«Anche l'Adige ha la sue Acna» di Giuliano Marchesini

Il sindaco di Rovigo: «Un'industria trentina avvelena il fiume» Il sindaco di Rovigo: «Un'industria trentina avvelena il fiume» «Anche l'Adige ha la sue Acna» ROVIGO — Una donna è china sulla tanica, riempita per tre quarti a uno dei quattro rubinetti. Leva lo sguardo e dice: -Cosa le sembra? A me pare di essere in un campo profughi». La gente è in processione davanti all'autobotte sistemata dietro la cancellata dell'ex Consorzio agrario, in centro, per portarsi a casa l'acqua «buona». Adesso l'Adige, al quale attingono gli acquedotti del Polesine, è un'insidia: con le sue acque scorrono veleni. E per le strade s'è diffusa la voce degli altoparlanti dei vigili urbani, che diramavano l'ordinanza con la quale il sindaco di Rovigo vietava l'uso alimentare dell'acqua che sgorga dai rubinetti delle abitazioni. Toluolo, xilolo, benzilanilina, belzaldeide, trielina: sono i nomi delle sostanze che l'Adige, in preda alla sottile malattia, si porta giù nella piana veneta. Altri 24 Comuni della provincia di Rovigo vivono un'emergenza fatta di autobotti. E Chioggia, nel Veneziano, at¬ NAPOLI — Bianco, rosso e verde: i colori della bandiera, ma anche della mozzarella, del pomodoro e del basilico che adornano quel delicato impasto di acqua e farina al quale abili mani napoletane danno una forma piatta e rotonda. Si chiama Margherita, e compie cent'anni, la più celebre delle pizze nate e cresciute all'ombra del Vesuvio. Vessillo di una certa oleografia partenopea, che vuole un intero popolo ostinatamente' superficiale e ad ogni costo scanzonato, la pizza tricolore è nata in realtà come omaggio all'Italia unita, e in particolare ad una regina di Casa Savoia. Lo ricordano quest'anno i ristoratori, che già preparano una serie di meeting per rilanciare un'offensiva in grande stile contro «gli ignobili falsificatori di un prodotto che merita la denominazione d'origine con¬ «E' la Sirie di Rovereto, il suo scarico dev'essere subito chiuso» - Autobotti in piazza a Chioggia e in 25 Comuni del Polesine, emergenza per circa 200 mila persone - La gente è esasperata: «Sembra di vivere in un campo di concentramento» • Viaggi in montagna per «fare scorta» alle sorgenti, boom di vendite dell'acqua minerale DAL NOSTRO INVIATO Napoli festeggi traversa la stessa crisi da sei giorni, mentre è in corso la distribuzione di oltre 12 mila volantini per «sensibilizzare» la cittadinanza. In tutto sono circa duecentomila le persone coinvolte nell'emergenza. Davanti alla cisterna, dietro il corso principale di Rovigo, un operaio che attende il suo turno per l'approvvigionamento non nasconde l'imbarazzo: «Riempio questa piccola damigiana. Ma non mi fido mica tanto neanche dì quest'acqua, sa? La prendo perché la prendono tutti. E speriamo in bene». Un anziano vien via curvo sotto il peso della tanica. «Qui—dice—bisogna che si cerchi finalmente di guardarsi bene dagli inquinatori. Finora ci sono state tante proteste, ma non sono servite a niente». E una signora che abita nella casa di fronte: «Non so se esista proprio un piano per risolvere un problema come questo. Intanto, ci danno quest'acqua: dicono che l'hanno presa lassù, sulla montagna. Ma per bere noi abbiamo fatto scorta, nei giorni scorsi». Un impiegato ne ha presi quindici litri, all'autobotte, lamentandosi anche per il fatto che non ci fosse nessuno a seguire le operazioni di erogazione. «Me ne servirò per lavare la verdura, forse per fare un po' di brodo. E basta». Un senso di avvilimento mescolato alla rabbia, in queste code davanti alle cisterne. Anche qualche ostinata diffidenza. E in tutta la zona un grande smercio di acqua minerale. «Quanto durerà 'sta tribolazione?», domanda una donna che svolta l'angolo tenendo sottobraccio un fiasco di «acqua d'emergenza». n sindaco di Rovigo, Carlo Piombo, democristiano, ha appena presieduto una riunione del Consiglio comunale. «Ma noi — dice — siamo in emergenza già da parecchie settimane». Una crisi che rischia di diventare una specie di «guerra dell'acqua» tra il Veneto e il Trentino. Perché è di là, in particolare dal Roveretano, che secondo gli amministratori di Rovigo viene il male dell'Adige. Carlo Piombo rammenta che sabato gia la «Margherita» e chiede il marc scorso si sono incontrati tutti i sindaci dei Comuni interessati al prelevamento dell'acqua potabile dal grande fiume. A quell'agitata riunione sono intervenuti anche il presidente della Regione Veneto, Carlo Bernini, e quattro assessori. Bernini s'è impegnato a prendere in esame un progetto che l'adduzione di acqua dalla fascia pedemontana, per una spesa di circa 120 miliardi. «Intanto — rileva il sindaco — abbiamo proposto un ordine del giorno, approvato all'unanimità, per la costituzione di una sorta di comitato del quale dovranno far parte tutte le forze politiche e sociali». Ma è alla zona trentina che i rappresentanti delle amministrazioni del Polesine continuano a guardare con inquietudine. «Nel documento — precisa Carlo Piombo — si chiede la chiusura immediata dello scarico della ditta Sirie di Rovereto, che produce resine sintetiche poliestere. Vogliamo anche un controllo costante degli scarichi in tutto il territorio in cui hio di qualità scorrono l'Adige e l'affluente Biffis, nelle province di Trento e Bolzano». E non è escluso che il Comune di Rovigo si costituisca parte civile, nel caso in cui s'intraprenda un'azione giudiziaria a carico di presunti inquinatori. U Veneto cerca comunque contatti, per uscire da queste «tribolazioni». Ieri mattina Bernini ha spedito un messaggio al presidente della Provincia autonoma trentina, Malosslni, proponendo azioni comuni per «eliminare a monte alcuni problemi». H primo risultato è un incontro tra i due, che s'è tenuto in serata a Bassano del Orappa. Ma intanto, a Rovigo, sono i «giorni delle cisterne». Dall'ex Consorzio agrario alle piazze, ai cortili delle scuole elementari e delle medie, è tutta una rete di precaria distribuzione. E anche negli altri 24 Comuni della provincia di Rovigo continua il «pellegrinaggio» verso le autobotti. Un tempo si ripeteva che il Polesine è un'area «depressa». Pare che non sia cambiato molto. Giuliano Marchesini «Prestati» alc

Persone citate: Bernini, Carlo Bernini, Carlo Piombo