Razzo fermo per sciopero di Enrico Singer
Razzo fermo per sciopero Bloccato il decollo di Ariane: imbarazzo a Parigi Razzo fermo per sciopero OAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Sulla base spaziale di Kourou splende un sole magnifico e tutte le altre perdizioni meteo sono perfette, ma Ariane non partirà questa notte come era previsto, n lancio del razzo europeo è stato cancellato per sciopero e rinviato sine die. Nei trentadue anni della storia della conquista spaziale non era mai successo. E per l'Europa è un primato imbarazzante anche perché il ventinovesimo volo dì Ariane doveva deporre in orbita un satellite per telecomunicazioni del Giappone, cliente a lungo corteggiato e infine strappato alla concorrenza dello Shuttle americano. Ma i sindacati dei 210 tecnici che lavorano nella -sala controllo- del poligono, sulla costa della Guyana francese, non hanno voluto ascoltare ragioni di prestigio e hanno interrotto il conto alla rovescia. Per loro la vertenzaAriane è come tutte le altre e le trattative sono state inutili. C'è una richiesta di aumento salariale (del 14 per cento) che la società pubblica francese Thomson — elettronica e sistemi radar — rifiuta da mesi e l'occasione dì paralizzare l'attività del centro spaziale al momento di un lancio così importante era 'l'unico modo per farci ascoltare-, hanno detto 1 delegati sindacali al mediatore inviato in tutta fretta da Pa¬ rigi. Adesso si tenta, almeno, di limitare i danni. Se sarà raggiunto un accordo entro pochi giorni (il 2 marzo è il termine ultimo), Ariane potrà compiere la sua missione, sia pure con ritardo. In caso contrario, il razzo e i suoi due satelliti — oltre al giapponese •JC-Sat 1-, c'è un •Meteosaleuropeo — dovranno essere sottoposti ad una lunga e costosa serie di controlli prima di poter avviare un nuovo conto alla rovescia. E' un pericolo che i dirigenti deu"Esa (l'ente spaziale euoropeo di cui fanno parte undici Paesi, Italia compresa) considerano concreto. E che rende furiosi soprattutto i responsabili commerciali del progetto Ariane. La reazione nella sede parigina di 'Arianespace- è amara: -dopo dieci successi consecutivi, questo proprio non ci voleva-. Sulla rampa di lancio di Kourou è fermo un -giocattolo» che vale 200 miliardi: •Tenerlo immobilizzato è un brutto colpo all'immagine di efficienza che abbiamo conquistato-. E i più sorpresi dallo sciopero, naturalmente, sono stati i membri della delegazione giapponese che dovevano partire — accompagnati dal ministro della Ricerca scientifica francese, Hubert Curien — a bordo di un Concorde per Kourou e che sono stati -invitati' a rimanere a Parigi in attesa di notizie. Nella vertenza, comunque, l'Esa non ha responsabilità dirette. Il controllo radar e tutti i sistemi di telemisura sono gestiti dalla società Thomson: i 210 tecnici, insomma, non sono dipendenti dell'ente spaziale europeo. E l'Esa ha tenuto a precisarlo ieri con un comunicato che definisce -vertenza interna alla società Thomson- quello che sta accadendo nel poligono di Kourou. L'imbarazzo, però, è evidente: nessuno a Parigi aveva previsto che un giorno il razzo Ariane sarebbe stato bloccato da uno sciopero come fosse un treno, un aereo o un qualsiasi altro mezzo di trasporto. E i margini di manovra per arrivare a un accordo appaiono molto stretti. Anzi, c'è chi sostiene che nella vertenza si nasconderebbe anche un elemento politico. Se i rappresentanti dei tecnici di origine europea che lavorano a Kourou (circa 140) sembrano disposti a non esasperare un braccio di ferro diventato già impopolare, c'è anche chi propone la linea dura a oltranza. E' l'Union des travailleurs guyanais, un sindacato considerato vicino agli ambienti indipendentisti della Guyana francese. Una complicazione in più per il mediatore inviato da Parigi a risolvere il primo -sciopero spaziale» della storia. Enrico Singer
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