La Casa Bianca teme un altro «lunedì nero»

La Casa Bianca teme un altro «lunedì nero» WASHINGTON — Alla partenza da Tokyo per la Cina dopo le esequie dell'imperatore Hirohito, il presidente Bush ha ieri tentato di rassicurare i mercati dei cambi azionari sull'aumento del tasso di sconto dal 6,5 al 7 per cento attuato dalla Riserva Federale. Sebbene non lo ammetta pubblicamente, la Casa Bianca, che per qualche giorno si è trasferita quasi in massa a Pechino, teme un'altra e più grave caduta della Borsa domani alla sua riapertura, sulla scia delle cadute della scorsa settimana. «Il governatore della Fed, Greenspan, ha ristretto il credito perché ritiene che l'inflazione aumenti», ha dichiarato Bush ai giornalisti all'Hotel Okurà, •ma a mio parere questo pericolo non esiste, i dati di gennaio in merito sono stati anomali. Greenspan, inoltre, non intende fare una politica di tassi elevati, perché essa bloccherebbe l'espansione economica. In linea di principio, il governatore non è contrario alla crescita dell'economia». Bush, che ha parlato con apparente serenità ai giornalisti al seguito nel suo viaggio in Estremo Oriente, ha lasciato intendere di essere stato preavvertito da Greenspan della possibilità di un rialzo del tasso di sconto alcuni giorni fa. 'C'eravamo sentiti al telefono prima della mia partenza da Washington» ha detto. "E' chiaro che la misura non mi ha fatto piacere. Ma ha un aspetto positivo: è la dimostrazione pratica di quanto io sostengo da tempo, che il Congresso deve ridurre in fretta il deficit del bilancio dello Stato. In assenza di tagli al disavanzo, la Fed è costretta ad intervenire». Il Presidente ha smentito che tra di lui e il governatore esista un divario incolmabile. -Al contrario — ha affermato in risposta a una domanda — il nostro obiettivo è lo stesso, il risanamento del deficit». Nonostante le dichiarazioni di Bush, la svolta nella politica monetaria americana è incontestabile. Seguendo l'esempio della Fed, le grandi banche hanno subito alzato la prime rate, il tasso d'interesse di base, dall'll all'I 1,5 La Casa Bianca teme un altro «lunedì nero» per cento, il secondo rialzo in due settimane, e il consigliere economico della Casa Bianca, Boskins, uno dei pochi rimasti a Washington, ha ammonito che questa tendenza potrebbe accentuarsi. L'economista Sinai è andato oltre, definendo inevitabili ulteriori restrizioni del credi¬ tassi d'interesse ai massimi storici (la prime rate al 21,5 percento nell'80). Sul viaggio di Bush in Estremo Oriente, già turbato dallo scandalo Tower, il ministro della Difesa bocciato dalla commissione delle Forze Armate del Senato, si è alzato cosi anche lo spettro di Carter, il presidente della massima inflazione del dopoguerra (il 13 per cento). A Pechino, Bush è riuscito ad accantonare temporaneamente i due problemi, i più gravi della sua politica interna. Ma il suo comportamento non ha dissipato i timori che egli ripeta gli sbagli di Carter. Nella conferenza stampa a Tokyo, Bush si è mostrato assai più interessato a salvare Tower, operazione a cui si dedicherà per intero da martedì, che non a battersi al Congresso per la riduzione del disavanzo pubblico, n suo ottimismo e il suo non decisionismo appaiono inquietanti ai giornalisti al seguito. «Queste tempeste — gli ha detto uno di loro riferendosi a un suo celebre incidente di guerra—vi faranno precipitare una seconda volta nell'Oceano». La latitanza di Bush, che finora, nelle parole del Washington Post, ha proposto quali spese di bilancio sostenere, ma non quali tagliare, rischia di diventare il fattore più grave di destabilizzazione di Wall Street. La visita del Presidente a Tokyo non ha confortato i mercati azionari, né quelli dei cambi: il premier giapponese Takeshita non ha infatti accennato ad agevolazioni commerciali per gli Usa, né a uno sgravio delle loro spese militari nel Pacifico, n riorientamento della produzione americana verso l'export sembra inoltre bloccato perché la svalutazione del dollaro ha esaurito il suo effetto positivo, mentre l'aumento dei consumi interni si è accelerato. Se a questa inversione si assommasse la certezza che Greenspan è in rottura con Bush, Wall Street batterebbe in precipitosa ritirata; e purtroppo, secondo i guru, questo potrebbe accadere già i prossimi giorni, se non domani, quando verranno resi pubblici altri dati sull'economia. e. c. ■ Così vanne le Borse nel mondo ROMA — I mercati azionari hanno fatto registrare i seguenti indici di chiusura e variazioni in % rispetto alla settimana precedente: 24/2 var.% 17/2 var.% Bruxelles 5679,29 —1,53 5767,43 —1,15 Francoforte 1288,24 —2,05 1315,09 —2,82 Londra 1663,4 —0,86 1677,7 —0,20 New York 2245,54 —3,42 2324,82 +1,70 Milano 586,40 +0,04 586,22 +1,24 Parigi 375,40 —1,88 382,57 —3,29 Tokyo (•) 32452,49 +0,87 32173,39 +0,13 Zurigo 546,6 —0,51 549,4 +1,02 (*) quotazione del 23 febbraio. to -perché l'inflazione minaccia di esplodere». Sinai ha notato che le pressioni salariali nei prezzi sono forti da alcuni mesi. Se la Riserva Federale stesse a guardare — ha aggiunto — si ripeterebbe la crisi della fine degli Anni Settanta, che costrinse il governatore Volcker a portare i