Hoffman di Lietta Tornabuoni

Hoffman Hoffman passato, il fratello malato vive sempre nell'attimo presente-. Tutt'e due si chiamano di cognome Babbitt. «Già, come l'eroe del romanzo di Sinclair Lewis. Un arrampicatore sociale aveva due figli, uno arrivista, l'altro autistico: non è un'esemplare parabola d'America?-. Con la passione maniaca dell'attore perfezionista di scuola americana, racconta di quanto a lungo ha frequentato autistici, per imparare a conoscerli, per poter imitarli: •E alla fine, quando uno di loro ha fatto un gesto leggero toccandomi il ginocchio, ho sentito che stavo per piangere. "Rain Man" è anche un film sulla comunicazione e su uno dei nostri infiniti errori: allontanare in reclusione le persone diverse da noi. Di questa malattia si sa ancora poco, eppure in certo modo siamo tutti un po ' autistici: ha notato come, alla fine d'un viaggio aereo, tutti s'alzano di scatto in piedi girandosi verso l'uscita, pur sapendo benìssimo che prima di scendere passerà un quarto d'ora? E' una pantomima insensata, eppure si ripete sistematicamente...'. Ha cinquantadue anni, moglie, quattro figli, tre case: non è ancora stanco di mettersi continuamente alla pro¬ va? -E'soltanto che continuo a essere vivo. Se non cerchi il nuovo, se rinunci a imparare dai tuoi errori, se ti limiti all'esperienza, sei già morto-. Lietta Tornabuoni

Persone citate: Babbitt, Hoffman, Sinclair Lewis

Luoghi citati: America