Cravero: «Dedicata a Zago»
Cravero: «Dedicata a Zago» Per il giovane e sfortunato granata oggi è il giorno dell'operazione Cravero: «Dedicata a Zago» «Un rigore per i laziali? Benedetti ha trattenuto Sosa che però ha avuto la possibilità di concludere di testa» - «Dieci minuti di follia, ma la fiducia non ci ha mai abbandonati» TORINO — «Zago ci aveva telefonato in ritiro, per farci sentire il suo incoraggiamento: verso di lui avevamo un debito, adesso pensiamo che potrà andare in sala operatoria conpiù morale»: Cravero dedica allo sfortunato compagno di squadra, che oggi (se non ci saranno intoppi com'è accaduto venerdì) sarà operato a Lione per la ricostruzione dei legamenti anteriori e posteriori del ginocchio destro, il successo ottenuto sulla Lazio, interpretando la volontà di tutta la squadra granata che prosegue nel suo silenziostampa. Cravero passa quindi a esaminare la partita: «Chi viene a vedere il Torino — commenta con il sorriso sulle labbra —penso proprio si diverta- sono soddisfatto per i due punti, ma più ancora per come si è comportata la squadra nonostante i dieci minuti di follia che ci hanno preso quando conducevamo per 31. Ma è importante che, sul 33, la squadra abbia ripreso a macinare gioco e sia tornata in vantaggio. La fiducia non ci ha mai abbandonati e questo conta: adesso si tratta di continuare, di non cullarci più di tanto sul successo, perché domenica a Bergamo ci attende un nuovo difficile impegno». Dagli spogliatoi laziali giunge l'eci di lamentele per un rigore non concesso in chiusura di partita. Il capitano granata è esplicito: «Ho visto la trattenuta di Benedetti a Sosa, ma anche che l'argentino ha comunque concluso a rete di testa a due metri dalla porta mancando il bersaglio. E se l'arbitro fischiava e lui avesse fatto gol? Mi pare che se andiamo a vedere prima ancora c'era stato un episodio, a danno di Skoro, altrettanto dubbio, nel quale l'arbitro aveva pure lasciato correre». Un penalty a favore, indiscutibile, il Torino lo ha comunque avuto ed è stato proprio Cravero a trasformarlo: «Ormai sono abituato olfatto che il rigorista deve prendersi certe responsabilità. Circa il mio impiego nel finale a centrocampo è stato dettato dal fatto che Comi aveva preso una botta. Così ci siamo scambiati di ruolo come, d'altronde, facciamo quando lo richiedono le fasi del gioco». g.bar.
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