Eredi di De Maistre, nemico della Rivoluzione

Eredi di De Maistre, nemico della Rivoluzione INCONTRO NEL TORINESE, DOVE VIVONO DA CINQUE GENERAZIONI Eredi di De Maistre, nemico della Rivoluzione TORINO — Bicentenario della Rivoluzione Francese: molto spazio per tutti i protagonisti, meno per Joseph de Maistre, intellettuale savoiardo, implacabile nemico dell'89, pensatore reazionario per eccellenza, esiliato per le sue idee, e successivamente diplomatico a Pietroburgo al servizio del Re di Sardegna. Un personaggio scomodo e discusso, oggi al centro di nuovo interesse. La quinta generazione della famiglia De Maistre, a partire dal celebre Joseph vive in provincia di Torino, al borgo Cornalese, frazione di Villastellone. Un'ampia casa patrizia della fine del '700, circondata da un grande parco cintato, acquistata dal conte Lavai Montmorency alla metà del secolo scorso, con annesse cascine, la chiesa, viali di pioppi cipressini. Il conte aveva sposato Constance de Maistre, un sorella di Joseph, morto il 16 febbraio del 1821. Da allora tra alterne vicende, è cresciuto un intricato albero genealogico con ramificazioni in Francia e in Italia Oggi nella grande casa in mezzo ai campi di grano e mais, dove tutto è rimasto come ai tempi del Regno di Sardegna, vivono Pierre de Maistre, capofamiglia, un vigoroso gentiluomo di campagna di 65 anni, la moglie Lidia Ricardi di Netro, di antica stirpe piemontese, il figlio Henry di 36 anni (che dà una mano al padre nel condurre l'azienda agricola familiare), e Xavier, 40 anni — omonimo del celebre autore del Viaggio intorno alla mia stanza — che ha sposato Caterina Gromis di Tiana, discendente della contessa di Mirafiori, meglio cono- sciuta come la 'Bela Rosin». Due sorelle sono sposate. Constance con un Reviglio della Veneria, abita a Cavallermaggiore (Cuneo), mentre Chantal sta a Torino, maritata a un tedesco italianizzato. Xavier si occupa di pubblicità, ma la sua attività preferita è quella dell'acquafortista. Accademia di Belle Arti, esperienze di fotografo, tanti viaggi in Africa e sud America. Incisore raffinalo, con una vena insieme naturalistica e surreale. Castelli, alberi, uccelli. Una personale in programma a Torino per maggio. «Dipinge il mondo che lo circonda, hanno scritto per una sua mostra di gravures, e il ricordo lontano, ancestrale di ciò che era, tanti anni fa, quando a Borgo Cornalese si parlava solo francese e piemontese... Scenografie fantastiche, antichi borghi e città, i boschi... il gufo, la beccaccia, la ghiandaia». «Disegna alberi come cattedrali di rami, scrive Pierre Lexert, dimore patrizie di parenti, che sono bastioni, rifugi, reliquiari». Artista e viaggiatore come il trisavolo. «Fiero? Fierissimo degli antenati, spero solo di essere capito come artista, dice ridendo Xavier, prima di quanto sia stato riconosciuto Joseph come pensatore». Una rigorosa coerenza ideologica e morale ha percorso le generazioni della singolare dinastia. Xavier jr^ allegro e sempre a spasso nei boschi, o in montagna a pescare, somiglia più a Xavier senior, piuttosto che all'arcigno Joseph, moralista, grande amico dei Gesuiti, «potente ragionatore, campione dell'idea cattolica», scriveva Gennaro Auletta nell'introduzione alle Serate di Pietroburgo, «che vide con orrore la sanguinosa alluvione della Rivoluzione Francese». «Io mi ritengo soprattutto una persona ragionevole, dice ancora Xavier, politicamente sono democratico e cristiano. Perché non mi sembra ci siano alternative e perché non ammetto l'inesistenza di Dio. Per me va ancora bene il motto di Joseph: "Fuori dall'onore nessuna preoccupazione". Certo non l'onore dello spadaccino, ma sicuramente un onore morale sempre attuale». // padre di Xavier, Pierre, ha conservato la cittadinanza e la lingua francesi, essendo nato a Puiseux Le Hauberger nell'Ose, a Nord di Parigi. Una volta l'anno o più, va a trovare il fratello Xavier-Eugène che abita l'antica dimora di famiglia, una stupenda casa forte, con torrioni e tetti spioventi, affogata nella campagna. Parla con calore degli antenati, e si muove con sicurezza tra l'intrico delle parentele. In