La scienza riscrive Moby Dick

La scienza riscrive Moby Dick La scienza riscrive Moby Dick Date un pesce ad un uomo, avrebbe detto Confucio, e lo sfamerete per un giorno. Insegnategli a pescare e lo nutrirete per tutta la vita. Belle parole, ma Confucio non disse che cosa fare se ci fossero state orde di pescatori che si disputavano la stessa preda. Per 2500 anni in realtà nessuno lo ha saputo. Così i pescatori hanno messo' in pericolo non solo la loro pesca quotidiana ma anche la loro sopravvivenza. Un tempo le acque dell'Europa settentrionale erano così piene di aringhe che varie nazioni si svilupparono sulle loro lische. L'Inghilterra, la Lega anseatica, la Scandinavia, tutte sono state dipendenti in un periodo o nell'altro dalle aringhe. Più di recente, grazie ad uno sfruttamento eccessivo, le aringhe sono diventate così rare che la pesca intensiva è stata proibita per alcuni anni. L'acciuga peruviana, che un tempo forniva circa 10 tonnellate di pesce all'anno, sì è quasi estinta dopo un'ultima pesca, disastrosamente abbondante, nel 1970-71. Due esempi di fallimento. Ma ci sono stati anche successi. Nel 1984 non si è praticamente pescato intomo alle isole Falkland. Nell'87 i profitti della Stanley Fisheries, una società fondata dal Comitato di sviluppo per le isole Falkland per attuare joint ventures con pescatori stranieri, sono stati di 13,4 milioni di dollari e dovrebbero diventare 17 quest'anno. L'esempio delle Falkland mostra che si possono gestire le zone di pesca con successo, a patto che si tengano presenti tre cose. Prima: lasciati ai loro vecchi metodi, i pescatori sfrutterebbero in modo eccessivo le riserve. Seconda: gli stock di pesce disponibile sono estremamente variabili. Terza: per evitare il disastro i gestori devono avere un reale controllo sui pescatori. Un esempio. Fin dal tredicesimo secolo i cacciatori di balene hanno catturato tutti gli esemplari che la tecnologia gli consentiva di prendere. In questo modo hanno spazzato via la balena «northem right». Più di recente avrebbero potuto sterminare facilmente le balene azzurre se una apposita commissione internazionale non si fosse accordata nel "72 per stabilire quote separate per ogni specie. Salvare le balene Ai vecchi tempi le quote erano stabilite in termini di unità di balene azzurre (Bwu), un'unità equivaleva a due balene «fin» o a due balenotteri e mezzo. Quando una baleniera incontrava una balena azzurra la prendeva, senza preoccuparsi se ce n'erano poche. Era in cerca di balene più comuni, ma sarebbe stato ugualmente vantaggioso prendere l'ultima balena azzurra, se si fosse fatta vedere. Un'altra causa della pesca eccessiva, identificata dallo studioso dell'Università di Vancouver Colin Clark, è la massimizzazione dei valori presenti. Lo stock di pesce è una risorsa che fornisce raccolti equivalenti a rendite annuali. I gestori di una zona di pesca possono decidere di catturare tutto il pesce ora e investire i profitti in qualcos'altro. Oppure possono pescarne una parte e lasciare il resto per l'anno successivo. La loro decisione sarà influenzata dalle aspettative sui rendimenti futuri. Così sconteranno i futuri guadagni di un ammontare che prenda in cosiderazione fattori come i tassi di interesse, l'inflazione e la certezza della pesca. Lasceranno il pesce nell'acqua solo se il suo valore futuro è superiore a quello attuale. Clark ha dimostrato che se il tasso di sconto è oltre il doppio del tasso più veloce a cui lo stock si può riprodurre, il massimo valore presente può essere ottenuto pescando fino all'ultimo pesce e investendo il ricavato. Ma da , un punto di vista globale (inteso come opposto a quello privato) sembra illogico privare le generazioni future di una risorsa rinnovabile. Chiaramente le zone di pesca hanno bisogno di una gestione che non sia solo di stampo economico. La biologia può venire in aiuto. Ogni popolazione — siano balene, piccoli pesci o molluschi — sì riproduce e sostituisce così i suoi membri che sono scomparsi a causa di malattie, denutrizione e predatori, n tasso di riproduzione dipende, almeno in parte, dalla misura del banco. Se ci sono pochi esemplari il numero aumenterà lentamente perché solo pochi si riproducono. Ma anche se ce ne sono molti la crescita è lenta, perché il cibo e le altre