Stop alle «cattedrali del commercio» In pericolo anche quella di Grugliasco di Luisella Re

Stop alle «cattedrali del commercio» In pericolo anche quella di Grugliasco Il Corèco ha annullato una delibera del Comune di Trofarello Stop alle «cattedrali del commercio» In pericolo anche quella di Grugliasco No alla proliferazione di ipermercati sempre più mastodontici, compreso quello in programma a Grugliasco che con i suoi 90 mila metri ricoperti dovrebbe risultare il più grande d'Italia: e voci ufficiose dicono che dietro ci sia Berlusconi. E un no ancora più deciso alla liberalizzazione inaugurata recentemente dal decreto Battaglia, per cui oggi ogni shopping-centre superiore ai 1500 metri è libero di ampliarsi al dì fuori di qualsiasi vincolo. Lo ha stabilito il Coreco di Torino, annullando la parte del nuovo Piano commerciale di Trofarello che si riallaccia all'articolo 31 del decreto in questione. Giudicato ora illegittimo con una decisione inoppugnabile sul piano giuridico e clamorosa nelle conseguenze: in contrasto (o quantomeno in antìcipo) il Coreco locale rispetto ad al- tri Comitati regionali di Controllo e in preda alla massima incertezza le Amininistrazioni impegnate nella stesura del rispettivo Piano del Commercio. Spiega l'ingegner Giuseppe Colosi, che ha collaborato per la Pubblicomm al Piano di Trofarello: "Il Coreco ha riscontrato un insanabile contrasto tra l'articolo 31 del decreto, il quale prevede ampliamenti liberi dai vincoli contingentati e l'articolo 43, che autorizza invece il raddoppio delle superfici "in deroga a eventuali contingenti". Riannodandosi alla legge-base sul commercio n. 426 e al suo regolamento, ha quindi risolto la contraddizione salvaguardando l'articolo 43 e impugnando invece l'articolo 31. Risultato: mancando deroghe specifiche, nessun centro commerciale di Torino e cintura potrà dilatarsi in insindacabile autonomia: Si tratta di un limite, soprattutto in questo periodo in cui forti capitali francesi stanno convogliandosi sulle grandi catene interne di distribuzione, carico di implicazioni. Precisa l'ingegner Colosi: -Il decreto Battaglia ha assemblato differenti normative precedenti e questo spiega l'incongruenza in questione. C'è da aggiungere che la decisione del Coreco di Torino non giunge inaspettata ma armonizza con le critiche mosse al decreto Battaglia dai Comuni riuniti nell'Anci, che ha già preso posizione contro l'articolo 31 del provvedimento. E'inoltre attesa in proposito, dopo un ricorso di Lombardia, Veneto ed Emilia, la decisione del Consiglio di Stato». La liberalizzazione selvaggia dei tempi nuovi non piace a nessuno, insomma, mentre iijn preoccupa meno la circolare 3171/C che ha fatto seguito a questo contestatisslmo decreto e che impone ai Comuni una revisione quadriennale del proprio Piano del Commercio. Stabilendo che "in presenza di un Piano scaduto, ogni Amministrazione di oltre 5 mila abitanti dovrà dotarsi dì una delibera temporanea in grado di fissare i vincoli di contingente ma non le superfici minime dei nuovi esercizi. Di qui il rischio di un pulviscolo di minuscoli negozietti destinati a un rapido fallimento, con grossi costi economici e sociali: Ma frenare una grande distribuzione che solo adesso sta entrando in forze sul mercato non implicherà un regresso anacronistico rispetto al resto d'Europa? L'ingegner Colosi, che sta lavorando al Piani commerciali di Settimo e di Collegno e colla¬ borando alla stesura di quello di Torino, è convinto di no. Sostiene: "Scimmiottare certi esempi esteri, a partire dalla Francia dove ipermercati e centri integrati han sostituito un commercio tradizionale qualitativamente pessimo rispetto a quello italiano, sarebbe un errore imperdonabile. Dato per scontato che qualsiasi battaglia contro la grande distribuzione sarebbe strumentale, è necessario bilanciare le diverse forze in campo senza sottovalutare le risorse di un commercio tradizionale che si sta vistosamente evolvendo: Soluzioni In vista? «Comprenderanno centri di grande distribuzione programmati in modo di non alterare il baricentro della vita urbana, in abbinamento alla valorizzazione di quegli assi commerciali cittadini che tutto il mondo ci invidia. Tra gli strumenti: aree dotate di un arredo omogeneo, una maggior integrazione di servizi commerciali e artigianali e il capillare inserimento di razionali strutture medie di generi di prima necessità. Da diffondere quale elemento aggregante nei vari quartieri in stretto collegamento logico, grafico e fisico con la rete del commercio preesistente: Luisella Re

Persone citate: Berlusconi, Colosi, Controllo, Giuseppe Colosi