L'Aviazione civile Usa: nell'86 un motore andrò in fiamme

L'Aviazione civile Usa: nell'86 un motore andò in fiamme L'Aviazione civile Usa: nell'86 un motore andò in fiamme NOSTRO SERVIZIO WASHINGTON — No, non è stata una bomba a provocare l'incidente aereo dell'altro ieri sul cielo di Honolulu, in cui nove persone hanno perso la vita ed altre 24 sono rimaste ferite. Gli esperti recatisi sul posto da Washington (sede della Federai Aviation Administration) e da Chicago (sede della United Airlines, la compagnia proprietaria dell'aereo, un Boeing 747 ), sono stati subito concordi: si è trattato di un incidente. Una telefonata di rivendicazione dell'attentato fatta a una radio di Honolulu non è stata minimamente presa sul serio. Cause «naturali», dunque, ovvero il riproporsi drammatico del «problema Boeing», con la sicurezza di questo tipo di aereo, ormai invecchiato, che si fa sempre più precaria. Nel luglio scorso, le auto¬ FUGA DAL JET I Honolulu. La foto, scattata all'interno del Boeing 747 delle United Airlines, mostra un'hostess che incita un passeggero a lanciarsi dal portclione sullo scivolo di salvataggio, poco dopo l'atterraggio di fortuna causato dall'esplosione che ha sventrato l'aereo (Ap) ■ Arrestalo e rilasciaio nipote di Misasi COSENZA — Insolita vicenda giudiziaria, a lieto fine, per Giampaolo Misasi nipote trentaseienne del sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, Riccardo. Nel giro di 24 ore è stato tratto in arresto per peculato continuato, è stato interrogato ed assegnato agli arresti domiciliari e, quindi, rimesso in libertà in virtù del fatto che il mandato di cattura originario è stato derubricato in una comunicazione giudiziaria. Giampaolo Misasi, archivista della sede Inps di Cosenza, ove risiede in via Zupi, secondo la sezione istruttoria del tribunale cosentino che aveva emesso l'ordine di cattura, si sarebbe appropriato di assegni destinati ad altrettanti pensionati dell'Inps. (Agì) ■ Comune di Roma Non «esistono» due sorelle ventenni ROMA — Due ragazze romane da oltre 20 anni per l'anagrafe del Comune di Roma non esistono: negli archivi di via del Mare non c'è traccia di loro ed ora il caso è al vaglio della magistratura. Gloria e Marina M., questi i nomi delle due protagoniste di questa vicenda, che hanno rispettivamente 23 e 21 anni, si sono affidate a un avvocato che da oltre un anno sta portando avanti una battaglia di carte bollate e testimoni. rità federali hanno ordinato una rigorosa revisione di tutti ì Boeing appartenenti alle compagnie americane. E una delle cose che l'inchiesta in corso dovrà appurare è appunto se l'aereo partito l'altro ieri da Honolulu per la Nuova Zelanda vi sia stato sottoposto, a quanto i controlli siano stati rigorosi. L'anno di costruzione dell'apparecchio è il 1970. E' stato quindi uno dei primi «Jumbo» a entrare in funzione. L'anno scorso è stato accertato che questi aerei finiscono per presentare un logoramento nelle giunture: attraverso varie fessure si perde pressurizzazione e questo può provocare in volo «spaccature» all'involucro. Il caso più clamoroso fu quello di un Boeing 737 (non un «Jumbo», ma ugualmente vecchio) che nell'aprile scorso, sempre sul cielo delle Hawaii, si scoperchiò completa¬ N DIRETTA mente. Uno Stewart fu risucchiato fuori, ma i passeggeri si salvarono perché in quel momento avevano le cinture di sicurezza allacciate. Nel caso dell'altro ieri, la spaccatura si è verificata sul lato destro della fusoliera, e per i passeggeri a portata del suo risucchio non c'è stato nulla da fare. In un lampo sono finiti nel vuoto (sotto c'era l'oceano) e almeno uno di loro — un particolare agghiacciante che non è stato ancora accertato del tutto — sembra sia stato risucchiato da uno dei motori posti sull'ala destra del Boeing. Questa, in pratica, sarebbe stata la causa della «perdita di potenza» di quel motore, menzionata dal comandante quando ha annunciato che avrebbe invertito la rotta per tornare a Honolulu e compiere un atterraggio di emergenza. Nonostante i suoi 19 anni di vita, il Boeing in questione viene considerato di «età media». Da quando fu acquistato direttamente dalla United Airlines, infatti, ha accumulato 58.800 ore di volo e compiuto 15 mila atterraggi. Il Boeing 747 più vecchio di cui si sia a conoscenza, dicono gli esperti in materia (che però non rivelano a quale compagnia appartenga né su quali rotte sia impegnato), ha accumulato 79 mila ore di volo e compiuto 26 mila atterraggi. Inoltre, ha voluto precisare la United Airlines, l'aereo aveva subito una completa revisione tre mesi fa e un ulteriore controllo il 16 febbraio. E questo nonostante «non abbia mai avuto problemi di manutenzione", ha detto scandendo bene le parole Herb Gardner, portavoce della compagnia. Infine, il pilota, David Cronin, non è precisamente un novellino. Ha 34 anni ed è un veterano di guerra. In realtà, il jet di problemi ne ha avuti, nella sua lunga storia. Nel gennaio '87 — almeno secondo il quotidiano Seattle Times — i meccanici avevano riscontrato intorno ài supporto del motore numero tre crepe e fenomeni di corrosione. Non solo: Bobbie Mardis, portavoce dell'Aviazione civile americana, ha rivelato che nel dossier del Jumbo c'è anche l'incendio scoppiato nell'86 in uno dei motori. Secondo la compagnia, tutti gli elementi a disposizione dovrebbero dimostrare che l'incidente avvenuto l'altro ieri è da considerare assolutamente imprevedibile. Ma è difficile che questo basti ad eliminare il problema su cui da tempo negli Stati Uniti si sta discutendo: quello della venerabile età di tanti aerei che quotidianamente solcano il cielo americano e quello della «deregulation» voluta da Ronald Reagan, grazie alla quale una miriade di piccole compagnie hanno avuto la possibilità di lanciarsi sul mercato, con pochi capitali e tanta intraprendenza. Per un po', il beneficio di questo aumento di concorrenza è stato l'abbassamento dei prezzi dei biglietti. Ma la diminuzione dei costi cui tutte le compagnie, specialmente le più grandi, si sono trovate costrette, ha finito con il diminuire le loro prestazioni. Inizialmente sul piano del servizio, ora, a quanto pare, anche su quello della sicurezza. Da tempo si parla di correggere gli aspetti negativi della deregulation, ma mancano, per ora, gli strumenti giuridici per farlo e anche un accordo in proposito fra le compagnie. Dopo aver molto sofferto, infatti, la liberalizzazione selvaggia del mercato, quasi tutte le «grandi» hanno ritrovato equilibrio e profitti. e. st.

Persone citate: Bobbie Mardis, David Cronin, Giampaolo Misasi, Herb Gardner, Misasi, Ronald Reagan