Ricchi e Poveri malore in palcoscenico Nuovi: vincono Mietta Chiarello e Fasano di Marco Neirotti
Ricchi e Poveri, malore in palcoscenico Nuovi: vincono Mietta, Chiarello e Fasano Ricchi e Poveri, malore in palcoscenico Nuovi: vincono Mietta, Chiarello e Fasano DAL NOSTRO INVIATO SANREMO — Malore al festival. E' successo a Franco Gatti dei Ricchi e Poveri che, mentre cantava, è stato colto da una colica renale e ha dovuto abbandonare il palcoscenico deU'Ariston, lasciando ai compagni il compito di terminare la canzone »Chi voglio sei tu». H cantante è stato subito trasportato in albergo. Le sue condizioni sembrano non destare preoccupazione. Suspense anche per Enzo Jannacci che, nel pomeriggio, è stato bloccato a letto. Era soltanto colica, la sua? O non ha forse preoccupato il dottor Enzo un giovane cameriere, acculturato alla scuola Jovanotti, che l'ha ribattezzato «signor Gìannacci-? Proclamati alla fine della serata i vincitori della categoria •■Nuovi»: sono Mietta. Jo Chiarello, Franco Fasano e Gitano. Questo festival è un «casino»: l'ha detto in apertura Danny Quinn, nel suo ciao veloce al PalabariUa. Lui forse parlava di entusiasmi, invece è proprio un po' un «casino»: in tv corre la rassegna, intorno corrono battaglie, scandali e pasticciacci. Al Tgl, poco pri¬ ma dell'inizio, spiegano che «te uniche divergenze fanno parte del gioco». Distrattoni: hanno dimenticato che ieri proprio al Tg c'era qualche altra divergenza. C'era pure il direttore Fuscagni, all'Ariston, ma c'era per un pelo: «Lei non ha il pass, quindi qui non entra», gli ha detto un omino blu nell'atrio. Lui s'è risparmiato un «Lei non sa chi sono io», perché tanto questo ormai era evidente. Un giornalista ha detto al guardiano: «E' il capo della Rai, garantisco io». Stessa sorte per Buzzanca vestito da Jovanotti: e forse era meglio se rimaneva fuori. Un po' si è riso, ma è stata un'infilata di banalità forte perfino per il Festival; peccato per Bruno Gambarotta costretto a far da spalla a una bambinata simile per lanciare lascia o raddoppia?. Nella serata di «spot» del cartellone Raiuno, dopo lo scivolone con cui il vero Jovanotti ha rischiato di farsi male al faccino, Lino Banfi lavora ai fianchi queste guerre di casa Rai: «Ci sono campioni, nuovi, emergenti e sommergenti come me, escluso come autore». Poi muove la mano come fosse un'anguilla e butta lì: «Ci sono pure i sommergibili...» (leggi siluri). Poi canzoni e vetrina dell'anno televisivo, Stasera Lino e Europa Europa, la Fenech per Sulla cresta dell'onda. E tanto Palarock, tanti ritornelli di campioni, una Dori Ghezzi bella e brava, alla faccia dello scongiurato play back. Ma chi vince questo festival, a parte il duo designato? Ci provano tutti: i Bruni Vespa e le Moane Pozzi, un Fuscagni e un berlusconiano Predoltn che firma autografi con la faccia di chi dice «per ora facciamo così, poi capiremo». Finora ha vinto sempre il Chiambrettino che stravolge la vita del bar Roma, durante il resto dell'anno ritrovo di operai con la tuta sincera, ora luogo di battaglia del tipo: «Si tolga, lei è qui dalle 5 di oggi, non è stanco di star seduto?». A questo Pierino con la pasta Barilla al collo, nel pomeriggio sono arrivate nove rose rosse, con un biglietto di un'anonima innamorata. E' anonima, ma si chiama Sarah, ha 18 anni, e l'ama «follemente». Marco Neirotti
Luoghi citati: Europa Europa, Roma, Sanremo
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