Meno segrete le banche svizzere
Meno segrete le banche svizzere L'Istituto centrale rivendica nuove leggi contro il denaro «sporco» Meno segrete le banche svizzere ©FINANCIAL TIMES GINEVRA — Markus Lusser, presidente della Banca Nazionale Svizzera, ha in mente delle idee che potrebbero rivoluzionare il sistema creditizio del suo Paese. Dopo aver invocato l'apertura delle frontiere per gli investimenti stranieri, chiede ora infatti una nuova legislazione che riduca la segretezza, finora leggendaria, del sistema bancario elvetico e propone allo stesso tempo che il riciclaggio di denaro sporco venga considerato reato. Lusser vuole anche che le banche svizzere attuino-una politica di maggiore trasparenza ed in particolare che pubblichino i loro bilanci consolidati. Il suo appello arriva giusto qualche settimana dopo le dimissioni di Elizabeth Kopp, ministro della Giustizia, coinvolta nella cosiddetta «connection libica»: un caso che vede alcuni istituti elvetici accusati di riciclare il denaro proveniente dal traffico di droga. Proprio in questi giorni la scarsa trasparenza degli istituti di credito è emersa in tutta la sua gravità. Come un fulmine a ciel sereno è infatti arrivata la notizia che le sussidiarie inglesi delle tre maggiori banche svizzere hanno avuto delle perdite durante il 1987. Nei bilanci annuali degli istituti interessati non c'era però quasi nessuna traccia di questi saldi negativi. Secondo il codice penale svizzero il riciclaggio di denaro sporco non è un reato; per quanto riguarda il segreto bancario l'unico segno di cedimento è un «gentlemen's agreement», un accordo tra gentiluomini, concluso tra gli stessi istituti di credito, che si impegnano ad identificare i titolari dei conti aperti presso i loro sportelli. Il ministero della Giustizia, spinto anche dalle insistenze degli Stati Uniti ed in particolare della Sec — l'organismo che controlla Wall Street —, ha preparato un disegno di legge contro il riciclaggio di fondi sporchi che sarà discusso dal parlamento federale in primavera. Le banche finora non si sono opposte ad una regolamentazione legislativa in questo campo, ma non vogliono vedersi attribuire un ruolo di sorveglianza. In un articolo sulla Weltwoche, un settimanale di Zurigo, Lusser afferma che il mercato finanziario è fondamentale per la crescita futura dell'economia elvetica. Sarebbe un errore ostacolare i movimenti di capitale, afferma Lusser, ma bisogna far di tutto per evitare che vengano utilizzati dalla criminalità organizzata. •Sappiamo da anni che la mafia ed i trafficanti di droga abusano del nostro mercato finanziario infiltrando i loro proventi illeciti nella normale economia-, ha detto. Il presidente della banca centrale svizzera non pensa che trasformare in reato il riciclaggio di denaro sporco e obbligare le banche ad identificare i loro clienti possa trasformare gli istituti di credito in una sorta di controllore del risparmio. Piuttosto, afferma, queste nuove norme renderanno le banche svizzere più respon sabili e più ligie al dovere. Ma Lusser si spinge ancora più avanti e afferma che non è sufficiente punire chi ricicla deliberatamente denaro sporco ma che bisogna anche colpire ogni forma di complicità, anche quella di chi fa finta di non vedere o ha un atteggiamento omissivo. In un prossimo futuro, quindi, le banche potrebbero essere costrette dal governo ad identificare tutti i loro clienti e rifiutare i fondi provenienti da fonti anonime. Quello che oggi è solo un «gentlemen's agreement» diventerebbe una legge. William Dullforce
Persone citate: Elizabeth Kopp, Lusser, Markus Lusser, William Dullforce
Luoghi citati: Ginevra, Stati Uniti, Zurigo
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