Botta a Piazza Affari (l'indice perde l'1,31)

Botta a Piazza Affari (l'indice perde l'I,31) Botta a Piazza Affari (l'indice perde l'I,31) Liberalizzazione valutaria: Bankitalia teme fughe MILANO — Le tensioni sui tassi di interesse, la debolezza delle altre piazze finanziarie internazionali e le incertezze politiche interne, in particolare per quanto riguarda la manovra economica del governo, sono alla base del diffìcile momento della Borsa che anchr ieri, alla ripresa delle contrattazioni, ha mostrato un'evidente debolezza. In una riunione di scambi ancora abbastanza limitati, con gli operatori nervosi e incerti sulle mosse da compiere, l'indice Comit ha lasciato sul ctunpo 11,31% terminando a 578.89. Quello che più stupisce, in questa fase, è l'assenza di una qualsiasi iniziativa finalizzata a risollevare le sorti del listino, la mancanza di interesse da parte dei piccoli risparmiatori e dei grandi investitori istituzionali, il quasi totale disinteresse da parte dei grandi gruppi. Nemmeno i primi risultati '88 di alcune società e le previsioni positive delle principali holding industriali sono riusciti a vivacizzare l'attività tra le corbeilles. Così solo alcune società particolari, al centro di manovre speculative o di passaggi di pacchetti azionari, riescono a movimentare un po' la situazione. Per la cronaca fin dalle prime battute, con le flessioni della Fiat (—1,7% ) e delle Generali (—1,6%), è stato chiaro che la giornata non poteva riservare positive sorprese. Tutti i principali titoli del mercato hanno segnato sensibili arretramenti: la Montedison. ad esempio, è scesa al di sotto delle 2000 lire, a 1990, con una perdita del 2,5%, la Gemina è .-.cesa del 2,7%, la Carlo Azeglio Ciampi Cir e la Mondadori sono ribassate del 2%. Pesante anche l'andamento di Benetton, che ha ceduto quasi il 5%, delle tre Bin, Mediobanca, Pirelli e Sip. Unici superstiti di questa débàcle sono stati i valori coinvolti nelle manovre attorno alla Banca nazionale dell'agricoltura. Proprio la Bna, dopo aver segnato al listino un rialzo di oltre l'8%, è stata poi sospesa dalle contrattazioni in attesa di comunicati ufficiali. La Centro Nord, finanziaria di Gennari intenzionata ad uscire dal capitale della Bna a favore del Credito Italiano, ha guadagnato 600 punti a 15.300 lire. Rimane per il momento sospeso dalle negoziazioni il di capitali all'estero titolo Interbanca. Con questo clima di Borsa non c'è molto da state allegri. E anche le prospettive del sistema finanziario italiano non sembrano molto favorevoli. Secondo uno studio preparato dalla Banca d'Italia la totale liberalizzazione valutaria, con l'abolizione di tutti i vincoli amministrativi, potrebbe determinare un deflusso di capitali verso l'estero. In particolare Bankitalia pone l'accento sui trattamenti fiscali degli investimenti finanziari che in alcuni Paesi europei sono più favorevoli che non in Italia. Questa disparità di trattamento potrebbe quindi alimentare una fuga di capitali verso altri Paesi. ■^Infuturo — sostiene l'istituto centrale — si parranno problemi quando la liberalizzazione valutaria italiana estenderà la propria efficacia anche ai movimenti di capitale a breve e quindi in sostanza ai depositi bancari: la legge potrà costituire un varco per il verificarsi di fenomeni di riallocazione del risparmio a breve, incentivati dalla possibilità di evasione fiscale-. In diversi Paesi della Cee gli interessi sui depositi bancari non sono oggetto di ritenute alla fonte, come invece avviene in Italia, e quindi sfuggono all'imposizione personale progressiva. • Per i depositi bancari — avverte lo studio — si proporrano problemi delicati, dato che risulteranno estremamente convenienti per i residenti italiani spostamenti verso l'estero, che potranno assicurare redditi esenti dal fisco-. Rinaldo Gianola

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Gennari, Rinaldo Gianola

Luoghi citati: Italia