Genova, in appello il ginecologo che aveva violentato la paziente di Guido Coppini

Genova, in appello il ginecologo che aveva violentato la paziente Condannato in primo grado a cinque anni nel gennaio dello scorso anno Genova, in appello il ginecologo che aveva violentato la paziente Sono emerse nuove prove a difesa - L'opinione pubblica è divisa tra colpevolisti e innocentisti GENOVA — Ricomincerà da zero l'istruttoria contro il ginecologo Armando Elena, 40 anni, condannato in primo grado a Imperia a 5 anni di reclusione con l'accusa di violenza ad una paziente durante una visita? Il giudizio d'appello, che riprenderà mercoledì prossimo (iniziato a metà febbraio, fu rinviato per accertamenti), promette colpi di scena soprattutto a favore dell'imputato. La difesa ha ottenuto nuovi riscontri sul presunto reato del medico e perizie non presentate al primo dibattito. Imperia toma a spaccarsi come sempre accade nei processi indiziari: da un lato i movimenti femminili a difesa della vittima, Cristina Bertolino, 32 anni; dall'altra, i sostenitori del ginecologo, con alcune sue pazienti disposte a giurare sulla sua correttezza. La presunta violenza sarebbe stata compiuta nello studio imperiese del medico nel tardo pomeriggio del 16 maggio di 2 anni fa. Accusa la donna: -Quel giorno mi visitò tre volte. Alla terza avvertii un dolore acutissimo; rialzandomi dal lettino mi trovai insanguinata, lui intanto stava abbottonandosi i pantaloni e aggiustandosi il camice-. Il medico: -Un'accusa assurda. Feci regolarmente le visite: al termine la signorina ebbe una crisi, tanto da indurmi a chiamare il 113». Cominciò da quella sera l'inchiesta seguita con curiosità morbose, indiscrezioni maligne sull'intimità della Bertolino t'fu derisa la sua condizione di vergine a 30 anni, come se la purezza fosse diventata improvvisamente una colpa-, dice il difensore); comportamenti non deontologici attribuiti al medico. Al processo di Imperia (gennaio 1988) vinsero i colpevolisti. La Bertolino, intanto, si era sposata con un vigile urbano. Femministe e fans del medico tornarono il 14 febbraio a Genova al processo di appello, sconsolate perché il presidente aveva deciso l'udienza a porte chiuse: la folla rimase in attesa dalle 9 alle 15, qualcuno si era anche portato la colazione. Non si sa se mercoledì le porte rimarranno ancora chiuse. Gli opposti schieramenti si augurano che non sia così perché il dibattito promette altre sorprese e sensazioni forti. La difesa (avvocati Vittorio Chiusane e Gianni Agnese l avrebbe già ottenuto un successo, almeno da quanto è trapelato nella prima udienza del processo di appello, dalle porte ermeticamente chiuse. Due punti potrebbero ridare onorabilità e incarichi professionali ufficiali al dottor Armando Elena: il primo riguarda le macchie di sangue trovate sul lettino e sul camice. La perizia ha accertato che era della Bertolino e fu probabilmente questo uno degli elementi più importanti a sostenere l'imputazione e la condanna. Durante la visita il dottor Elena avrebbe accertato (con una radiografia che sarà esibita mercoledì) che la paziente soffriva di cistite emorragica. -Questo spiegherebbe — dicono i difensori—le macchie di sangue». Secondo punto: il lettino ginecologico ( alto un metro e 71 da terra) non avrebbe consentito al medico di violentare la donna senza che lei — come sostiene — se ne accorgesse. Dice l'avvocato Agnese: • Abbiamo fatto decine di prove con pazienti che si sono prestate all'imbarazzante prova. Tutte ci hanno dato una risposta: nessuno potrebbe violentare una donna in quelle condizioni-. Il l»ttino come protagonista. Pare che la Corte d'appello — secondo notizie trapelate dalla prima udienza — abbia accettato l'esperimento: che tocchi a due carabinieri lo sgradevole molo di finti replicanti un presunto stupro? La difesa della Bertolino insiste sulla violenza, sul trauma subito e soprattutto sulla perizia del prof. Antonio Garzano, primario di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale di Imperia, secondo cui la donna presentava tracce di una recente deflorazione. - £ ' la prova — dice il patrono di Maria Cristina, avvocato Erminio Annoni — che entrò nello studio del ginecologo illibata e ne usci violentata». Da mercoledì (in aula e fuori) i segreti intimi di una donna e i tormenti di un professionista saranno ancora, impietosamente, oggetto di discussione. Guido Coppini Maria Grazia Hertolino

Luoghi citati: Genova, Imperia