risorse sono limitate (questa è la ra- gione per cui i ricavi sono maggiori nei primi giorni di sfruttamento di una zona di pesca). Tra i due estremi c'è il. giusto mezzo. Se i pescatori possono stabilizzare lo stock che stanno sfruttando proprio in quel punto raggiungeranno il massimo ricavo possibile. Ma non è semplice. Tante domande sono senza risposta. Perché, ad esempio, il tasso di riproduzione si impenna quando lo stock arriva a circa la metà della misura massima che l'ambiente può sopportare? Forse perché c'è più cibo per ogni piccolo? Oppure perché ogni adulto può trovare un posto per deporre le uova? O per qualche altro motivo? In un tentativo di aumentare l'apporto della biologia nella gestione delle zone di pesca gli analisti hanno creato un modello che tiene conto di quattro variabili. Riconosce che l'ammontare di pesce negli stock aumenta in due modi: nascono nuovi pesci e quelli già esistenti diventano più grossi. E gli stock decrescono in due modi: i pesci muoiono di morte naturale e vengono pescati. Questi quattro fattori influenzano pesci di età differenti in modo diverso; così questo modello esamina la loro influenza su ogni gruppo di età. Entrambi i modelli però hanno un grosso difetto. Quando si studiano i pesci veri la misura dello stock non dice molto sulla quantità che sarà possibile pescare l'anno seguente. E' vero che più pesci si hanno, più uova vengono deposte. Ma questo è solo l'inizio. Quello che interessa ai pescatori non è quante uova si II «pescatore tecnologico» ha preso il posto del «navigatore» sempre all'inseguimento dei banchi di pesce ■ I governi intervengono per evitare stragi e gestire la pesca con criteri manageriali ■ Esperti studiano gli spostamenti di balene e merluzzi, alla ricerca di una difficile sopravvivenza Caccia alle balene alle isole Faeroer, tra Islanda e Regno Unito. Gli ecologisti condannano questa at rarsi informazioni sugli arrivi nello stock principale di pesci di profondità, come il merluzzo, l'haddock, il nasello e la sogliola. Servono anche a stimare l'abbondanza di pesci pienamente cresciuti, confermando così i risultati delle inchieste dagli anni precedenti. sono pescati a tutto spiano e mentre diventano vecchi e passano nella popolazione i pescatori sperano che ci sia un altro boom prima che finisca quello in corso. Ma ci sono anche annate pessime. Per i merluzzetti una è in corso proprio ora; la pesca degli esemplari nati nell'87 è meno del 10 per cento della media, la cifra più bassa da 20 anni. Di recente i ministri competenti della Comunità economica europea si sono incontrati per discutere della riduzione della pesca nell'89 da 185 mila tonnellate a 68 mila tonnellate. una piccola struttura chiamata otolite. E' un granello dì calcare che riposa contro i peli sensibili situati nella testa del pesce. Quando il pesce si muove l'otolite resta indietro per una frazione dì secondo. Il movimento della cellula contro i peli informa il pesce della sua posizione nell'acqua. Per un pesce l'otolite è parte del suo sistema di guida. Per un biologo è un calendario. Aprite un otolite e (con un microscopio) vedrete una serie di anelli concentrici. A differenza degli anelli nei tronchi d'albero i circoli dell'otolite aumentano ogni giorno. Basta contare all'indietro dal giorno in cui il pesce è stato preso, e si saprà il giorno in cui è nato. Un campione di otoliti provenienti da giovani sardine della California mostrano una strana struttura. Nono,-, stante i pesci adulti abbiano deposto le uova durante.la stagione fertile, lunga tre mesi, il conto degli anelli giornalieri sembra concentrarsi solo su poche date. Per un pesce che deve essere reclutato nello stock queste sono evidentemente le date migliori per nascere. Quello che le rende buone, sembra, sono le condizioni atmosferiche. Se il tempo è calmo le acque dell'oceano non si agitano molto. Il sole scalda l'acqua in superficie, che galleggia sull'acqua più fredda e più densa. La linea di divisione tra le due masse è chiamata termoclino. Il plancton tende ad accumularsi intorno al termoclino perché l'acqua fredda sottostante contiene i nutrimenti di cui ha bisogno per crescere. Le piccole sardine che trovano un Limioclino stabile quando vengono alla luce trovano anche una buona fonte di nutrimento. Quando