Villa Cornaro all'asta per 4 miliardi ma gli italiani sono esclusi dalla gara di Donata Gianeri
Villa Cornaro all'asta per 4 miliardi ma gli italiani sono esclusi dalla gara Affidata a Sotheby's la vendita dell'opera palladiana dopo un restauro durato 20 anni Villa Cornaro all'asta per 4 miliardi ma gli italiani sono esclusi dalla gara I coniugi americani Rush vogliono punirli: quando l'acquistarono nel "69, la costruzione era in stato di totale abbandono Appena finita di restaurare e fulgida nella sua ritrovata giovinezza come una signora dopo il lifting. Villa Cornaro, una delle più belle opere del Palladio a Piombino Dese, 30 km da Venezia, è stata recentemente messa in vendita da Sotheby's, quasi fosse un Van Dick, uno Stradivari o uno smalto di Fabergé. Prezzo di partenza, quattro miliardi di lire: cifra irrisoria, secondo gli esperti, per un capolavoro di questo tipo. La «villa» nasce tra il 1552 e il 1553 su commissione dell'ammiraglio Giorgio Cornaro e rimane proprietà di famiglia sino al 1803 quando, messa in vendita, comincia a passar di mano in mano sinché, ceduta al parroco del paese che si disfa degli ultimi arredi, viene trasformata in asilo-oratorio-pollaio. Ridotta ormai all'ombra di se stessa, mutilata dell'immenso parco, frazionato via via durante i vari passaggi di proprietà, cadente e in assoluto degrado, arriva alla fine nelle mani dell'Ente Ville Venete. E a questo punto, il miracolo: una coppia di ricchi americani in vacanza, lui Richard Rush professore di storia dell'arte, lei, Giulia Rush. pome tutti gli statunitensi sempre a caccia di ogni pietra che trasudi storia, vedono la villa e se ne innamorano. Decidono di comprarla all'istante: per cinquanta milioni di lire, o giù di lì. Meno che una casa nel Connecticut. E' il 1969: da quel momento, per circa vent'anni, i due si prodigano con tutti i mezzi a disposizione a riportare la casa agli antichi splendori. Ogni anno, durante l'estate (non esiste impianto di riscaldamento) si stabiliscono per quattro mesi a Villa Cornaro insieme a una troupe di restauratori e procedono al recupero delle antiche fattezze. E oggi che Villa Cornaro rifulge finalmente in tutta la sua ritrovata maestà, i Rush sono ormai troppo vecchi per godersela: il professore ha 73 anni, un'età che non gli consente più di fare il pendolare estivo tra America e Italia. Inoltre, considera il suo compito esaurito. Quello che gli stava a cuore, era ridare dignità ad un'opera d'arte abbandonata all'incuria e alla decadenza: quindi, riportarla in vita, abitandola. Perché anche le case, come le perle, han bisogno del contatto umano per riacquistare lucentezza. Oggi Villa Cornaro si affaccia in tutta la sua eleganza sul prato all'inglese, dalle tuie ben pettinate: unica opera del Palladio che abbia il motivo del doppio portico a colonnati su entrambi i fronti, con due spaziose scalinate che collegano la casa al giardino e il giardino alla casa stabilendo una sorta di armoniosa continuità tra esterno e interno. E se l'esterno è ormai ridotto a due acri di terreno in tutto, l'interno si è mantenuto sontuoso, con una pianta perfettamente identica sui due piani, secondo la rigorosa simmetria pal¬ ladiana. Diciotto stanze, alcune interamente affrescate da Mattia Bortoloni con scene tratte dal Vecchio Testamento al primo piano e dal Nuovo Testamento al secondo, altre decorate con bellissimi stucchi di Bortolo Cabianca che si inseguono in volute armoniose sulle pareti blu e grondano dai soffitti in grappoli di pampini e racemi. Pavimenti In cotto d'epoca e mobili purtroppo rifatti, anche se molto accuratamente e su modello di quelli autentici. Questa villa elegante e di grande allure, più fastosa dimora cittadina che residenza di campagna, costruita non al centro di proprietà terriere, come usava, ma tra edifici di famiglie patrizie veneziane, è servita da modello a parecchie «plantation houses» costruite negli Stati Uniti durante il XVIII secolo: pare che persino Thomas Jefferson si sia ispirato ad essa per costruire la sua famosa Casa Monticello, in Virginia. E oggi è stata messa in vendita come altri gioielli nostrani, da Palazzo Labia a Ca' Dario a Venezia, da Villa Demidoff a Fiesole a Palazzo Visconti a Barignano d'Adda. Anche se sarà molto difficile trovare il compratore ideale, così come lo vogliono i Rush: qualcuno in grado di continuare la loro opera, cioè di assumersi un compito estremamente impegnativo, costoso e di altissimo livello: «Un acquirente che ami l'arte e accetti di gestire una casa-museo, da tenere aperta al pubblico come abbiamo fatto noi il sabato pomeriggio, per tanti anni». Per ora gli aspiranti sono in tre: due americani e un tedeco, gli italiani essendo esclusi dalla trattativa per esplicita richiesta dei Rush, i quali non hanno mai potuto dimenticare in quale deplorevole stato di abbandono si trovava il capolavoro quando lo scoprirono, se ne innamorarono e lo acquistarono per un pugno di dollari. Donata Gianeri
Luoghi citati: America, Connecticut, Fiesole, Italia, Piombino Dese, Stati Uniti, Venezia, Virginia
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