Lucca scopre di sprofondare
Lucca scopre di sprofondare Dall'epoca romana ad oggi la città scivolata verso il basso di due metri Lucca scopre di sprofondare La scoperta quasi per caso, mentre procedevano i lavori per la costruzione di un grande parcheggio sotterraneo - II centro storico si «abbassa» di un millimetro ogni anno DAL NOSTRO INVIATO LUCCA — Dicono che il gioiello potrebbe scomparire. Inghiottito dalla terra, a poco a poco, millimetro dopo millimetro. Il destino di Lucca, di una città che è parte cospicua della storia dell'arte, come sottolinea Giulio Carlo Argan, parrebbe segnato. "Dall'epoca romana a oggi la città è scivolata in basso di circa due metri", dice il prof. Michelangelo Zecchini, del Centro di studi archeologici: -Siamo in grado di registrare, con matematica esattezza, un abbassamento dei livelli di epoca romana. Insomma, le strade romane dentro alla cerchia sono in media un metro e mezzo più basse di quelle fuori mura. Se si considera che la città romana era costruita in alto i conti son fatti". Per tre mesi il professor Zecchini ha lavorato con Giulio Ciampoltrini, ispettore alla soprintendenza archeologica di Firenze. H lavoro è nato dopo una serie di dubbi sorti da un progetto avveniristico: dotare di condotti sotterranei con tapis roulant e di parcheggi sotterranei la città ormai agonizzante, soffocata com'è dai 40 mila mezzi che, ogni giorno, varcano le porte per posarsi sui residui di spazi del centro storico. I parcheggi, un affare da 14 miliardi, dovrebbero andare in profondità anche quattro piani. Il progetto prevede la costruzione a ridosso delle mura cinquecentesche di una grossa «vasca» di cemento armato lunga cento metri, larga 70 e profonda una trentina. A un certo momento si è temuto che lo scavo potesse compromet¬ tere la stabilità delle mura, un patrimonio unico. Così sono stati esaminati i dati del sottosuolo dal 1935 a òggi. "Non abbiamo tralasciato alcun dettaglio" osservano gli studiosi. E la lettura dei dati ha riservato la prima sorpresa, forse non preoccupante, per il momento, ma certo seria: la città sprofonda. Un millimetro all'anno, certo un'inezia, perché se si fanno i conti equivale a 10 centimetri ogni secolo. Ma un'inezia che propone mille dubbi sulla stabilità dei palazzi e delle chiese che, si dice, un tempo in questa città erano cento. Ma soprattutto in pericolo sarebbero le mura. Già sfregiate dal tempo, consunte e graffiate dagli aci¬ di delle piogge, mostrano un'inclinazione di 40 centimetri fra le cortine a Nord e, le più conosciute, a Sud, dall'altra pai-te della città. Gli studiosi hanno fatto ricerche e scavato fino a 30 metri: "A meno quattordici metri abbiamo trovato tracce etnische", dice il professor Zecchini. Tracce di un villaggio, tuttavia, non di una città, perché Lucca non è mai stata centro importante e si trovava fuori dai confini della cosiddetta dodecapoli, la confederazione degli Stati tirrenici. Forse, per motivi di difesa, i romani costruirono la loro città su un isolotto fra il fiume Serchio, che non è un gran corso d'acqua ma in quei tempi era noto per il ca- rattere torrentizio e la vocazione alluvionale, e la Freddana, uno scostante torrente. Una sorta di isolotto, dunque, facilmente difendibile. La città odierna, che naturalmente si estende oltre il cerchio ininterrotto delle mura monumentali, sorge su una estesa e profonda falda acquifera, una specie di lago che, per la lunga siccità, negli ultimi tempi ha dato esso pure preoccupazioni. Osserva il professor Raffaello Nardi, del r partimento scienze della terra dell'Università di Pisa: «Le acque sotterranee hanno uno spessore che va da un minimo di 20 a un massimo di 40 metri". E gli fa eco il geologo Gerardo Nolledi: -Si deve pensare a un grande lago sotterraneo che contiene qualcosa come 700 milioìii di metri cubi d'acqua, ovvero 700 miliardi di litri". Se quel lago dovesse esaurirsi, sarebbe la catastrofe e così la prima pioggia, l'altro giorno, è stata salutata con gioia. Dice ora il professor Zecchini: «Con la situazione di instabilità generale da cui è affetta la Piana lucchese, ma soprattutto la città storica, anche per il peso delle costruzioni, e in particolare il rettangolo della città romana, non potranno non registrarsi danni irreparabili. Secondo me a medio termine, secondo altri nel giro di alcuni mesi. Ignoriamo quando sìa inizialo il fenomeno di affossamento, ma abbiamo constatato che negli ultimi anni si è accentuato". Così fra mille ipotesi, illazioni, riscontri e dubbi il fatto certo è che la città si affossa. v. tess.
Persone citate: Gerardo Nolledi, Giulio Carlo Argan, Giulio Ciampoltrini, Michelangelo Zecchini, Raffaello Nardi, Zecchini
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