il vento inizia a soffiare muove la superficie dell'acqua e distrugge il termo¬ Il diario di una sardina Per anni né i pescatori, né gli amministratori, né i biologi hanno avuto la più pallida idea di ciò che causava un boom. Ora stanno iniziando a capirlo. Ogni pesce 'nasce dall'uovo che sua madre depone. Il contenuto dell'uovo lo deve nutrire fino a quando non è in grado di trovare il suo primo pasto, poi deve continuare a trovare cibo. Negli studi di laboratorio risulta che i piccoli pesci hannno bisogno di una concentrazione di cibo centinaia o migliaia di volte maggiore di quella che in media troverebbero nell'oceano. Fortunatamente per i pesci queste medie non hanno alcun significato perché il plancton è distribuito a chiazze. I pesci che si trovano in una zona ad alta concentrazione di plancton sopravviveranno. Ma questa non è la fine della loro lotta: le zone con molto plancton possono essere depredate velocemente da un banco di pesci voraci, che allora devono trovare un altro pascolo. Ed i banchi di piccoli pesci sono proprio il tipo di nutrimento che i pesci più grandi cercano per non morire di fame. Dato che la misura dello stock parentale ha al minimo una lieve influenza sulle risorse di cibo ed i predatori, non è sorprendente che il numero di uova che sopravviverà per aggiungersi allo stock sia virtualmente indipendente dal numero di quelle deposte. La chiave per analizzare i reclutamenti sembra essere Come fa un pesce ad orientarsi nell'acqua? E come possiamo conoscere la sua età? La risposta a entrambe le domande è nell'otolite, un granello di calcare situato nella testa del pesce, che Io informa sulla sua posizione nell'acqua. Ma quando un biologo apre rotoliti-, al microscopio compaiono tanti cerchi quanti sono i giorni di vita del pesce. E' solo un granello di calcare. Per l'aringa, o per la sogliola, è un sistema di guida. Per lo studioso è un calendario. trasformano in pesciolini, ma quanti di questi pesci diventeranno abbastanza grossi da essere catturati. Il pescato varia in modo considerevole di anno in anno. Nel Mare del Nord, ad esempio, vengono pescate circa 3 miliardi di sogliole ogni anno. Ma nel 1962 furono 12 miliardi. Di solito ogni anno circa 41 miliardi di piccoli merluzzetti si aggiungono al pescato, ma la classe del '67 era dì 375 miliardi di pesci. Nelle zone di pesca sfruttate intensamente sono queste annate eccezionali che permettono la sopravvivenza di molti pescatori. I nuovf nati Ogni zona di pesca che è gestita in base ad una ripartizione in quote ha bisogno di avere informazioni in anticipo sullo stock. Per raccoglierle molti Paesi svolgono rilevazioni prima della pesca. Una nave laboratorio pesca per un mese i pesci che solitamente sfuggono alla cattura usando una rete a maglie molto fitte dentro una nonnaie rete a strascico. L'inchiesta inglese di agosto, che ha portato le cattive notizie riguardo ai merluzzetti, è durata circa 28 giorni, ha prelevato campioni in 100 zone con una spesa di circa mezzo miliardo di lire. Questi soldi servono a procu¬ Inquinamento, alghe, scarsa difesa del mare, così i pescherecci preferisco tività, che però fa parte dell'econclino. I nutrimenti nell'acqua fredda si mescolano nello strato superficiale, così come fa il plancton. Da nessuna parte si trova più una concentrazione abbastanza alta per sostenere i nuovi nati, cosi nessuna sardina che sia nata nei giorni di cattivo tempo viene fuori nello studio degli otoliti. Antropologi per aragoste Ma non tutti gli studiosi credono nella possibilità dì ••usare» la biologia per sfruttare le risorse ittiche. Ad esempio Jaqueline McGlade, una scienziata che si occupa di pesca della Cambridge University, sostiene che il ritorno sugli investimenti in questo tipo di ricerche è tutto sbagliato. La McGlade scamblerebbe volentieri cinque biologi con un economista e un antropologo. Sostiene che le domande chiave sulla pesca sono sociologiche ed economiche. Ha sviluppato un progetto chiamato Prospero che unirà esperti di molti campi diversi per vedere se possono trovare migliori metodi di studio. Come, per esempio, si possono persuadere i pescatori a cambiare il loro comportamento? Come regola generale, più vicino lavorano alla costa, più tendono ad essere conservatori. Talvolta la loro