Zago: «Ho due certezze: guarirò e il 17 porta jella»

Zago: «Ho due certezze: guarirò e il 17 porta jella» Il giovane granata, infortunatosi al 17' della sua 17a partita in A, raggiunge oggi Lione dove sarà operato Zago: «Ho due certezze: guarirò e il 17 porta jella» TORINO — L'attesa per ora sarà breve, prima dell'intervento. Oggi Alvise Zago, lo sfortunato centrocampista del Torino, verrà ricoverato a Lione nel reparto del prof. Dejour (che ha preso il posto del famosissimo Trillat) al Centre Hospitalier Lion Sud. Lo accompagnerà il dr. Campirli, che porterà il filmato dell'incidente perché il collega francese possa meglio rendersi conto della dinamica di un infortunio rivelatosi tanto grave. La mamma invece raggiungerà Alvise probabilmente domani. Zago resterà per qualche giorno in osservazione, anche perché il ginocchio possa sgonfiare, poi verrà operato, n consulto di mercoledì a Roma, dal dottor Perugia, ha confermato la diagnosi torinese del professor Solini e cioè la rottura dei due legamenti crociati, anteriore e posteriore, e della capsula del ginocchio destro. Ieri Zago era a casa dove ha ricevuto la visita di alcuni compagni di squadra, di un tifoso particolare, il piccolo Fabio Merlo (10 anni) che gli ha portato un gran mazzo di fiori, e tante, tantissime telefonate di chi voleva testimoniargli solidarietà in un momento tanto difficile della sua giovane carriera. Dagli azzurri di Vicini è arrivato un telegramma di auguri, mentre un messaggio particolare glielo hanno inviato Baggio e Borgonovo, anche loro in un passato neppure troppo lontano vittime di infortuni molto gravi. E tutto questo è avvenuto mentre a casa, intorno a lui, sì stringevano affettuosamente i genitori e alcuni parenti. Così Alvise è riuscito persino a ritrovare il sorriso: «Il morale e quello che è — ha ammesso — il danno procurato al mio ginocchio è molto grave, come mi hanno spiegato i medici. Si tratta di un infortunio raro, ma non unico nel suo genere. Il prof. Perugia è stato molto chiaro, non mi ha dato certezze, ma questo lo sapevo. Si tratta di aspettare l'operazione e poi stare a vedere. Io sono pronto a lottare, le difficoltà non mi hanno mai spaventato. L'importante è tornare quello di prima. Poi, se anziché un anno e mezzo ne occorreranno due, pazienza: quello che conta è il risultato finale. A diciannove anni ho ancora tanto tempo davanti a me, il più è guarire bene». Zago ha sempre fatto della determinazione un'arma aggiuntiva per raggiungere quello a cui aspirava. Origine veneta, famiglia di gran lavoratori, ha imparato presto che nella vita chi non ha avuto la fortuna di natali particolarmente agiati è bene cominci al più presto a lottare per ottenere qualcosa. E così ha sempre fatto, tant'è vero che a livello di squadre giovanili granata è sempre stato additato agli altri come esempio da seguire. Adesso è quasi sorprendente la sua determinazione, la lucidità con cui guarda al futuro: «Il ginocchio non mi fa molto male, né dovrebbe farmene dopo l'operazione. Le difficoltà inizieranno con la rieducazione. Sarà un periodo lungo, lunghissimo, nel quale io potrò aiutarmi evitando momenti di scoraggiamento. Le giornate saranno lunghe, vedrò che cosa potrò fare per riempirle. Per ora, non ci ho ancora pensato. Chissà, magari potrei anche riprendere gli studi. Ma ciò che voglio più di tutto è tornare a giocare. Devo farcela. E spero anche che la fortuna, dopo avermi girato le spalle, mi dia una mano». E per meglio spiegare le sue ultime parole, Zago conclude ricordando: «Mi sono infortunato ali?' della mia diciassettesima partita in serie A. A questo punto come si fa a non credere alla scaramanzia, olfatto che il 17 deve essere proprio un numero iellato?». g. bar. Zago con Fabio, il giovane tifoso che gli ha portato dei fiori

Luoghi citati: Lione, Perugia, Roma, Torino