nell'opinione pubblica statunitense, ai primi degli Anni Settanta. Talché la discesa (o ascesa che sia) di uomini su questo corpo celeste (o su altri) fu allora interrotta e chissà se riprenderà. Nel libro sono illustrati alcuni progetti. Per intanto, l'esplorazione del nostro satellite ha portato a rilevare la (poca) sismicità di esso, l'età di quelle rocce, valutata sui quattro miliardi di anni, una analisi del vento solare e dei raggi cosmici, non schermati da quella tenuissima atmosfera: preziosissima, la fotografia della faccia opposta dela Luna, da sempre prima ignorata. Completano il lavoro le accurate mappe delle varie parti dell 'astro, le misure, i moti, le ipotesi sulla nascita di esso; lo studio di quelle strutture geologiche e dell'orogenesi lunare. Segue una guida per chi voglia farsi osservatore e fotografo della Luna. Abbiamo sott'occhio un altro libro: A. Fresa, La Luna (edizione Hoepli, Milano 1943), con la prefazione di G. Abetti. Chi avesse la pazienza di confrontare quel manuale con quest'altro di Bianucci potrà apprezzare il salto di conoscenze che. sul nostro satellite, si è proaotto in questa seconda metà del secolo. Didimo Piero Bianucci, «La Luna», Giunti Barbera, 330 pagine, 24.000 lire. /

Persone citate: Abetti, Barbera, Bianucci, Hoepli, Piero Bianucci, Ranger

Luoghi citati: Milano, Russia, Stati Uniti, Unione Sovietica