Calleri: «Puniti dall'arbitro»

Calleri: «Puniti dall'arbitro» Il presidente della Lazio protesta per un rigore non concesso Calleri: «Puniti dall'arbitro» di GIAMPIERO PAVIOLO TORINO — Il silenziostampa della Lazio si articola secondo le seguenti modalità. 1) il presidente Calle . parla con tutti, è disponibile a ripetere dieci volte le stesse frasi ad altrettante televisioni. 2) l'allenatore Materazzi parla con tutti quelli che non scrivono per il Tempo e il Messaggero, ammoniti, incredibile ma vero, ad allontanarsi dal gruppo di cronisti; prima di proferire verbo, però, si consulta a più riprese col presidente, che a un certo punto lo tira per la giacca e lo richiama nel chiuso dello spogliatoio. 3) i giocatori possono esprimersi soltanto con la mimica facciale: i più, però, preferiscono svignarsela a testa bassa. 4) accompagnatori, massaggiatore e medico sociale godono di ampia libertà: si apprende così che Acerbis ha ricevuto un maligno pestone al piede sinistro e nel nulla dell'immediato dopo partita è già una notizia. Ecco dunque Gian Marco Calieri, il signor Mondialpol che in Piemonte, insieme a un fratello, ha iniziato la sua carriera di manager calcistico: nell'81 prese in mano le redini dell'Ivrea, acquistò a peso d'oro Egidio Callonl, che pesava moltissimo, e rischiò la retrocessione dall'Interregionale; la seconda impresa ad Alessandria, in C2, e anche quella volta non fu vera gloria. Malgrado gli illustri precedenti, vuole prima di tutto chiarire di non essere, e non sentirsi piemontese: «Sono ligure, e presidente della Lazio. Il Torino mi interessava soltanto oggi, come avversario». Come lo ha visto? «Mi è piaciuta di più la Lazio, ma i granata hanno pescato almeno un paio di jolly: il primo gol, viziato a monte da un fallo, e il terzo, quando Muller è riuscito a mettere in mezzo una palla già persa e Skoro l'ha fatta passare tra le gambe di un nostro giocatore». Il rigore per il Toro? «Onestamente non posso valutare l'entità del fallo. Sta di fatto che da parecchie domeniche ogni decisione arbitrale è sempre contraria ai nostri interessi». Al presidente è rimasto sul gozzo un episodio dell'ultimo minuto: «Lo avete visto tutti, no? Sosa è stato trattenuto, e l'arbitro ha lasciato correre». Sì, però l'uruguaiano ha colpito di testa, a due metri da Lorieri, e l'arbitro ha applicato la regola del vantaggio: «Noi di questi vantaggi potremmo fare volentieri a meno». Sul piano del gioco rimprovera qualcosa ai suoi? «Direi proprio di no, abbiamo fatto la nostra partita, anche abbastanza brillante. Ci condanna solo il risultato». Giuseppe Materazzi si adegua alle parole che il presidente pronuncia a due metri da lui. Glissa soltanto sull'episodio del rigore: «Nel calcio ci sta sempre tutto, lasciamo stare. Non ho l'abitudine di lamentarmi». E' finita l'astinenza dal gol: «Già, ma forse andava meglio quando facevamo zero a zero. Quello che mi dispiace è che in questa giornata, con tutte le dirette concorrenti battute, potevamo staccarci dal gruppone, salire finalmente su quel tram che continuiamo a perdere». E' tornato Gutierrez ed è finita con quattro gol sul groppone: «Gutierrez non ha demeritato, Piscedda avrebbe fatto lo stesso». Chi le è piaciuto dei suoi? «E'facile rispondere: Di Canio, gli attaccanti. E il Toro? «Ha lottalo dal primo all'ultimo minuto, lasciandomi l'impressione di una squadra ben decisa a uscire dalla zor.a retrocessione. Gli auguro di cuore di riuscirci, perché la serie A non può perdere una società con tradizioni tanto importanti. Detto ciò, mi pare proprio che sul piano del gioco la Lazio sia stata leggermente superiore, mentre i granata hanno avuto dalla loro la buona sorte. Almeno tre gol sono stati casuali».

Luoghi citati: Alessandria, Ivrea, Lazio, Piemonte, Torino