Francia sono più di quaranta ì capifamiglia de Maistre (senza contare moglie e figli), elencati nel Bottin Mondata (1600 pagine, l'elenco completo dell'aristocrazia transalpina), e ce n'è anche uno in Nuova Caledonia. Il numero veramente straordinario di congiunti (ogni famìglia aveva una decina di figli) comporta qualche difficoltà nell'identificazione certa, per esempio, di alcuni dei ritratti appesi alle pareti del salone, dello studio, della biblioteca. Qualcuno, privo di nome e cognome sulla tela, rimane di attribuzione incerta. Per il resto Pierre de Maistre ha una memoria di ferro, e parla del diplomatico Joseph, dell'artista Xavier, di gesuiti e soldati, come li avesse lasciati a Chambéry una settimana fa. «Personalmente apprezzo il ritomo dell'interesse per Joseph in Italia, spiega il conte Pierre. Ciò permette sia ai sostenitori che agli oppositori delle sue idee religiose, filosofiche e politiche, di confrontarsi. Questa è libertà di pensiero, e non può essere, per il mio antenato savoiardo, che un omaggio, indigesto o no». E a proposito di Chambéry, capoluogo della Savoia, è curioso apprendere che una dozzina di anni fa vi è stato fondato un "Centro Studi Demaistrienne, Amici di Joseph e Xavier de Maistre», per iniziativa del prof. Louis Dancel, (in accordo con la famiglia), centro che ha sede presso la Fa- I colta di Scienze Umanistiche dell'Università di Chambéry (27, Rue Marcoz). La società, che stampa un volumetto ogni anno con studi e notizie, ha 70 soci in Francia, una trentina in Italia (una dozzina a Torino), e collegamenti con l'Università torinese. Sempre a Chambéry infine risiede il più vecchio dei de Maistre, ancora un Joseph, ullranovantenne, che abita il castello di Bissy, un tempo isolato su una collina, oggi assediato dall'urbanizzazione del dopoguerra. StraordU.aria, al Borgo Cornalese, la biblioteca di Pierre de Maistre, con dozzine di edizioni rare, qualcuna ormai introvabile, dei libri di Joseph e Xavier, ovviamente quasi tutti in francese, salvo qualche rara copia (recente) in italiano. Di indubbio interesse potrebbe essere la traduzione e la pubblicazione di almeno una parte del monumentale epistolario di Joseph (lettere e osservazioni sulla sua attività di diplomatico alla Corte dello Zar, epistolario inedito in Italia), stampato a Lyon in quindici volumi nel 1891. Un repertorio certamente istruttivo, di notizie e commenti provenienti da un osservatore del tutto particolare, acuto, severo, intransigente. Tra i cimeli, olii e acquerelli (vedute di Pietroburgo, di Napoli) di Xavier, che oltre scrittore, fu anche apprezzato pittore. Curioso il viaggio attraverso le generazioni, degli aristocratici cromosomi della famiglia, che hanno fornito a tutti, per esempio, lo stesso naso imperioso, e allo Xamer di oggi, lo stesso talento artistico, la medesima passione per la campagna e i viaggi dello Xavier di ieri. Tra l'altro il trisavolo morì vedovo (dopo la morte di tutti i figli avvenuta molti anni prima) il 12 giugno del 1852, all'età di 90 anni, a Pietroburgo (dove fu sepolto), «solo come una foglia, rimasta unica attaccata ad un ramo d'inverno». E non guasta ricordare, per avere un'idea dell'ambiente in cui visse gli ultimi anni e in cui produsse abbondante corrispondenza, saggi e monografie, che Nikolaj Gogol per esempio arrivò a Pietroburgo nel 1828 (c'era anche Puskin in quel periodo), nel 1836 ci fu la prima teatrale deZHspettore generale al cospetto dello zar, scrisse nel frattempo le Anime Morte e tra il 1835 e il '42 diede alle stampe I racconti di Pietroburgo. Gogol, tra l'altro, mori lo stesso anno di Xavier, nel 1852, il 21 febbraio. Per celebrare le memorie di famiglia è possibile per il 1990 un gran raduno di tutti i membri della famiglia de Maistre, residenti in Francia e Italia, alcuni dei quali non si sono mai conosciuti. «E' tanto che ci penso, spiega Pierre de Maistre, e mi sembra che sia venuto il momento. Ma non quest'anno, per evitare che sembri una provocazione nei confronti del bicentenario della Rivoluzione». Renato Scagliola Torino. Xavier de Maistre, omonimo del celebre antenato