Treni a singhiozzo fino a stasera Scattato un «piano d'emergenza» di Giancarlo Fossi
Treni a singhiozzo fino a stasera Scattato un «piano d'emergenza» I «tagli» e la Finanziaria tornano a surriscaldare il fronte dei trasporti Treni a singhiozzo fino a stasera Scattato un «piano d'emergenza» Soppressi molti convogli - L'agitazione degli autonomi della Fisafs termina alle 21 - Anche i confederali sul piede di guerra ROMA — Treni a singhiozzo sull'intera rete, quasi paralisi in alcuni snodi ferroviari. Dalle 21 di ieri alla stessa ora di oggi i ferrovieri aderenti alla autonoma Fisafs e alla Cisnal scioperano contro i tagli della finanziaria '89, la mancata definizione di code contrattuali, la persistente assenza di una vera politica dei trasporti. LI «piano di emergenza", predisposto dall'Ente delle Ferrovie, sta assicurando i principali collegamenti interni ed internazionali, e in via prioritaria i convogli per i «pendolari», nonché al trasporto di merci speciali o deperibili. Ma, ugualmente, si sono già verificate soppressioni di molti convogli, limitazioni di percorso, ritardi, perdita di coincidenze. Nonostante la percentuale degli scioperanti non sia alta (all'agitazione non partecipano i ferrovieri di Cgil-Cisl-Uil, né i macchinisti-Cobas), le conseguenze sono consistenti. L'atmosfera è tesa. Anche i sindacati confederali sollecitano la totale applicazione dell'accordo sulla vertenza dei, macchinisti, mentre attendono che il commissario Schimberni presenti il suo piano di risanamento e sviluppo. Inoltre, protestano con fermezza contro il documento De Mita. «E'per lo più — commenta il segretario generale della Ull trasporti, Aiazzi — un coacervo di cattive intenzioni, scoordinato e contraddittorio». Aiazzi aggiunge: «Si tratta di un documento pennato grossolanamente ad uso e consumo del congresso de» che «deve essere demolito sia in sede parlamentare, che nella definizione del programma di risanamento e sviluppo dell'Ente Ferrovie». Se si dovesse insistere su questa strada sarebbero guai. I sindacati confederali si vedrebbero costretti a reagire con iniziative di lotta e la Fisafs ad intensificare le agitazioni a breve scadenza. «Siamo sorpresi ed increduli — rileva l'organizzazione autonoma dei ferrovieri — per le dichiarate intenzioni del governo di voler abolire le concessioni gratuite di viaggio ai ferrovieri, chiudere 4000 chilometri di linee, avviare all'incertezza migliaia di lavoratori ritenuti esuberanti, svendere il patrimonio dell'ente. Ci opporremo con ogni mezzo a chi vuole avviare le Ferrovie verso la bancarotta, per facilitarne l'acquisizione da parte del capitale privato". Non meno complicata è la situazione negli altri comparti dei trasporti. Cgil, Cisl e Ull denunciano che, nel complesso, si è arrivati ad un punto limite. «Guardando alle prossime settimane e ai prossimi mesi, senza perdere di vista l'importante scadenza dei Mondiali di calcio, dobbiamo segnalare con grande forza — afferma il segretario generale della federazione trasporti Cgil, Mancini — i nschi a cui andiamo incontro da qui a quella data». Il segretario generale della federazione trasporti Cisl, Arconti, non esita a dichiarare: «Si è ormai al collasso. Il sindacato reagirà con robuste azioni». Ed ancora Aiazzi esprime preoccupazione perche «la vasta e frammentata vertenzialità e conflittualità rischia di provocare seri disagi alla gente». Di qui, l'esigenza di una «tregua negoziale» fino a Pasqua, che permetta di chiudere tutte le vertenze in atto. I comparti più esposti, oltre alle Ferrovie, sono sicuramente 1 porti e i voli. Per i porti, sotto la minaccia di pesanti astensioni soprattutto a Genova, si tenta con difficoltà di far partire la trattativa sulla riforma del settore. Nel trasporto aereo, 1 negoziati per i contratti dei piloti e degli assistenti di volo ristagnano: gli Incontri sul due tavoli riprenderanno in settimana, ma con scarse prospettive. Per i piloti «le distanze tra le parti sono abissali»; per gli assistenti, V'esasperato tatticismo delle aziende» rischia di far saltare tutto. Particolari difficoltà si profilano pure per i controllori di volo: dopo gli scioperi dell'autonoma Lieta, c'è il pericolo che anche i sindacati confederali scendano sul sentiero di guerra. In fermento, infine, gli autoferrotranvieri per il rinnovo contrattuale: prima ancora della presentazione della piattaforma, le aziende hanno fatto sapere che non possono concedere alcun miglioramento economico dopo i drastici tagli decisi con la finanziaria. Se questa posizione non sarà modificata — minacciano i sindacati — è certo che il trasporto urbano sarà sconvolto da una serie di astensioni. Giancarlo Fossi
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