Ministro di Maggie sfida l'Islam

Ministro di Maggie sfida l'Islam Douglas Hurd irrompe nella moschea di Birmingham, roccaforte musulmana Ministro di Maggie sfida l'Islam Ai fedeli in turbante e chador ha detto: «La condanna di Salman Rushdie è infame e ripugnante oer ogni persona civilizzata» - «Studiate pure il Corano, ma rispettate la democrazia britannica che vi ospita» LONDRA — Il ministro degli Interni britannico Douglas Hurd è andato ieri a sfidare l'integralismo musulmano nella sua roccaforte inglese: la moschea principale di Birmingham, una città dove i seguaci del Profeta sono 80 mila. A una folla di uomini in turbante e donne in chador, Hurd ha detto che le minacce di morte contro l'autore dei Versetti satanici Salman Rushdie sono «infami, ripugnanti per ogni persona civilizzata». E ha aggiunto che chi vuol vivere in Gran Bretagna deve rispettare la legge se ha interesse ad integrarsi nella società. Hurd ha indicato che il governo ha deciso di prendere di petto una situazione di cui la vicenda dei Versetti satanici ha sottolineato la gravità: lo scontento dei 750 mila immigrati musulmani, ri¬ masti un corpo estraneo tra i sudditi della regina. Il primo ministro Margaret Thatcher ha inviato l'altra sera un messaggio a Mosca, chiedendo che il ministro degli Esteri Shevardnadze, quando oggi sarà ricevuto a Teheran dall'ayatollah Khomeini, prenda posizione in favore di Rushdie. E a Tokyo, un «amico dell'Iran» ha telefonato a un giornale minacciando di attentare alla vita del capo del Foreign Office Geoffrey Howe, in Giappone per LI funerale di Hirohito. Dalla fine della guerra, ha detto Hurd ai musulmani, tre milioni di cittadini sono affluiti in Gran Bretagna da ogni Paese di quello che fu il suo impero. «A nessuno di loro — ha esclamato — è stato chiesto di rinunciare alla sua fede o alle sue tradizioni. A nessuno però è consentilo di obbedire ad alcune leggi e ignorarne altre. La legge assicura la libertà religiosa per le minoranze e punisce le discriminazioni razziali. Forse le minoranze più di chiunque altro hanno interesse a farla osservare». «La libertà di parola e di stampa — ha proseguito sono ideali che il popolo britannico è ben deciso a difendere. Possiamo discutere su uno scrittore e domandarci se sia andato o no oltre il buon gusto. Ma abbiamo diritto di pretendere che questi ideali siano rispettati da tutti nel nostro Paese». Il ministro ha avvertito che nessuna minoranza etnica o religiosa «avrà buone probabilità di successo se cercherà di isolarsi rispello al modo di vita britannico. Non c'è niente da ridire se i musulmani desiderano che anche qui i loro figli siano allevali nella religione dell'Islam e imparino i pre¬ cetti del Corano. Ma se non impareranno anche la storia della Gran Bretagìia, se non capiranno le sue istituzioni, saranno loro precluse molte opportunità-. Un sondaggio recente ha dimostrato che la maggioranza dei giovani musulmani nati in Gran Bretagna si considerano stranieri e si sentono a disagio. Chiedono scuole separate per ragazzi e ragazze, rifiutano il cibo delle mense scolastiche perché lo ritengono impuro, detestano il clima e hanno una conoscenza approssimativa della lingua del Paese in cui sono cresciuti. Intorno alle 600 moschee in Gran Bretagna sono cresciute comunità chiuse in se stesse. A Bradford, dove il libro di Rushdie è stato bruciato in piazza, i musulmani sono 50 mila. A Manchester 40 mila, a Glasgow 20 mila. lAnsa)