Per l'Adriatico solo parole
Per l'Adriatico solo parole La denuncia dei tecnici mentre è già scattata l'emergenza alghe Per l'Adriatico solo parole Il convegno sui mali del mare è saltato per divergenze tra i ministeri della Marina e dell'Ambiente I comitati di esperti non si sono mai riuniti - «Mancano leggi, personale e finanziamenti» TRIESTE — 'Qui ci vorrebbero leggi, soldi e personale. Ma per ora le sole leggi sono quelle regionali, che hanno un valore relativo ed efficacia limitata, di soldi ne vediamo pochi, tanto che siamo costretti ad utilizzare i fondi ordinari, e il personale è del tutto insufficiente-, n professor Guido Bressan, direttore dell'Istituto di biologia del mare di Aurisina, lancia l'ennesimo allarme. -Io non sono in grado di dire con sicurezza scientifica che l'Adriatico quest'estate sarà di nuovo soffocato dalle alghe (il fenomeno del "mare sporco") come l'anno scorso, l'unica cosa che possiamo fare, con i mezzi di cui disponiamo, è studiare il fenomeno passato-. Così, fra previsioni (pessime) e polemiche (tante) si pensa alla prossima stagione estiva e, per l'Adriatico, non si annuncia niente di buono. Le alghe, n primo allarme viene da Venezia dove, con due mesi di anticipo, la civica amministrazione è stata costretta a corniciare la raccolta delle alghe al largo della laguna. Al Cnr di Venezia, però, vedono nero: -Non c'è alcun motivo per credere che l'estate '89 sarà migliore dell'estate '88. Anzi i segnali che abbiamo ci fanno pensare ad un peggioramento-, dice il dottor Mario Fossato. E snocciola i primi dati: -Secondo le previsioni sui cento chilometri quadrati della laguna quest'anno ci saranno non meno di un milione di tonnellate di alghe da racco¬ gliere. In questi primi mesi dell'anno si sono verificate condizioni particolarissime che dovrebbero favorire lo sviluppo abnorme della massa algale-. Quali? Non piove da mesi e l'apporto di sostanze nutrienti dai fiumi al mare è minimo. E nonostante questo la «stagione delle alghe» si è già iniziata. Colpa dell'inverno mite e dell'eccessiva insolazione, dice Fossato: la luce, in questi mesi, è arrivata con facilità sul fondo del mare e per molte ore al giorno. Gli interventi. La scorsa settimana, partito da Venezia l'allarme-alghe, il Cnr ha organizzato una crociera oceanografica che, partita lunedi da Ancona, dovrebbe approdare a Trieste il 23 febbraio. -Nostro compito — spiega Luigi Alberotanza, del Cnr veneziano — sarà effettuare alcune rilevazioni per capire come andrà la prossima stagione-. L'intervento decisivo, nelle intenzioni, era in programma il 4 marzo. Due ministeri (Ambiente e Marina) dovevano organizzare un convegno, con appendice operativa con le Regioni, sui mali dell'Adriatico. Ma a causa di "diversità di opinioni fra i due ministeri(è la versione della Marina) il convegno non si farà. Almeno adesso. Pare che Ruffolo e Prandini abbiano intenzione di vedersi la prossima settimana per tentare un accordo. Gli esperti. Nelle università italiane non mancano. E a settembre '88 il ministro Prandini, passata la bufera e rientrati i turisti inferociti per il mare sporco, in una riunione a Cesenatico aveva annunciato la costituzione di un «Comitato di coordinamento scientifico per i pro¬ blemi dell'Adriatico». Vi dovevano far parte studiosi delle Università di Trieste, Venezia, Padova, Ferrara, Bologna, Ancona, Bari e Lecce. A capo del gruppo di studiosi un «Alto commissario»: il professor Giampiero Puppi, docente di fisica superiore a Bologna, dove presiede il Centro Interdipartimentale per le scienze del mare. Passati alcuni mesi, ecco cosa dice l'«Alto commissario» Puppi: -Dopo la riunione di Cesenatico non ho saputo più nulla. Non ho ricevuto alcun cenno dai ministri Ruffolo e Prandini. Direi che il mio mandato è rimasto sospeso, e io non ho alcuna intenzione di imbarcarmi in avventure giocando con problemi seri come questo-. Che dicono alla Marina? n capitano Moncini: -Il ministro Prandini, con un decreto del novembre scorso, ha deci- so di costituire un centro per la difesa del mare Adriatico con sede ad Ancona. L'incarico è stato affidato al professor Paolo Bruni, rettore di quella Università. Purtroppo però il centro non è ancora operativo-. Dall'altra il rettore Bruni, che preferirebbe non affrontare il caso-Adriatico, si limita a dire: -E' tutto da definire. Qui da noi non esistono ancora studi sulla materia-. Il futuro. Lo scorso anno sono state le immagini inviate da un satellite a permettere di scoprire come si sviluppava il fenomeno. Gli studiosi capirono che la massa aigale aveva origine in Istria, ma era tardi per intervenire. Quest'anno dalla sonda non è arrivata alcuna immagine utile. E mentre continuano le proteste per interventi promessi e non realizzati, ecco un'iniziativa «curiosa»: alcuni senaton socialisti, in un disegno di legge, propongono l'istituzione di una -Lotteria del mare- i cui utili potrebbero essere devoluti a interventi per la difesa dell'Adriatico. Nella relazione al Senato i parlamentari affermano che l'associazione degli armatori delle barche a vela da regata e disponibile «a curare l'organizzazione di una competizione che in otto mesi qualifichi per una regata finale le venti imbarcazioni più veloci dell'anno, ìnuna apposita Coppa dei Campioni abbinata alla Lotteria-. La difesa dell'Adriatico diventa un «affare-? Flavio Corazza
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