Uccide l'amico con l'Aids: gli voleva bene

Uccide l'amico con l'Aids: gli volevo bene Per gli investigatori è un caso di eutanasia l'omicidio del ragazzo a Cagliari Uccide l'amico con l'Aids: gli volevo bene DAL NOSTRO CORRISPONDENTE CAGLIARI — Delitto per amore, per pietà. Sono le etichette, di un dramma di emarginazione: una giovane donna schizofrenica ha strangolato a Cagliari un amico che le chiedeva di aiutarlo a morire perché malato di Aids e non più in grado di sopportare la sua condizione di omosessuale. Patrizia Vacca, 30 anni, adesso è rinchiusa in una cella con l'accusa di «omicidio del consenziente». La polizia sostiene che mercoledì pomeriggio ha stretto il cordoncino di una tenda attorno al collo del venticinquenne Gino Mascia che si era sdraiato nel letto di una misera casa di Sant'Elia, un rione-ghetto del capoluogo isolano. Poi sì è recata sul lungo mare alla ricerca di clienti: non aveva altri mezzi per sopravvivere al di là della prostituzione. L'allarme è scattato con qualche ora di ritardo, la so¬ luzione del giallo è stata trovata nella notte dell'altro ieri. La giovane nega di aver ucciso, ma nessuno ora è in grado di stabilire quale valore attribuire alle sue parole: ha difficoltà di rapporti con la gente, più volte i medici l'hanno giudicata incapace di provvedere a se stessa, senza per altro riuscire a trattenerla in ospedale. Ha un passato drammatico alle spalle: un impasto di violenza, di abbandono, solitudine; due figli, nati da altrettanti padri che l'hanno -presa» e poi abbandonata. Il più grandicello è stato affidato in adozione dal tribunale dei minorenni, l'altro abita con la nonna. Viveva, finché non sono stati abbattuti, nei capanni di legno della spiaggia del Poetto. Con il caldo estivo e il gelo dell'inverno. Alla mercè di tutti. Senza un amico né un sostegno, se si esclude una giovane finlan¬ dese che inutilmante tentava di aiutarla a sottrarsi al suo terribile destino. Forse per questo, una ventina di giorni fa, si era sentita attratta da Gino Mascia, un altro diseredato che aveva ancora più necessità d'aiuto di lei. Allontanatosi sette anni fa dalla casa di Sinnai, centro dell'hinterland cagliaritano, il ragazzo aveva girovagato per anni tra Firenze e Roma. Una vita bruciata tra il marciapiede e la droga. Nel mondo dei travestiti era conosciuto col soprannome di «Sofia». Malato di Aids aveva fatto infine ritorno in Sardegna. Patrizia Vacca l'aveva forse conosciuto nell'ambiente della prostituzione. Gli aveva offerto un letto e un tetto, sia pure malandati, nel quartiere di Sant'Elia. Ma ormai Gino Mascia non ce la faceva più ad andare avanti. L'aveva più volte confidato agli amici. La voglia di morire s'era fatta ancor più os¬ sessiva di recente, dopo l'ultimo ricovero e l'abbandono dell'ospedale. Mercoledì il dramma. Ricostruito grazie ad un singolare particolare: un papillon rosso allacciato sul collo del ragazzo, sopra la cordicella usata per strangolarlo. E' stato l'elemento che ha cancellato le ipotesi di un suicidio, balenate durante le prime fasi delle indagini. «Troppi particolari strani», ha commentato il responsabile della squadra mobile, Piero Rimula. «Gino Mascia era composto, la cordicella aveva un nodo sulla parte posteriore del collo. E poi c 'era quel papillon», ha proseguito. Patrizia Vacca è stata interrogata per dodici ore negli uffici della questura. Nel frattempo il medico legale escludeva, sulla base dei primi accertamenti, l'ipotesi del suicidio. Poi l'indiziata è stata accompagnata in carcere dagli agenti. Stamane sarà interrogata dal sostituto procuratore della Repubblica Paolo De Angelis. Il magistrato dovrà prendere decisioni al più presto. Patrizia Vacca non è solo una giovane malata, instabile, priva di amici e di parenti. I medici e le assistenti sociali che hanno inutilmente tentato nel passato di prendersi cura di lei ritengono del tutto impossibile la sua permanenza in cella: «Non può restare al chiuso», ha spiegato un sanitario: «Dà subito in escandescenze, diventa incontrollabile, potrebbe aggravare, su tutti i piani, la sua posizione». II sostituto procuratore dovrà stabilire inoltre se far sottoporre la donna ad una perizia psichiatrica: una diagnosi di grave malattia (che pare scontata) spalancherebbe alla giovane le porte del manicomio criminale. Corrado Grandesso

Luoghi citati: Cagliari, Firenze, Roma, Sardegna, Sinnai