Torna la paura dei laki di Alberto Rapisarda

Torna la paura dei laki Torna la paura dei laki ROMA — Minaccioso come un incubo che invano si credeva di avere rimosso, torna nella de del dopo-De Mita la paura del •fronte laicista». De Mita temeva il declino dello scudo-crociato causato dai socialisti in marcia verso 11 centro per togliere alla de la delega a rappresentare gli interessi generali e quelli del mondo dell'economia. Arnaldo Forlani non teme Bettino Craxi ed è convinto che con lui si può convivere ancora. Non teme neanche i comunisti in crisi e in fase di revisione, n rischio vero Forlani lo vede in prospettiva lì dove nessun altro lo avrebbe colto: la minaccia del futuro della de sono i partiti laici. Oggi sono piccoli, disorientati e soli, e quindi sembrerebbero innocui. Ma proprio oggi ci sono condizioni nuove che potrebbero trasformali in protagonisti e in pericolosi antagonisti della de. Una condizione è, secondo Forlani, il-venir meno del carattere radicale della minaccia comunista'. L'altra, che potrebbe trasformare la mosca laica in un gigante è la crisi dei partiti che si sono chiusi in giochi tattici, lasciando un vuoto di proposta •che viene sistematicamente colmato dagli interessi forti ed organizzati del Paese-, Ora potrebbe succedere che quegli interessi forti, che sinora hanno dato prevalentemente alla de la loro delega politica, decidano di mettersi in proprio puntando decisamente sui partiti laici. E' l'incubo che fu di De Gasperi agli albori della Repubblica. Forlani ha rievocato quelle paure, citando un brano del segretario di allora, vecchio esattamente di 40 anni. Nel febbraio del 1949 De Gasperi illustrava in una lettera quello che sarebbe stato da allora il vangelo delle alleanze della de. «Staccare i socialisti vuol dire rompere il blocco social-comunista nelle sue cittadelle di resistenza-, collaborare con i repubblicani vuol dire fargli abbandonare la via dell'anticlericalismo. E' reale il pericolo che tutti i non cattolici possano riunirsi sotto il comune denominatore dell'anticlericalismo, scriveva De Gasperi. •Il pericolo esiste perché banche, istituti economici, grandi editori, grosse industrie, proprietà terriere sono spesso in mano a uomini i quali sono infondo degli anticlericali rinsaviti dalla paura-. La paura era quella dei comunisti. Ma ora che il pei non spaventa più che succederà? si chiede Forlani. Se i timori profondi della de a congresso sono realmente questi, allora il destino di De Mita era segnato perché avrebbe sbagliato tutto, dal punto di vista della analisi di Forlani. De Mita ha tenuto atteggiamenti indisponenti con i laici o li ha ignorati lasciando in eredità al suo successore una de isolata da tutti. Il metodo doveva essere invece . quello degasperiano della mano tesa e delle garanzie, fa capire Forlani che assicura ai minori che non ci saranno leggi elettorali punitive per loro, sperando di riconquistarne la fiducia. De Mita ha subito il fascino di -interessi elitari- senza capire che erano proprio quelli il nemico. Ed ha cercato di trasformare la de in un partito più moderno, rigorista e più laico, sull'onda della filosofia reaganiana imperante nella prima metà degli Anni 80. Ora Reagan è tornato a casa ed è messa sotto accusa la corsa al successo, al denaro, mentre tornano di moda i «valori». La de di Forlani cancella la parentesi demitiana e ritorna alle origini, ripresentando le sue carte di credito di sempre, considerandole ancora buone per trovar consensi sul mercato politico: solidarietà per i più deboli, legame con i movimenti cattolici, battaglie di principio sulla linea indicata dal Papa. E poi, moralizzazione dei partiti e dalla de, e nessuna chiusura di principio verso i comunisti. Questo fa Forlani, mettendo in imbarazzo la sinistra del partito che di fronte a questi argomenti non se la sente di dirgli no. L'analisi dello strapotere dei gruppi economici e finanziari, per esempio, è quella che fa da tempo lo zaccagniniano Bodrato. Tramonta così con un taglio netto l'era De Mita alla segreteria come una parentesi da dimenticare. E diventa più debole la posizione di De Mita alla guida del governo, malgrado le assicurazioni in contrario. Alberto Rapisarda

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