Sacchi: «Ora possiamo vincere tutto»
Sacchi: «Ora possiamo vincere tutto» L'allenatore rossonero finge di ignorare le molte «voci» corse sul suo licenziamento Sacchi: «Ora possiamo vincere tutto» Poi ammette: «Nel primo tempo siamo stati fortunati, ma nella ripresa abbiamo meritato il successo» - «Che bravo Colombo» dal nostro Inviato MASSIMO GRAMELLINI FIRENZE — Dieci punti in sei partite. Dopo aver toccato il fondo a Cesena, VInvencible Armada rossonera è tornata rapidamente a galla, proponendosi — classifica alla mano — come miglior squadra del 1989. -E pensare che ì punii potevano essere 12 — si rammarica, ingordo, Arrigo Sacchi — se soto non fossimo incappati in quei due mezzi scivoloni casalinghi contro Pisa e Bologna. Il calcio è pazzo. La Fiorentina ci ha messi in difficoltà come nessun altro. Ma la fortuna, per una volta, ci ha strizzato l'occhio: nel primo tempo, infatti, non meritavamo di vincere, anche se poi, nella ripresa, abbiaino dominato-. Arrigo si sforza di mantenere la conversazione sulla partita, per evitare pericolosi sconfinamenti sul tema del giorno, il suo possibile licenziamento che, per qualche ora, si era trasformato addirittura in una clamorosa voglia di dimissioni. Sballottato tra la radio di Luzzi e le telecamere di Giannini, Sacchi stringe cento mani e scioglie inni al Milan ritrovato: -L'anno scorco avevamo tre caratteristiche: collettivo, spirito e individualità. In questa stagione ne era venula a mancare una: lo spirito vincente, che significa grinta, voglia di combattere, fame di nuove vittorie. Senza quello spirito il Milan diventa una squadra quasi normale. A Firenze, finalmente, ho rivisto nei miei giocatori la scintilla scomparsa. Adesso possiamo davvero arrivare a qualsiasi risultato: La domanda gli piove addosso, inevitabile: rincorrete lo scudetto? Sacchi solleva quegli occhi da profeta matto e geniale, li strizza in faccia all'intervistatore e risponde, con voce rapita: 'Noi rincorriaTno soltanto nei stessi». La tensione emotiva si inabissa immediatamente, perché l'Arrigo sposta il tiro sulla sua dichiarazione più classica e ritrita: 'Voglio ringraziare i miei ragazzi, soprattutto, la nostra grande società'. Solo un maligno potrebbe osservare che, rispetto alla formula da lui abitualmente usata, è stata introdotta una piccola variante: di solito, anziché 'società», Sacchi diceva 'dottor Berlusconi». A buon intenditor... Se ne va coprendo di elogi Colombo: 'Proprio sabato dicevo a Tassotti e Baresi che Angelo era la nostra rovina, nel senso che da quando non gioca più titolare ci mancano i suoi cross e le sue galoppate. L'influenza di Rijkaard gli ha permesso di tornare ad esaltarsi». In realtà Sacchi e Colombo non si possono vedere, ma la vittoria, si sa, giustifica anche una bugia. Come, ad esempio, quella che Sacchi estrae dal cilindro per commentare la prova di Borgonovo, il futuro rossonero, ieri totalmente anonimo: «Ha giocato davvero alla grande. Ci ha messi costantemente in difficoltà». Ma in difficoltà, lo mettono soltanto le domande sul suo futuro.
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