«Salvare il lavoro»

«Salvare il lavoro » «Salvare il lavoro » «Salario garantito » GENOVA — E' piccola, bionda, veste sportivo, parla a mitraglia. Appena comincia il dialogo, mette le mani avanti: 'Guai a chi mi chiama la "Arisio di Genova". Io rappresento solo 1500 persone-. Maria Luisa Lucchetti, 32 anni, single sbarazzina e indipendente, è il «personaggio nuovo». Presiede il Comitato permanente dei lavoratori della cosiddetta «Utenza Portuale» di Genova, le aziende private (agenti, spedizionieri, autotrasportatori, ecc.) che lavorano nello scalo. Oltre 5 mila addetti -Dopo la maturità classica e il diploma di interprete inglese e francese — racconta Maria Luisa Lucchetti — ho lavorato presso l'agenzia d'un mio zio. Poi, otto anni fa, sono approdata all'Intersea: qui il lavoro non è mai ripetitivo, né a compartimenti slagni. Ci vuole iniziativa, fantasia, scatto. Io credo all'iniziativa individuale e alla voglia di lavorare. Ma non sono conservatrice, no. Qualche anno fa avevo simpatia per i comunisti perché mi sembravano più "puri", più rigorosi degli altri-. La vicenda di Maria Luisa Lucchetti comincia nell'estate dell'anno scorso, n porto è bloccato dalle agitazioni. -/ nostri clienti, soprattutto stranieri, non facevano che lamentarsi. Io e i miei colleghi eravamo molto umiliati-. Maria Luisa aggrotta la fronte: "Così abbiamo pensato di fare un documento, noi addetti alle aziende private. Solo con il telefono abbiamo messo insieme 500 adesioni. Non se n'è fatto nulla, perché quella vertenza s'è chiusa; ma a gennaio, quando sono usciti i decreti del ministro Prandini e la Culmv è scesa in campo, qualcuno se n'è ricordato-. La situazione nel settore è delle più preoccupanti: i posti di lavoro scendono. Prepensionamenti e licenziamenti La legge non prevede cassa integrazione; le aziende sono piccole e poco sindacalizzate. "Con un Comitato organizzatore di sessanta volontari si è cominciato meno d'un mese fa, e ora siamo millecinquecento. Sabato prossimo abbiamo in mente di Maria Luisa Lucchetti svolgere una grande assemblea' giudicheremo che cosa sarà successo ili0 murzo, col decollo dei decreti del ministro'. Ma il Consorzio cercherà di attivare le società di gestione del porto, con la chiamata «privatistica» dei portuali, che questi ultimi diserteranno. Solo una trattativa naziontJe potrà sbloccare la situazione. Quindi il 1° marzo non accadrà nulla Maria Luisa Lucchini s'infiamma: «Afa si tratta di applicare una legge dello Stato, e poi non è possibile stare con le mani in mano!'. Allora si muoverà il Comitato... 'Certo che si muoverà, ma non come molti credono. Faremo assemblee, comunicati e sensibilizzeremo l'opinione pubblica di Genova. Non daremo vita né a marce, né a scioperi perché non è possibile. La nostra arma sarà la parola» E i sindacati «ufficiali» come vi giudicano? 'La Cgil ha avuto parole di fuoco contro di noi; anche la UH, inaspettatamente, è stata dura. Solo la Osi è stata solidale. C'era da prevederlo. I sindacati non hanno mai fatto nulla per noi-. Cosa pensa del comitato delle «Mogli dei Portuali»? 'Non vorrei esprimere giudizi. Io non ce l'ho con nessuno. I portuali sono lavoratori come nov solo che il loro sciopero ha come esito immediato la perdita del posto di lavoro per noi. Non mi sembra una battaglia d'avanguardia-. Paolo Lingua supermercati del 25 febbraio all'I! marzo [© Sniffi GENOVA — 'Io voglio discutere con quella ragazzada donna a donna. Ho letto le sue dichiarazioni sui giornali. Non è possibile che a Genova si scateni una guerra tra lavoratori-. Marisa Paganetto Pini, 48 anni, due figli (23 e 20 anni), moglie d'un commesso di bordo, socio della Culmv, presidente del Comitato delle mogli dei portuali, germinato all'indomani dei decreti del ministro Prandini, parla con il nodo alla gola. Vuole un dibattito, alla tv o in un giornale, con Maria Luisa Lucchetti, leader dei lavoratori dell'Utenza. Ma Maria Luisa Lucchetti ha detto di no: non vuole che la vertenza si trasformi in un «match tra donne». Pure Marisa Pini insiste. E' una donna colta, ha il diploma di maestra, proviene da una famiglia agiata di comandanti di marina. Quando disse che voleva sposare un portuale, si scontrò con i genitori. Lavora come assistente sociale; deve occuparsi di umanità dolente: immigrati di colore, detenuti, emarginati. "Questi emarginati vengono sottopagati — dice —, Sono sfruttati e pure portano via, inconsapevolmente, il lavoro a noi italiani. In qualche misura, la vertenza attuale dei portuali risponde alla stessa logica' gli armatori, gli imprenditori aspettano di distruggere i portuali e, grazie ai decreti del ministro, lasciano che i portuali e gli altri lavoratori si sbranino tra loro...». E' vero che il movimento delle mogli dei portuali è nato spontaneamente? •E'nato da una mia lettera che aveva solo un concetto, ali 'inizio: donne, state più vicine ai vostri mariti; la loro condizione adesso è molto dura. Poi sono venute fuori le altre iniziative. La visita al Papa, per esempio. Giovanni Paolo II mi ha detto: vi capisco, anch'io vengo da una famiglia di lavoratori-. Sono previste, forse, altre visite: al Capo dello Stato, a quanto si dice. 'Credo di si — risponde Marisa Pini —. Ma per esempio da Nilde Jotti non sono andata. Non voglio a*°o'utamente che il nostro movi- Marìsa Paganetto Pini mento sia identificato con il pei e sia strumentalizzato politicamente. Vorrei solo che la gente capisse. Questo benedetto salario garantito è necessario: cosa accadrebbe altrimenti? Se passa questa privatizzazione selvaggia, che accadrebbe di tante aziende, come quella della signorina Lucchetti? Sarebbero chiuse e la gente finirebbe sul lastrico-. I portuali perché sono così isolati? Perché sono accaniti nello sciopero, a differenza degli altri scaricatori italiani? "Solo a Genova e a Cagliari c'è il sistema del Consorzio. Da altre parti i lavoratori sono già azienda. Ecco perché, malizia a parte, i livornesi hanno ripreso a caricare. Ma anche a Genova la Compagnia vuole diventare un'impresa. Ma come impresa vuole vivere, non morire-. Che cosa accadrà a partire dal 1° marzo, quando i decreti del governo dovranno essere applicati? "Io spero che i lavoratori tengano duro e non collaborino. Il ministro deve ricredersi-. E le mogli dei portuali quali iniziative attueranno? •Non lo so ancora. E' presto per'dirlo'. Intanto insisteremo nella sensibilizzazione della gente, a tutti i livelli. Posso solo dire che in molte Università della terza età del Centro-Nord ci saranno lezioni speciali per spiegare la storia e la realtà del porto di Genova. Conoscere vuol dire capire meglio come stanno le cose-. p.L

Luoghi citati: Cagliari, Genova