Diavoli contro Walesa

Diavoli contro Walesa Nomenklatura e radicali cercano di sabotare la tavola rotonda Diavoli contro Walesa Un economista di Solidarnosc: «I nostalgici stalinisti non intendono perdere il potere» - A Cracovia violenti scontri tra giovani estremisti (contestavano sia il governo sia il leader sindacale) e polizia DAL NOSTRO INVIATO VARSAVIA — n diavolo, recita un antico proverbio polacco, si nasconde nei dettagli. E adesso riemerge minaccioso dalle pieghe della «tavola rotonda», cerca di sabotare l'intesa cordiale fra governo ed opposizione con la vecchia tecnica del mordi e fuggi Non è forte abbastanza da contestare i grandi temi dell'accordo di massima sul dialogo politico, accetta i principi di base della riforma economica, rinuncia sebbene a malincuore ad ostacolare il ripristino del pluralismo sindacale. Ma fa capolino pericolosamente nel momento in cui bisogna serrare le viti per specificare i particolari del patto anticrisi che legherà il potere comunista a Solidarnosc. E' l'immagine pittoresca dei fermenti varsaviani più adatta a fotografare con precisione il quadro del Paese scaturita dai due giorni d'incontri che la stampa occidentale ha avuto con ministri, dirigenti del partito comunista ed esponenti dell'opposizione sotto l'egida delllnterpress. Un cocktail di opinioni incrociate, di smentite a mezza voce e di ammissioni clamorose che ha messo a fuoco la volontà reciproca a chiudere 11 fossato tra le due Polonie. Molti gli interventi significativi, come quello del vice premier Ireneusz Sekula quando ha dichiarato che 'l'obiettivo principale delle imprese è di generare profitti, di produrre capitali in piena libertà operativa». Parole forse eretiche per il regime fin qui arroccato sulla difesa ad oltranza del dirigismo statale che ormai non destano scalpore nella Polonia frastornata dalla rottura degli schemi marxisti. Anzi, incalza Stanislaw Ciosek, responsabile per la propaganda in seno al poup jaruzelskiano, 'il partito ne uscirà rafforzato perché nessuno ne mette in discussione l'egemonia ideologica. Si tratta soltanto di democratizzare il sistema socialista adeguandolo alle mutate esigenze scaturite dalla coincidenza di propositi del governo e dell'opposizione». E cita subito l'esempio delle prossime elezioni legislative nostro monopolio però si integra nell'accresciuto senso di responsabilità dei nostri antagonisti di ieri». Spiega Ciosek: 'Sarà un matrimonio tuttora da consumare ma verrà benedetto dalla Chiesa cattolica, il cardine dello storico compromesso che tentiamo di raggiungere». Ma i diavoli, allora, dove si annidano? Per Jan Mujzel, esperto economico nella delegazione di Solidarnosc ai negoziati bilaterali iniziati il 6 febbraio che si protrarranno almeno fino a metà marzo, prendono anima e corpo nello schieramento della nomenklatura comunista, nella fronda dei nostalgici di stampo stalinista, 'quelli insomma che non intendono perdere il potere, che si ostinano nel mescolare gli interessi politici con la sfera economica. Noi pretendiamo invece che un direttore di stabilimento sia scelto sulla base di criteri professionali, la tessera dipartito non deve entrare nel merito della sua valutazione». Chiediamo al ministro dell'Industria Mieczyslaw Wilc- che assegneranno con ogni probabilità il 40 per cento dei seggi ai deputati della dissidenza secondo la 'ripartizione amichevole» discussa nel pacchetto di proposte dinanzi alla tavola rotonda. Ancora Sekula: -La disoccupazione sarà inevitabile in quanto mantenere in vita fabbriche inefficienti comporterebbe il suicidio economico». E i soldi che i polacchi tengono nascosti sotto al materasso, calcolati attorno ai 2 miliardi di dollari, quale ultima risorsa contro il carovita, l'argine estremo per battere l'inflazione a quota 70 per cento? 'Torneranno in superficie appena la gente capirà che non stiamo facendo gli errori del passato, che sono finiti % tempi delle promesse demagogiche». Al microfono è di turno Wladyslaw Baka, segretario generale del Comitato Centrale, ex governatore della Banca di Stato, uno degli uomini forti dietro la compagine governativa del primo ministro Miekzyslaw Rakowski. «Si, è vero, diminuisce la dinamica del A Mosca un'emittente privata del Fronte popolare (ma su cassetta) zek, ricco proprietario di alcune imprese private, se taglierà impietosamente i rami secchi a cominciare dai cantieri navali Lenin di Danzica, dove lavora il premio Nobel Lech Walesa, da mesi a corto di commesse. 'Certo, li ho messi in liquidazione, non avevo alternative. Spariranno in due-Ire anni e verranno ristrutturati in unità compatibili con il prossimo piano di rilancio produttivo». Prosegue intanto l'elencazione dei mini diavoli polacchi. Si chiamano »Opzz», gli intransigenti schierati sotto la bandiera dei sindacati ufficiali che si sentono emarginati dal dualismo governo-Solidarnosc. 'Il partito ci tratta come cani appestati», aveva urlato in pubblico il leader Alfred Miodowicz. Ed ecco che compaiono nei comitati di sciopero indetti a macchia di leopardo in diverse città, sono pronti addirittura a stringere alleanze strumentali con Andrzej Gwiazda, capo dell'ala estremista di Solidarnosc. Sono pure i giovani arrabbiati di -Kpn», la confederazione per l'indipendenza della Polonia, che l'altro ieri sono scesi in piazza a Cracovia scatenando i più violenti scontri degli ultimi mesi: dopo l'intervento delle truppe antisommossa sono state fermate 51 persone e 39 agenti sono rimasti feriti. Solidarnosc ha preso le distanze dai dimostranti che oltre al governo contestatavano anche Walesa e i suoi. Poi ci sono gli studenti di • Wolnosc slowa» (libertà di parola) che hanno manifestato giorni fa nella capitale con cartelli 'abbasso la censura», gli aderenti al club dei conservazionisti di Wroclaw che reclamano il diritto di associarsi prima ancora che la tavola rotonda lo sancisca. E, come dice il giovane ministro delle Finanze Andrzej Wroblewski, sono le remore dell'Occidente ad allentare i cordoni della borsa, a dilazionare la restituzione dei debiti contratti con il Club di Parigi (40.miliardi, di dollari), a concedere subito ulteriori crediti che Rakowski ha sollecitato nelle recenti visite in Francia e nella Germania Federale nella speranza di richiamare gli investimenti stranieri che temono i contraccolpi de! «rischio Polonia». D'altronde l'aquila che campeggia nell'emblema nazionale da sempre ha la testa rivolta ad Ovest. Piero de GarzaroUi