Volete mantenere un segreto? Non parlatene mai per teletono di Gianni Bisio

Volete mantenere un segreto? Non parlatene mai per teletono Volete mantenere un segreto? Non parlatene mai per teletono Le comunicazioni in Italia non sono di fatto tutelate, «controllarle» non è difficile • All'estero si cerca di correre ai ripari, da noi si fa pochissimo - Le banche costrette a propri sistemi di difesa Sono sicure le comunicazioni telefoniche? La risposta viene dall'unico consiglio che danno gli esperti agli utenti: -Mai parlare per telefono di argomenti che si devono mantenere segreti-. Regola elementare che denuncia la debolezza delle protezioni. Sicurezza però non significa solo riservatezza, ma anche invulnerabilità agli attacchi terroristici (o alla manipolazione fraudolenta) di un sistema chiave per la vita moderna come quello telefonico, comprese le importanti reti di trasmissione dati che ne fanno parte. E anche sotto questo aspetto non c'è da stare allegri: le protezioni sono inesistenti. Lo Stato tutela, per legge, la riservatezza e la integrità delle comunicazioni telefoniche, ma in realtà questa è solo una dichiarazione d'intenti: nulla fa in questo campo l'Azienda di Stato per i servizi telefonici (Asst), nulla la Sip, concessionaria unica della gestione del servizio in Italia. Fer aprire un permutatore telefonico d'utente basta un cacciavite e, per inserirsi in linea, sono sufficienti un condensatore da 500 lire ed una cuffia da 3 mila. Neanche una lira viene investita in sicurezza né dallo Stato, né dalla concessionaria; Non che all'estero lè cose' vadano molto meglio, maTalmeno c'è un tentativo di migliorarle. All'inizio di febbraio, a Washington, un comitato scientifico ha denunciato al Senato che il sistema telefonico Usa sta diventando sempre più vulnerabile perché le nuove tecnologie concentrano fortemente i punti chiave delle apparecchiature. John C. McDonald, capo della commissione, ha detto che -bastano poche granate ben piazzate per bloccare le reti di comunicazione a lunga distanza-, validi obiettivi per i terroristi. E' stato inoltre osservato che c'è poca segretezza intorno alle telecomunicazioni. Per esempio gli acquisti di stazioni ricetrasmittenti per comunicazioni via satellite sono fatti con gare pubbliche e le specifiche radioelettriche richieste non sono certo riservate. Così, con le stesse indicazioni, è possibi¬ le realizzare potenti centrali di intercettazione. Lo hanno fatto i sovietici, che a Cuba, per esempio, hanno realizzato un centro per ascoltare le comunicazioni Usa le cui antenne occupano un'area di 40 km quadrati. E lo fanno gli americani attraverso la NSA (National Security Agency, 26 mila dipendenti) che in giro per il mondo gestisce 255 stazioni d'ascolto: 86 negli Stati Uniti, 136 in Paesi amici o nelle sue stesse sedi diplomatiche (Mosca compresa), 33 presso basi militari e ambasciate britanniche, canadesi, australiane, neozelandesi e norvegesi. Tre centri sono In Italia: a Napoli, a Treviso e a San Vito dei Normanni, in Puglia. Secondo fonti dei servizi d'informazione Usa, proprio dal materiale raccolto in quest'ultimo centro, sarebbero nati lo scorso luglio i primi sospetti sulla fabbrica di armi chimiche di Gheddafi, a Rabta. In pratica gli americani avrebbero intercettato le comunicazioni libiche che richiedevano l'aiuto dei tecnici tedeschi dell'Imhausen per una fuga di gas velenosi avvenuta durante la costruzione dell'impianto. Un'osservazione a parte meritano le reti di trasferimento elettronico dei fondi usate dalle banche, tutte ben protette con chiavi a cifra nei canali internazionali, ma completamente sguernite nel tragitto italiano. Così se i messaggi ^istradati dal terminale internazionale di Milano sono cifrati automaticamente e protetti, nella tratta fino a Milano corrono lungo le linee Sip, senza alcuna misura di sicurezza, tanto che le banche sono state costrette a realizzare per conto proprio sistemi di difesa. Come se la Sip fornisse una casa col tetto, ma senza porte e finestre. Unica ad essere protetta è la rete «Itapac» per la trasmissione dati, che spezza e divide il messaggio in vari «pacchetti», inviati per vie diverse e assemblati nuovamente solo presso l'utente. Il rischio d'intercettazione è minimo. Ma si tratta purtroppo di un'eccezione nel vasto mondo dell'insicurezza delle telecomunicazioni. Gianni Bisio

Persone citate: Gheddafi