visione della vita basata sul buon senso è in contrasto con una visione scientifica. E' possibile dimostrare, ad esempio, che il numero di aragoste che portano uova quando sono catturate ha un'incidenza trascurabile sulle dimensioni della popolazione futura. Qualcos'altro — forse il cibo o gli anfratti dove vive — limita il loro numero. Si può anche dimostrare che una rete a maglie più larghe, che catturi i pesci più anziani, permette una miglio¬ no gettare le reti in omia locale da alcuni secoli ( Ap) re pesca in futuro. I^a seconda idea sembra ovvia, la prima no. Ma i pescatori rigettano in mare le aragosta che hanno le uova e sono invece riluttanti ad aumentare la larghezza delle maglie delle loro reti. Poi ci sono diversi tipi di capitani. Alcuni sono esploratori, sempre fuori a cercare nuovi banchi di pesci, ma non riescono a sfruttarli nel modo migliore. Altri prefenscono giocare sul sicuro pescando troppo da uno stock che conoscono, piuttosto che prendersi la briga di cercarne uno nuovo. Alcuni capitani amano semplicemente vedere il Non sempre è facile convincere i pescatori a modificare le antiche abitudini. Talvolta il loro buon senso è in contrasto con i suggerimenti della scienza. Se pescano aragoste con le uova, il numero dei crostacei non diminuisce certamente. E' vero piuttòsto che una rete a maglie larghe che catturi solo i pesci più grossi permette un migliore «raccolto» in futuro. Ma a volte i pescatori rigettano in mare le aragoste con le uova, e non aumentano la larghezza delle maglie delle loro reti pesce che arriva sul ponte. Quel che importa è quante cassette riempiono. Come si fa a convincere un capitano di questo tipo a provare reti più larghe? McGlade spera che il progetto Prospero risponderà a queste e ad altre domande. Il libero accesso garantisce un eccessivo sfruttamento, e l'azione individuale aumenta i rischi per tutti; non c'è da meravigliarsi se le zone di pesca sono ridotte male. Come sintetizza John Rertdington. direttore del gruppo per la conservazione delle risorse rinnovabili all'Imperiai College di Londra.gli obiettivi acque jugoslave, t da molti Paesi per pescare i calamari. La maggior parte sono piccole barche a vela che lavorano di notte con grandi lampare per attrarre i pesci. Lunghe lenze con alcuni ami sono portate meccanicamente su e giù. Ogni calamaro catturato è pulito e surgelato prima che l'amo ritomi in acqua per prenderne un altro. In una buona stagione ogni barca può pescare 2 mila tendiate (che si vendono a 1500 dollari la tonnellata). I calamari sono animali curiosi. Depongono le uova dopo il primo anno di vita e muoiono poco dopo. L'obiettivo biologico per i gestori delle zone di pesca è assicurarsi che alla fine della stagione siano rimasti abbastanza calamari da assicurare il rinnovo delle risorse l'anno successivo. Ma il numero di calamari l'anno seguente dipende molto di più dal clima e dalla reperibilità di cibo che dal numero di adulti che si riproducono. Visto che i calamari vivono poco non c'è tempo per contare lo stock e poi stabilire una quota. Cosi il gruppo per la conservazione delle risorse rinnovabili raccomanda ai pescatori delle Falkland di regolare i loro sforzi. Viene emesso un certo numero di licenze e tutti quelli che ne hanno una possono pescare quanto vogliono. E numero delle licenze emesse dipende dalla capacità di pesca della flotta, e il loro prezzo dipende dallo stato di ogni barca. Se un anno un pescatore si presenta con un'innovazione tecnologica aumenterà il tasso di cattura, il numero delle licenze diminuirà e il costo della barca innovatrice salirà. All'inizio deila stagione la pesca è facile. Se i calamari sono abbondanti può restare facile per i sei mesi della stagione. Ma se lo stock è piccolo le barche iniziano presto a far sentire la loro presenza e il ritmo a cui i calamari vengono pescati inizia a scendere. Una condizione per concedere la licenza è che il capitano dia ogni giorno i dati sulla sua pesca. Questo permette ai biologi di tenere sotto stretto controllo il tasso di cattura, e di chiudere la zona di pesca se questo tasso suggerisce che lo stock si sta avvicinando al limite prescritto. Andrew Rosemberg, vice direttore del gruppo di conservazione, afferma che si potrebbe ordinare la chiusura , della zona