Sorpresa: Scialoja ora scrive solo per adulti

Sorpresa: Scialoja ora scrive solo per adulti «Le sillabe della Sibilla»: giochi di parole con mei Sorpresa: Scialoja ora scrive solo per adulti TROVO Verona avara I di aironi e in avaria I fin dal mio arrivo - a sera Iriprenderò la via. - In mezzo alle rovine I tra i rovi e il capelvenere I sul muro è scritto in nero: I VERONA NEVERMORE: E' tornato Tot! Scialoja con un libro carico di nonsense: Le sillabe della Sibilla, (Scheiwiller, pp. 117, L 12.000). Clown dolente, funambolo che soffre la vertigine, Scialoja da anni cura la sua poesia con un amore che, forse sbagliando, supera quello della pittura. E' dal lontano Amato topino caro, del "71, subito segnalato da Calvino, che Scialoja, ad Intervalli regolari, ci indica una via poco battuta dalla poesia italiana, quella appunto nonsensica, giocose, nlastrocchesca. Con Una vespa! che spavento, La stanza la stizza l'a¬ stuzia, Ghiro ghiro tonto. La mela di Amleto e oggi Le sillabe della Sibilla, il pittorepoeta si è costruito un paesàggio fitto e mutevole. Un suo critico-lettore, attento da sempre, Alfredo Giuliani, ha sottolineato come i suoi versi siano mutati nel tempo. Come Scialoja dai primi versi, pezzi di un coloratissimo Lego, sia arrivato oggi a parlare con 1 suoi poeti, Montale, Eliot, Rlmbaud, Leopardi, a scrutare nei labirinti delle verità sibilline. Da una poesia «bambina» ad una poesia «adulta»: «Trecento topi grigi I schierati alle Termopili I parevano terribili Iperché stavano immobili-. -Non c'è ninfea che offenda I la trafelata Ofelia I - che non trattenga i veli I di un'anima che affonda. ■ Non occorrono infidi/rivi e rami insicuri I - basta un vaso da fiori /perché Ofelia si disfi-.. < Sono due esempi: ieri e oggi, i L'eleganza, la raffinatezza . j è la stessa. Ma il gioco è for- i temente cambiato. Lo zoo colorato è quasi sparito, cosi I il rapporto con un lettore i «senza età». Ora Scialoja gioca con le sue malinconie e i suoi fantasmi: "L'estate ti delude I ogni volta - i riflessi I di una pseudo palude I disdicono i tuoi passi. - Ricade sul tuo sandalo I dove esegue i suoi scatti I la farfalla assoldata I per sigillare i patti: Già con La mela di Amleto Scialoja aveva impresso alle sue rime svolte più aguzze, capriole più rallentate, un sorriso più amaro, il piatto della bilancia. Che qui accentua: "Sommessamente chiesi I alla luce di luglio I d'essere morto ■ chiusi I gli occhi - nel doppio buio I ■

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