Liberato, non era il «giustiziere » di Guido Coppini

Liberato, non era il «giustiziere» Liberato, non era il «giustiziere» A Genova - E' il cuoco subito imputato per l'omicidio di un travestito e il ferimento di una prostituta Rimane in carcere l'uomo che evase da un istituto psichiatrico, bloccato qualche giorno dopo GENOVA — Nelle sparatorie del quartiere di Carignano (notti del 14 e del 16 febbraio, un morto e due feriti) entra come presunto responsabile un evaso dall'istituto psichiatrico di Montelupo Fiorentino, Bartolomeo Gagliano, 31 anni, e ne esce, per il momento l'uomo che fu arrestato per primo, un cuoco disoccupato di 36 anni, Libertino Marchese. Gagliano è stato arrestato nei giorni scorsi in via San Lorenzo a Genova: viaggiava su una «Opel Corsa» rubata a Vercelli. Gli agenti trovarono nella macchina una rivoltella «38 special» e due bossoli di una 7,65. Questi bossoli apparterrebbero alla stessa arma che ha ucciso e ferito nel quartiere di Carignano. Ci sarebbe un'unica mano nei crimini, e a Bartolomeo Gagliano, il ruolo dello sparatore sembra calzare: uccise una giovane prostituta genovese a Celle Ligure massacrandola con una pietra. La sua scheda a Montelupo Fiorentino (è evaso l'I 1 febbraio scorso) lo definisce uno psicopatico. Non si esclude che abbia avuto un complice, un altro sparatore folle: potrebbe essere Francesco Sedda, 29 anni, origine sarda, molti precedenti penali, anche lui evaso da Montelupo: non vi rientrò il 5 febbraio scorso alla scadenza di un permesso. Sulla Opel fermata dalla polizia, insieme al Gagliano, si trovava un'amica di Sedda, Patrizia G. (incriminata per favoreggiamento), ed è facile presumere che il sardo non fosse molto lontano. Giallo risolto? li sostituto procuratore Mario Molisani, che dirige l'inchiesta giudiziaria, invita alla cautela, precisa che occorrono altri accertamenti e confronti, ma la soluzione pare a portata di mano, anche se per ora le sole accuse contestate a Gagliano sono l'evasione, la detenzione di armi e il furto dell'auto. AUa svolta si sarebbe giunti nella serata di ieri, quando il professor Luciano Cavenago, dell'Istituto di medicina legale dell'università, ha consegnato al giudice le prime sommane indicazioni della perizia svolta su cinque bossoli: tre trovati in Carignano, i due che erano sulla Opel di Galliano. Secondo indiscrezioni, i 5 proiettili sarebbero stati esplosi dall'arma che uccise il travestito Francesco Panizzi detto «Francesca» e feri Beniamino Massa, e Laura Baldi. Verrebbero quindi a cadere le ipotesi formulate dopo le sparatorie: il malato di Aids che si vendica di chi l'ha contagiato e va a cercare bersagli dove maggiore è l'offerta di sesso; il «giustiziere solitario» che scende in campo in una sua guerra personale. Lo sparatore sarebbe quindi un maniaco: -E questo — dicono gli inquirenti — rende assai meno importante la ricerca del movente; non è detto che un violento, abituato a sparare, abbia sempre un concreto motivo per le sue azioni scellerate-. Un maniaco — se davvero è Galliano — tanto sprezzante da conservare nella macchina rubata i due bossoli che possono accusarlo. Ma per formulare un preciso capo d'imputazione, il giudice attende la perizia balistica e il rapporto sul guanto di paraffina. E' tornato a casa ieri sera Libertino Marchese, ma non scagionato. Sono caduti -i gravi indizi che lo avevano condotto in carcere-, ma rimane imputato, sia pure con molti dubbi: infatti, non viene smentito il suo riconoscimento avvenuto in un confronto all'americana. Marchese non ha lasciato perplessità a due testimoni. Uno è un travestito che lo vide bene in faccia; l'altro é lo studente che lo scorse alla luce dei fari della sua macchina mentre fuggiva con la rivoltella in mano. Guido Coppini

Luoghi citati: Carignano, Celle Ligure, Genova, Montelupo Fiorentino, Vercelli