di pesca — ottenendola — se le circostanze sembrassero renderlo necessario Non è ancora successo, ma verso la fine della scorsa stagione i pescatori mandavano quotidianamente a Londra, via telefax, i dati sulla pesca del giorno, n gruppo controllava le condizioni dello stock, pronto a ordinare alle barche di interrompere le loro attività se i futuri genitori sembravano in pericolo. La zona di pesca delle Falkland funziona per molle ragioni, ma forse quella più importante è completamente nuova. Non c'è alcuna tradizione da rispettare ed i gestori possono applicare liberamente tutto ciò che è stato scoperto negli scorsi dieci anni. Per esempio, sapendo che la pesca e variabile possono tenere la fiotta ad un livello basso che garantisce un certo profitto annuale, e vendere gli ulteriori diritti di pesca per una rendita economica. Molti pesci danno a coloro che li pescano troppo una seconda possibilità. Ci sono eccezioni: alcune specie si sono estinte. Il rombo del Mare d'Irlanda i- una di queste. Vive per circa 8 anni, ha cinque piccoli ogni anno e una forma infelice. Anche i più piccoli sono piuttosto larghi, cosi rimangono intrappolati nelle reti per aitri pesci. Non potevano sopravvivere nelle acque irlandesi dove si pesca intensamente. Ma alla fine non importa quanto si turba l'ambiente, gli stock di pesci si riprenderanno se vengono lasciati in pace. Le aringhe sono tornate nel Mare del Nord, ed ora forniscono circa 500 mila tonnellate all'anno. Sfortunatamente mentre le aringhe si stavano rimettendo i gusti degli inglesi sono cambiati. Ora i pescatori inglesi non possono più vendere le loro aringhe in patria e cosi non se la cavano molto meglio di prima. Ma ora si spera che gli amministratori non diano ai pescatori del Mare del Nord la possibilità di distruggere ancora lo stock. Certamente hanno le conoscenze necessarie per evitarlo. Confucio era un gestore delle zone di pesca, avrebbe provato a tenere il numero di pescatori sotto controllo ed avrebbe insegnato loro ad accontentarsi di una preda più piccola oggi per averne una maggiore domani. Copyright «The Economist» e per l'Italia «La Stampa» a breve termine dei pescatori sono incompatibili con quelli a lungo termine di una società che vuole possedere le risorse. La Convenzione sul diritto del mare dell'Orni dà ai governi la possibilità di fare il loro comodo. La Convenzione autorizza infatti a stabilire una zona economica esclusiva che si estende per 200 miglia dalle loro coste. Oltre il 90 per cento della capacità produttiva degli oceani è situata a meno di 200 miglia dalla terraferma. Cosi, nella propria zona economica esclusiva un Paese esercita un vasto controllo sul pesce. Può, ad esempio, vietare l'accesso ai pescatori stranieri. Alcuni metodi di controllo statale funzionano bene. Lungo le coste dell'Australia occidentale le barche gettano mucchi di nasse per le aragoste. La biologia delle aragoste è ben conosciuta. Vivono a lungo e si uniscono allo stock pescabile quando hanno due o tre anni. Così i biologi possono prevedere le buone annate con un largo anticipo. Queste conoscenze sono utili, ma sono i metodi di controllo del governo che hanno reso produttiva la zona di pesca. n governo ha emesso un certo numero di licenze, che i pescatori devono avere per portare a terra legalmente le aragoste. Ogni pescatore vuole più aragoste; il governo vuole che ne catturi meno. I pescatori hanno fatto il primo passo riempiendo le loro barche di nasse. Allora il governo ha decretato la diminuzione del numero di nasse su ogni barca. I capitani hanno comprato nasse più grandi, n governo ha deciso allora che le dimensioni di una bar- ca avrebbero determinato le misure delle nasse che poteva portare. I pescatori hanno cambiato barche. Oppure hanno lasciato le nasse in acqua più a lungo. Cosi il governo ha chiuso alcune aree ed ha accorciato la stagione di pesca. Ora una barca con la licenza vale il doppio di una senza. Non c'è ragione di investire in ulteriori attrezzature ed il costo della licenza è un disincentivo ad unirsi alla flotta; cosi chi è già in ballo realizza profitti maggiori. Le isole Falkland hanno probabilmente le zone di pesca meglio amministrate del | mondo. Le barche arrivano unisine e libiche

Persone citate: Andrew Rosemberg, Colin Clark