A un passo dallo scontro nel Kosovo
A un passo dallo scontro nel Kosovo A un passo dallo scontro nel Kosovo A Trepca 1300 minatori rifiutano di uscire dalle miniere - Belgrado manda rinforzi di polizia - Inutili gli interventi di Suvar e Milosevic - Attivisti serbi chiedono armi «nel caso la situazione peggiori» BELGRADO — La situazione nel Kosovo appare destinata ad aggravarsi ulteriormente. Le agitazioni dei lavoratori del gruppo etnico albanese della provincia autonoma serba si estendono . sempre più ed ormai non si esita a parlare di sciopero generale. Belgrado ha deciso di inviare rinforzi di polizia e ha . avvertito che se la situazione non tornerà normale si farà ricorso «a tutte le misure costituzionali e giuridiche per impedire che la situazione peggiori». A nulla è servito il tentativo di Stipe Suvar, il leader va, per convincere i circa 1300 minatori di Trepca, presso Titovo Mitrovica, di uscire dai pozzi che occupano ormai da sei giorni. Suvar è sceso a 600 metri di profondità per la sua opera di persuasione, ma ha ottenuto un secco rifiuto. Si vuole prima una dichiarazione scrìtta di accoglimento delle richieste dei lavoratori albanesi. I minatori, appoggiati dai lavoratori delle altre industrie locali e dagli studenti che si sono riuniti nei centri sportivi delle principali città della regione, chiedono essenzialmente che non venga alterata la costituzione del Pristina. A 600 metri di profondità Stipe Suvar, leader della lega comunista jugoslava, parla ai minatori che occupano i pozzi (Ap) 1974 nel senso voluto dalla Serbia e che, per loro, priverebbe il Kosovo della sua attuale autonomia. Vogliono inoltre le dimissioni dei principali dirigenti di partito e di governo della provincia che recentemente hanno preso il posto di quelli estromessi per volontà della Serbia. Nel Kosovo, l'altro ieri, sono affluiti numerosi altri dirigenti: il presidente jugoslavo Raif Dizdarevic, il leader serbo Slobodan Milosevic, il presidente serbo Petar Gracanin. A nulla sono servite finora le riunioni ad alto livello tenute a Pristina, capitale del Kosovo, né gli incontri dei di¬ rigenti con rappresentanti dei lavoratori albanesi (il gruppo etnico albanese è pari a circa 1*80 per cento del poco più di un milione e mezzo di abitanti della regione). Anzi i minatori di Trepca, che già furono all'origine delle manifestazioni di piazza degli ultimi mesi che portarono al divieto delle riunioni pubbliche (ed è per questo motivo che le manifestazioni avvengono all'interno delle aziende), avevano posto un ultimatum per ieri mattina. Nella miniera di Trepca, dove ieri sera è sceso Suvar per il colloquio durato oltre due ore e mezzo, la situazio¬ ne appare drammatica. Oltre un centinaio di minatori hanno dovuto fare ricorso ai posti di pronto soccorso allestiti nella zona, mentre una ventina sono stati ricoverati in ospedale. Risultato analogo a quello di Suvar ha ottenuto Milosevic nel suo dialogo con operai di una grande industria presso Pristina. Né l'una né l'altra parte appaiono propense a cedere, nonostante il grave danno economico e politico. Di fronte all'estendersi dell'agitazione dei lavoratori del gruppo etnico maggioritario albanese anche le minoranze serbe e montenegrine del Kosovo cominciano a reagire. Alcuni attivisti serbi hanno chiesto al governo centrale armi per potersi difendere da possibile minacce, se la situazione precipitasse. A Kosovo Polje, in una riunione di serbi e montenegrini, è stato minacciato l'esodo in massa delle minoranze se le autorità dovessero cedere alle pressioni albanesi e non approvare gli emendamenti costituzionali che dovrebbero dare maggior controllo alla Serbia sulla sua provincia au tonoma. I minatori serbi di Leposavic hanno minacciato un'azione analoga a quella dei minatori albanesi se quest'ultimi non rinunceranno alle loro pretese. Dalla Slovenia, intanto, nuovi appoggi agli albanesi. L'unione degli scrittori di quella Repubblica ha rivolto un appello a schierarsi «a difesa del popolo albanese del Kosovo». I serbi vengono accusati di "nazionalismo» e la presidenza comunista federale di •compromesso con la politica serba». (Ansa)
Persone citate: Milosevic, Raif Dizdarevic, Slobodan Milosevic, Stipe Suvar
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